Va sempre più giù il viadotto ‘Cannavino’ meglio noto come il Ponte di Celico, lungo la strada statale 107 ‘Silana-Crotonese’. Quando lo si attraversa l’auto fa un balzo a causa dell’evidente abbassamento del piano stradale.
CELICO (CS) – In Calabria così come in generale nelle regioni del Mezzogiorno, le tragedie devono prima accadere, poi dopo forse, si fanno i conti e partono gli interventi. Ma quel ponte tra gli svincoli di Rovito e Celico che collega Cosenza con i centri della Sila diventa sempre più pericoloso e l’avvallamento del manto stradale è sempre più evidente. Interessato da interventi ‘tampone’ nel corso degli anni, la struttura del ponte continua però a registrare il passaggio delle auto e dei mezzi pesanti. Volume di traffico che d’estate aumenta vertiginosamente. Per diversi anni è stato effettuato dall’Anas il monitoraggio del viadotto Cannavino, dai più conosciuto come il Ponte di Celico, sito al chilometro 42,700 della strada statale 107 (ricadente appunto nel comune di Celico), ritenuto da molti pericolosissimo, visto che il ponte ha mostrato evidenti segni di cedimento strutturale con l’abbassamento del livello stradale all’altezza della campata centrale.
Già durante i lavori di costruzione del viadotto vennero alla luce le prime problematiche inerenti all’opera infrastrutturale, allorquando nell’agosto del 1972 lo spostamento di un pilone, probabilmente determinato dall’instabilità del terreno, provocò un crollo parziale causando la morte di quattro operai. Ma lo stato di allerta per le condizioni del viadotto non sembra essere cessato poiché ciclicamente sottoposto a frequenti chiusure del traffico per permettere il monitoraggio dei sempre più palesi segni di collasso della struttura. A parte svolgere delle prove di carico con l’utilizzo di camion di diverse tonnellate per verificare le condizioni statiche del viadotto e chiudere il ponte con un impianto semaforico che ha creato solo disagi ai turisti in transito, da e verso le località della Sila, poco altro è stato fatto. Eppure non sono mancati gli incontri tra la Prefettura, l’Anas e gli amministratori dei paesi coinvolti (Celico, Rovito e Spezzano) per ribadire la pericolosità di quel viadotto e le interrogazioni parlamentari.
Gli evidenti segni di cedimento, visibilmente estesi in un altro punto della struttura, appaiono non arrestarsi e proseguono pericolosamente. Anas per anni ha detto che il ponte è sotto controllo, ma quel ‘salto‘ quando si transita non sarà sfuggito agli automobilisti e ai conducenti di mezzi pesanti. Dopo anni di ‘tranquilli, il ponte è sotto controllo‘ e di rassicurazioni da parte di tecnici e operatori, da qualche tempo pare che l’Anas abbia nuovamente “attenzionato” il viadotto Cannavino, perchè “il pericolo è reale“. Ma come spesso accade “non ci sono fondi per metterlo in sicurezza”. I soldi non ci sono mai quando si tratta di prevenire, ma spuntano nell’emergenza quando c’è da ‘curare’.
Mimmo Bevacqua:”Anas intervenga in tempi rapidi e metta in sicurezza quel viadotto”
“Le criticità di alcune arterie viarie della nostra regione non devono essere oggetto di speculazione da bassa politica, ma neppure improvvidamente sottovalutate“. Interviene così il consigliere Domenico Bevacqua sulla polemica nata sui social network in merito alla interrogazione parlamentare presentata, mesi fa, dal deputato cosentino Roberto Occhiuto sui possibili rischi di cedimento strutturale del viadotto Cannavino della 107 silana-crotonese.
“Il ministro Del Rio aveva risposto puntualmente precisando che, a causa di una anomalia nella parte centrale delle campate maggiori, l’ANAS ha affidato un incarico professionale specialistico all’ingegner Pietro Monaco, professore ordinario presso il politecnico di Bari, per la direzione di una apposita campagna di indagini e prove di laboratorio. Sono state eseguite ispezioni visive e rilievi topografici, nonché prove di carico statiche e dinamiche volte a valutare le condizioni di sicurezza del viadotto. Sulla base delle risultanze l’ANAS ha previsto la realizzazione di un intervento di manutenzione straordinaria che è stato inserito nella programmazione quinquennale 2015-2019 con priorità massima”. “Senza voler lanciare allarmi infondati si deve comunque spingere affinché vengano rese disponibili le risorse finanziarie e l’ANAS intervenga in tempi rapidi: ai problemi del viadotto Cannavino, presenti sin dalla sua costruzione, il ministro Del Rio ha messo mano con rapidità e serietà ma, adesso, alle parole devono seguire i fatti”. “Per questo – continua Bevacqua – interverrò presso il presidente Oliverio affinché si abbia con l’ANAS un incontro urgente che dipani la matassa e chiarisca lo stato dell’iter procedurale in corso. Cosi come investirò della questione il capogruppo PD alla Camera Rosato e tutta la deputazione calabrese”. “Strumentalizzare vicende come queste – conclude Bevacqua – non fa altro che produrre ulteriori distacchi con la società civile: per questo chiederò risposte certe, al fine di dimostrare che c’è una classe dirigente responsabile e pronta anche a metterci la faccia“.