Padre Fedele sarebbe stato sospeso perchè non accettò di lasciare la città di Cosenza.
COSENZA – Una sospensione richiesta dal frate stesso al fine di poter nominare i legali della difesa che altrimenti sarebbero stati imposti dalla curia. Una sospensione sulla quale l’arcivescovo della diocesi Cosenza – Bisignano sarebbe potuto intervenire chiedendo il permesso alla sede apostolica di far dire messa a Padre Fedele nel proprio territorio di competenza. Una scelta che Nunnari decise di rifiutare in quanto sconsigliatogli dai ‘colleghi’ romani. “Bisogna smettere di dire stupidaggini su Facebook, perche’ questo vescovo non ha colpe su questa sospensione”. Ha detto Monsignor Salvatore Nunnari che lascerà tra poche ore la propria diocesi e che oggi ha tenuto una conferenza stampa sul caso Padre Fedele. Nunnari è stato attaccato come responsabile della sospensione a divinis dell’ex frate. “Lo ha chiesto lui, per grazia, di essere esonerato dai tre voti, e ha fatto bene, quando ha saputo che il suo Ordine lo voleva sospendere – ha detto Nunnari – e mi e’ stato chiesto il mio parere, e io ho detto che era bene.
Il Papa, per grazia, gli ha concesso di uscire dall’Ordine: ecco il decreto – ha spiegato Nunnari, mostrando il fascicolo – datato 8 febbraio 2008. Io ho chiesto anche alle suore, davanti a testimoni, di far incontrare Suor Tania con Padre Fedele, ma loro mi hanno detto che le stavo offendendo con questa richiesta – ha detto Nunnari – e le suore sono andate via dalla citta’ senza neanche salutarmi dopo che mi ero prodigato per trovare loro un appartamento a Porta Piana. Perche’ il vescovo di Cosenza non lo ha accolto tra i suoi preti subito? Perche’ Roma mi ha detto di non fare questa richiesta – ha affermato Nunnari – perche’ mi avrebbero detto di no, perche’ c’era in atto un processo”. “Io non ho potuto fare altro – ha detto Nunnari – ma rileggete quello che ho detto nei primi giorni della vicenda, quando parlavo del suo carattere esuberante ma non ho mai creduto nella sua colpa“. Nunnari ha annunciato anche un suo prossimo “libro bianco” sul caso dell’Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra d’Aiello, al cento di uno scandalo per la malagestione, che sarebbe, secondo Padre Fedele, una delle cause del complotto ordito ai suoi danni. “Sul Papa Giovanni ho detto chiaramente, in cattedrale, – ha concluso Nunnari – che e’ stato indegnamente amministrato da Luberto, che e’ stato un ladro”.
“Sento il dovere pressante della ricerca della verita’”. Ha esordito cosi’ mons. Salvatore Nunnari, Arcivescovo Emerito di Cosenza, iniziando la conferenza stampa che ha voluto dedicare alla vicenda di Padre Fedele Bisceglia, assolto dall’accusa di aver violentato una suora. “E’ stata una brutta pietra gettata contro di me – ha detto Nunnari – e voglio dire subito che quando Padre Fedele e’ stato sospeso dal suo Ordine, non e’ stato sospeso per la vicenda della suora, ma per non aver rispettato l’obbedienza, visto che aveva i tre voti di obbedienza, poverta’ e castita, ma quello dell’obbedienza lo ha messo sotto i piedi non andandosene da Cosenza come gli era stato richiesto. Nessuno dimentichi che l’Ordine dei Cappuccini non ha mai creduto al discorso della suora, e aveva messo due avvocati – ha detto Nunnari – Sorrentino e Gambardella, ma Padre Fedele li ha rifiutati. Lui parla e quando parla combina guai – ha detto il vescovo – e dopo che lo hanno mandato in Corsica, su mio intervento è stato spostato in Umbria, e da li’ scappava per venirmi ad incontrare. Io gli dicevo di fare la sua obbedienza – ha detto il presule – ma lui non lo ha fatto”. Sulle polemiche sollevate da parte di alcuni consiglieri che contestano la decisione di voler consegnare la cittadinanza onoraria al vescovo Nunnari ha risposto affermando di non sapere chi si oppone. ”Se non mi daranno la cittadinanza cosentina – ha affermato – non fa niente, ringrazio per il gesto ma non ce n’è bisogno la città di Cosenza mi ha già nel suo cuore”.