CATANZARO – Giovani bulgari registravano le immagini di chi usava gli sportelli bancomat.
La Squadra Mobile di Catanzaro ha fermato i componenti di una banda dedita alla clonazione di carte di credito, utilizzate per le movimentazioni di denaro negli sportelli bancomat, che tanto allarme aveva destato sul litorale jonico catanzarese dopo che, nei giorni scorsi era stato rinvenuto applicato presso l’Agenzia di Montepaone (CZ) della “Banca di Credito Cooperativo di Montepaone” uno skimmer, apparecchiatura necessaria all’intercettazione video delle operazioni svolte dagli ignari utenti presso gli sportelli bancomat. I poliziotti erano sulle tracce della banda da qualche tempo, cosi’ quando e’ stato scoperto che il bancomat di un istituto di credito di Montepaone (Catanzaro) era stato clonato, il cerchio si e’ chiuso intorno alla banda che agiva grazie all’utilizzo di strumentazioni informatiche di ottimo livello. La squadra Mobile di Catanzaro, guidata da Rodolfo Ruperti, ha posto in stato di fermo tre cittadini bulgari domiciliati da alcuni giorni a Catanzaro Lido. La squadra Mobile ha fatto irruzione nell’appartamento dove la banda viveva e ha scoperto tutte le attrezzature utilizzate per mettere a segno i colpi. Oltre a diversi “Skimmer”, utilizzati per la clonazione dei bancomat, i poliziotti hanno rinvenuto le apparecchiature informatiche necessarie per i collegamenti con le web cam nascoste negli apparati delle banche. Diversi i computer che, se utilizzati, avrebbero permesso di duplicare centinaia di carte. Gli agenti della Questura di Catanzaro stanno ora verificando i computer sequestrati per scoprire se esistono altri bancomat clonati in zona, mentre gli istituti bancari sono stati allertati per verificare il corretto funzionamento degli sportelli per il prelievo. A conferma delle responsabilita’ della banda, gli agenti hanno anche confrontato le immagini delle telecamere della banca di Montepaone, che avevano ripreso il momento della clonazione, con i volti dei tre fermati, riconoscendo i responsabili. “Le indagini sono ancora in corso – ha spiegato Rodolfo Ruperti nel corso di una conferenza stampa che si e’ svolta in questura – per risalire agli altri componenti della banda, che e’ piu’ numerosa. Ulteriori indagini riguardano, invece, il luogo dove le carte clonate venivano plastificate e che non e’ stato ancora individuato. Se la banda avesse utilizzato tutta l’apparecchiatura a disposizione – ha concluso il capo della Mobile – ci sarebbero stati problemi seri in tutto il comprensorio”.
