Le dritte per scoraggiare chi non è capace di curare gli anziani e licenziare chi non è affidabile
MILANO – Far entrare un estraneo in casa è già, di per sé, un terno al lotto: può risultare una brava persona o riservare qualche brutta sorpresa. Tutto diventa ancora più delicato quando quell’estraneo si deve fare carico di una persona anziana, malata o non più autosufficiente. “Il colloquio per scegliere il o la badante è fondamentale per verificare i requisiti del candidato, il livello di empatia, la disponibilità e la motivazione – sostiene Francesco Lorenti, CEO e Founder di Assistenza Doc, rete che conta 36 centri di assistenza in tutta Italia rivolti all’assistenza degli anziani, dei malati e dei disabili, che prosegue – I nostri care giver sono tutti Operatori Socio Assistenziali (OSA) e Operatori Socio Sanitari (OSS) e con comprovata esperienza nel settore”.
Secondo gli ultimi dati Istat, pubblicati a maggio 2018, l’Italia si conferma il secondo paese più vecchio al mondo dopo il Giappone. La popolazione totale diminuisce per il terzo anno consecutivo di quasi 100mila unità rispetto all’anno precedente: al 1° gennaio 2018 si stima una popolazione di 60,5 milioni, con 5,6 milioni di stranieri (8,4%) e 168,7 anziani ogni 100 giovani. “La professione di badante è in crescita proprio perché la richiesta è cresciuta: nell’ultimo anno, tramite la nostra rete, abbiamo registrato un incremento del 6% al nord, mentre al sud e al centro del 9 %”.
Un altro dato interessante riguarda la nazionalità di chi sceglie questa professione: “Non si tratta più solo di straniere che non possono ambire ad altri lavori per mancanza di qualifiche. Dal 2013 a oggi la crescita delle badanti italiane è stata di circa il 26% ed è in continuo aumento. Chi si rivolge a me per trovare un impiego sono per la maggior parte donne divorziate con figli grandi. Ma iniziano ad arrivare molte richieste da parte di donne sposate il cui marito è rimasto senza lavoro e, complice anche l’età, fatica a trovare un nuovo impiego. Quindi entra “ in gioco” la donna che si reinventa un lavoro in un settore in forte crescita”.
I criteri per selezionarle sono rigorosi: “Devono essere referenziate, aver frequentato almeno un corso nel settore socio-assistenziale, avere un valido permesso di soggiorno (se cittadine extra ue) e – non da ultimo – devono essere motivate: si tratta di una figura molto particolare, che richiede caratteristiche e requisiti ben precisi ma soprattutto richiede molto impegno e dedizione”, spiega Lorenti. Ciononostante, una certa percentuale di rischio di ritrovarsi con una badante inaffidabile resta. Cosa fare, allora, per non commettere l’imperdonabile errore di mettere una persona cara nelle mani sbagliate?
“Ci sono alcune regole da rispettare per evitare di incorrere in questa evenienza”, sostiene il founder di assistenza Doc, che li elenca:
- Non iniziare la ricerca attraverso social network o annunci su giornali: saranno moltissime le persone che chiameranno senza esperienza e senza motivazione! Meglio affidarsi ad agenzie specializzate che faranno gran parte del lavoro per te.
- Evitare il passaparola: spesso ci sentiamo dire “ma l’ha consigliata una mia amica, ha assistito suo padre…” Non sempre si rivela una scelta vincente, in molti casi infatti entrano in gioco fattori strettamente soggettivi per cui una persona può risultare adatta per qualcuno e sbagliata per un’altra. Quindi stiamo sempre attenti a questo tipo di situazioni.
- Non risparmiare ad ogni costo: spendere troppo poco significa incorrere nel rischio che la persona che si assume non solo non abbia le qualifiche adatte (che meritano di essere riconosciute, in primis a livello economico), ma anche che sparisca da un giorno all’altro nel caso in cui trovi un altro posto, anche di poco più remunerativo.
L’ultimo consiglio riguarda proprio il comportamento da tenere nel caso ci si imbatta in una badante inaffidabile: “Il mio consiglio in questi casi è quello di mettere sempre nero su bianco per non trovarsi impreparati: contratto con le principali condizioni di lavoro, ferie, compensi vanno sempre controfirmate sia dalla badante sia da chi l’ha assunta”, conclude Lorenti.