Quarantotto ore fa l’associazione pro alluvionati denunciava i rischi della mancata messa in sicurezza dei torrenti chiedendo dove sono finiti i due milioni e trecentomila euro destinati a coprirne le spese.
COSENZA – E’ di nuovo emergenza nella Sibaritide, area duramente provata a causa dei nubifragi del 12 agosto scorso. A causa delle abbondanti piogge cadute durante la notte ed ancora in corso, 15 famiglie sono rimaste isolate nella frazione Colagnate di Rossano, a causa dell’interruzione della strada che collega la frazione al centro cittadino. Preoccupa, in particolare, la situazione del torrente che attraversa la località, in piena a causa del maltempo. Il 12 agosto scorso le acque piovane avevano invaso le frazioni marittime ed i centri di Rossano e Corigliano, trasformando le vie in torrenti, senza per fortuna provocare vittime. Le famiglie sfollate e ricoverate in centri d’accoglienza di fortuna erano state decine.
Un evento annunciato due giorni fa in una nota Alfonso Rago rappresentante legale della neo costituita associazione pro alluvionati di Corigliano e Rossano, che conta ad oggi 40 iscritti tra imprenditori e privati cittadini.”Riteniamo – scriveva Rago – che le due comunità di Corigliano e Rossano debbano essere informate, nella massima trasparenza, su come sono stati spesi circa 300 mila euro dal Comune di Corigliano ed oltre 2 milioni di euro dal Comune di Rossano per le urgenze atteso che, ad oggi, su tutto il territorio non si vedono interventi di reale messa in sicurezza, gli argini (come quello del Citrea a Rossano) non sono ancora stati ricostruiti, le strade non sono state messe in sicurezza e non si è fatto nulla a monte, limitandosi a passare inutilmente l’aspirapolvere a valle ed a mare. Senza, purtroppo, alcuna reale prevenzione: con le prossime piogge si ripeterà lo stesso problema con danni anche peggiori, visto l’accumulo di detriti non rimossi nei torrenti a monte, come ad esempio a Ciminata Greco, dove però ci si lava le mani obbligando i residenti ad abbandonare la loro abitazione con un’ordinanza di sgombero firmata dal Sindaco di Rossano.
I danni – chiarisce Alfonso Rago – sono stati causati quasi ovunque da tombini ostruiti, pompe dei sottopassi non funzionanti, diffusi e necessari lavori di manutenzione mai eseguiti; soprattutto dal declassamento dei letti dei fiumi da livelli di rischio R2 ad R4 per consentire ulteriore cementificazione del territorio, da lavori di riqualificazione del Lungomare a Rossano fatti con superficialità. Il disastro di Via Lussemburgo (Rossano), soltanto per fare un esempio fra i tanti, era uno di quelli annunciati, perché più volte denunciato dai residenti a tutti gli enti competenti, Comune in primis. Senza contare i tanti tappi, costituiti da detriti, nei letti dei fiumi mai ripuliti o, peggio, i cimiteri abusivi di eternit venuti a galla con le piene, ora disseminati nella campagne alluvionate e portatori di veleni”.
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