Lo studioso rifiutato dall’Unical ha lasciato il municipio citando passi del romanzo ‘L’amore ai tempi del colera’ di Gabriel Garcia Marquez.
COSENZA – Il Consiglio comunale ha conferito ieri sera la cittadinanza onoraria ad Arnaldo Caruso, direttore della Scuola di Specializzazione in microbiologia dell’Università di Brescia e dirigente responsabile dell’Unità Operativa di Laboratorio di virologia ed indagini microbiologiche del presidio “Spedali Civili” della città lombarda. La cittadinanza onoraria è stata decisa “per il conseguimento di alti meriti scientifici nel campo della ricerca e per aver contribuito, – si legge nella motivazione contenuta nella pergamena che è stata consegnata al professore – con la scoperta del vaccino terapeutico AT20 anti-HIV, ad indirizzare un fascio di luce nel buio dell’AIDS ridando fiducia e speranze concrete all’umanità intera”. Appena ricevuta l’onorificenza, che si va a sommare agli innumerevoli riconoscimenti ricevuti anche in ambito internazionale dove è considerato una vera eccellenza nel campo della ricerca scientifica, Arnaldo Caruso senza rinunciare al suo simpatico sense of humour, ha scherzato sul fatto che spesso gli è capitato in passato di essere ricordato in città, più che per i suoi meriti scientifici e per le sue scoperte rivoluzionarie, per essere il come il fratello del penalista cosentino Franz Caruso.
“Chissà – ha ironicamente commentato in dialetto cosentino l’eccellente ricercatore – se stavolta, dopo questo riconoscimento che viene dalla mia città, ci sarà qualcuno che dirà a mio fratello Franz : “ma tu sei il fratello di Arnaldo?”. Quella di conferirgli la cittadinanza onoraria è stata definita da Arnaldo Caruso “una scelta coraggiosa e illuminata. La città di Cosenza ha voluto riconoscere un valore importante allo studio e alla ricerca, un valore che sfugge a molti, perché il più delle volte la ricerca è lasciata a se stessa. Invece, in Italia c’è tanta ricerca di grandissimo livello, ma quel che manca sono i mezzi. Si pensi che il mio più giovane ricercatore ha 45 anni e il mio più giovane collaboratore ospedaliero 52. Se a 40 anni – diceva il mio mentore Adolfo Turano – sei ancora sulle provette non va bene. A quell’età devi essere già nella condizione di comandare”. Ed è ai giovani del suo gruppo di ricerca, in cui spiccano cinque calabresi, giovani della sua Cosenza e della provincia, che il Caruso dedica la cittadinanza onoraria. “Sono loro – ha detto – che realizzano i miei sogni, che fanno la ricerca con la R maiuscola.
Quando fui rifiutato dalla nostra Università, fu quasi un bene – ricorda – E aggiunge: “non avrei potuto realizzare qui quello che ho realizzato a Brescia e in America. Potrei tornare qui solo se ci saranno le possibilità e se questa terra riuscirà a capire che bisogna creare delle infrastrutture valide e che i giovani vanno reclutati in base al curriculum e alle loro effettive capacità. Bisognerebbe dare più soldi alla ricerca, alla cultura e ai nostri giovani che fanno moltissimi sacrifici. Si pensi che i cinque del mio gruppo di ricerca non hanno ancora un posto fisso”. Prima di chiudere il suo intervento che ha suggellato la seduta del Consiglio comunale, il prof.Caruso indirizza un saluto a chi sta in platea: ci sono gli amici del circolo dei sub (sua la passione per la pesca subacquea) e le compagne e i compagni di scuola e, ovviamente i familiari. “Non vi dico che sono in qualche modo commosso ed emozionato, ma la presenza qui di Gianfranco Merizzi (Presidente della Medestea, la casa farmaceutica che produce il vaccino anti-HIV scoperto da Caruso) non può che essere premiata da tutti voi. Se sono qui, lo devo anche a lui e tutto per un sogno e per una scommessa d’azzardo che lui ha deciso di fare”.
“Cosenza è la città più bella del mondo – afferma Caruso – e questo è il riconoscimento più bello del mondo”. Negli Stati Uniti, Arnaldo Caruso ha avuto modo di lavorare gomito a gomito con il Robert Gallo, scopritore ed isolatore nel lontano ‘83 del virus HIV dell’AIDS insieme a Luc Montagnier. Il vaccino inventato dallo studioso cosentino non è preventivo, ma terapeutico e si somministra a persone sieropositive. La sua funzione è quella di colpire un “pezzo” del virus, esattamente la proteina P17, che è poi la più’ cattiva, con l’obiettivo di smontare l’intera macchina da guerra che l’Hiv mobilita contro il sistema immunitario dell’uomo. Finora i risultati della sperimentazione sono stati eccellenti, in quanto le fasi di sperimentazione, su pazienti sieropositivi che volontariamente si sono sottoposti nei quattro centri dove si sono tenuti i test, oltre a Brescia anche Torino, Perugia e Milano, hanno dato risultati positivi al 100%. Il vaccino scoperto, dunque, ha avuto successo nel 100%dei pazienti. Il farmaco che ha sperimentato, la “Scintilla AT20”, sarà adoperato come farmaco in Africa.
Nel corso della seduta ha preso la parola anche Gianfranco Merizzi, Presidente della Medestea, la casa farmaceutica che produce il vaccino anti-HIV scoperto da Caruso. “Per per fare un nuovo farmaco – ha detto – ci vogliono 15 anni. E’ già una decisione sofferta per una multinazionale, figuriamoci per un’azienda di piccole dimensioni. Quando conobbi Caruso nel 2001 scoccò una scintilla di passione scientifica. Memore dei miei studi mi feci spiegare perché dovevo credere alla sua teoria. Mi convinse. In 14 anni tutto ciò che mi aveva anticipato è stato confermato e i risultati dei suoi studi sono state confermati e pubblicati dalle maggiori riviste internazionali. Dopo 9 anni abbiamo prodotto il vaccino, lo abbiamo testato con risultati formidabili. Questo vaccino è una molecola sintetica e non c’è il rischio che ci siano dei virus che si riattivino. Abbiamo, pertanto, deciso di arrivare a mettere il vaccino sul mercato e di sviluppare studi clinici in Africa per 24 mesi, territorio dove esiste una pandemia dei linfomi causati da questa proteina. I fondi che servono saranno messi a disposizione di una società inglese che collabora con noi. Ecco perché – ha concluso il Merizzi – Arnaldo Caruso è un fiore all’occhiello e motivo di vanto per tutto il Paese”.