Calabria
Sanità, nel mirino il dipartimento della Regione
L’accusa: il decreto per accreditare le cliniche e gli ospedali proviene dall’Amministrazione, Oliverio faccia subito qualcosa o perderà la faccia
COSENZA – Sciabolate pesanti verso la cittadella regionale. Gli schermitori, tanto per cambiare, sono i “soliti” grillini, cioè i parlamentari Dalila Nesci e Paolo Parentela. Il ring è pure consueto per i calabresi: la Sanità, dove girano i quattrini e dove, molto a lungo, si sono creati e consolidati rapporti di potere, politico ed economico, finanziato da una parte non piccolissima della spesa pubblica.

Dalila Nesci
Oggetto della contesa è il decreto con cui il Commissario regionale alla Sanità aveva cambiato le norme per l’accreditamento delle strutture sanitarie. Questo decreto, secondo i due pentastellati, è da impugnare sulla scorta di almeno due ragioni, segnalate per tempo (il due agosto) dal Movimento 5 Stelle.

Paolo Parentela
Prima ragione: il decreto emesso dal Commissario proviene dalla Regione. Infatti, scrivono i due deputati, “Proprio il dipartimento Tutela della salute ha proposto il suddetto decreto”. Perciò, proseguono, risulta “pretestuosa la successiva proposta, della stessa struttura, di inviarne il testo alla commissione consiliare di competenza”.

Il commissario alla Sanità, Massimo Scura
In altre parole, il decreto da cui sono sorte tante polemiche non proverrebbe direttamente dall’ufficio del Commissario, ma sarebbe stato predisposto dalla stessa Regione commissariata. E ciò a danno del vero titolare di questa competenza. Sul punto i due grillini sono ancora più incisivi: “La competenza sul regolamento per gli accreditamenti è del Consiglio regionale, che nella fattispecie è stato espropriato”.

Franco Pacenza
In quest’ottica, prosegue la nota dei pentastellati, emergono fortissime ambiguità: “Non si sa a che titolo il dirigente generale Fatarella abbia perfino tranquillizzato, come risulta agli atti, il commissario Scura sui tempi brevi per il rilascio del parere dalla commissione”. Perciò “appare assolutamente poco chiaro il comportamento del dipartimento, autore della prevaricazione verso il Consiglio e la Giunta regionale”.

Mario Oliverio
Delle due l’una, insomma: o Oliverio ha subito quest’approvazione, formalmente del Commissario ma sostanzialmente del dipartimento Tutela della salute, oppure era d’accordo. Ma se proprio l’ha subita impugni.
La seconda ragione della polemica è di merito: “Il decreto commissariale in questione riduce le tutele di qualità delle prestazioni nonché quelle contrattuali dei lavoratori, il che costituisce un gravissimo vulnus politico. C’è un’ambiguità di azione da parte del Dipartimento Tutela della salute, che mette in forte imbarazzo lo stesso governatore e il suo consulente per la sanità, Franco Pacenza”.
m. m.



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