Serve a contrastare il cosiddetto “wandering”, la crisi che colpisce le persone che soffrono di demenze facendo perdere loro l’orientamento e portandole a vagare senza meta o a perdersi
CATANZARO – Il dispositivo anti-smarrimento è stato messo a punto da un gruppo di studenti per contrastare gli effetti negativi del wandering. Il progetto è stato curato dall’associazione “Ra.Gi” di Catanzaro, che si occupa dell’assistenza, con metodi innovativi e non farmacologici, di persone con Alzheimer o Parkinson, e dall’Istituto tecnico industriale “Scalfaro” del capoluogo calabrese, che da alcuni mesi hanno attivato una sinergia finalizzata alla sensibilizzazione sui temi e sulle problematiche legate ai vari tipi di demenza.
Il progetto “mai ti perderò”
Il progetto è stato presentato questa mattina in un incontro didattico-intergenerazionale, dal titolo “Mai ti perderò” che si è svolto nell’aula magna dell’Itts “Scalfaro” di Catanzaro. A illustrare sotto il profilo tecnico il dispositivo, realizzato dagli studenti delle quinte classi dello “Scalfaro”, è stato il docente di Informatica dell’istituto, Raffaele Teducci: “Si tratta – ha detto – di un sistema composto di più elementi, che interagiscono tra di loro. Il primo è un dispositivo mobile assegnato al paziente, che, in caso di suo smarrimento, avrà il compito di localizzarne la posizione tramite una scheda Gps che a sua volta comunicherà a un sistema micro-controllore le coordinate, a loro volta poi trasmesse tramite una scheda Gsm, quindi telefonica, al dispositivo controllore, in dotazione al familiare o del tutor del paziente, che così può essere facilmente rintracciato. A questo punto – ha spiegato il Teducci – le informazioni saranno trasmesse a una App come Google Maps: sono App gratuite che si possono tranquillamente utilizzare per una finalità nobile come questa”.
A sua volta, Elena Sodano, presidente dell’associazione “Ra.Gi”, ha evidenziato che “questo progetto è sicuramente inedito in Italia perché è portato avanti da ragazzi, a conferma del fatto che i giovani dimostrano di non essere quell’universo ingestibile e intrattabile che spesso viene dipinto ma di poter essere protagonisti quando viene loro data una motivazione in più. Auspico – ha concluso Elena Sodano – che questo dispositivo possa essere brevettato a breve, perché può essere di aiuto alle persone con demenze e alle loro famiglie ma anche di supporto alle forze dell’ordine”. Nell’incontro allo “Scalfaro” di Catanzaro è stato spiegato, inoltre, che l’uso di questo dispositivo anti-smarrimento è praticamente a costo zero, considerando che può essere applicato anche a un vecchio telefonino cellulare.