REGGIO CALABRIA – Il commando criminale è specializzato negli assalti a Tir, farmacie e cacciatori.
E’ in corso un’operazione della polizia di Stato, a conclusione di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi, che ha portato all’esecuzione, al momento, di nove ordinanze di custodia cautelare in carcere ed ai domiciliari contro i componenti di una banda di rapinatori che aveva preso di mira da tempo conducenti di Tir, farmacie, uffici postali, distributori di carburante e cacciatori. Gli investigatori parlano di “serie impressionante di rapine messe in atto dalla banda” mentre sono stati ricostruiti i ruoli dei componenti l’organizzazione criminale ed individuate le basi logistiche utilizzate per la custodia delle armi e la latitanza di capi ed affiliati della banda.
Le nove persone arrestate stamane dagli agenti della polizia di Stato a Reggio Calabria sono accusate a vario titolo di associazione per delinquere, rapina aggravata, ricettazione, sequestro di persona, detenzione di armi e munizionamento da guerra e di armi clandestine e procurata inosservanza di pena. I destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare sono Diego Mammoliti, 30 anni, detenuto; Rocco Furuli (28), detenuto; Rocco Gallo (41), ai domiciliari; Salvatore Scandinaro (30), detenuto; Giovanni Serreti (33), detenuto; Bruno D’Agostino (29); Francesco Amato (46); Michele Varone (24) e Antonino De Paola (31).
Le indagini sono durate tre anni ed hanno permesso di scoprire gli autori di numerose rapine commesse tra il 2008 ad oggi anche attravero intercettazioni telefoniche ed ambientali. Gli investigatori hanno individuato i ruoli delle nove persone e ritengono che a capo dell’organizzazione c’erano Diego Mammoliti e Rocco Furuli, già noti alle forze dell’ordine perchè ritenuti collegati alla famiglia di ‘ndrangheta dei Bellocco di Rosarno. Le rapine a mano armata sono state compiute nel comprensorio della Piana di Gioia Tauro e nel vibonese, tra il 2008 e il 2012 e fino ad oggi. Alcune rapine scoperte nel corso delle indagini hanno consentito di accertare collegamenti con circuiti criminali anche esterni alla piana di Gioia Tauro, in particolare della provincia di Vibo Valentia e della fascia ionica reggina, utili per acquisire la disponibilità di armi e delle auto usate per la commissione delle rapine, nonché per collocare la merce provento dei reati e ricavarne un ingente profitto.
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