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Crolli a Cosenza Vecchia, si parte dalle demolizioni per arrivare alla futuristica ovovia

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E’ dagli anni ’50 che il centro storico è pericolante. Oggi si vive un’emergenza che la Giunta Occhiuto dovrà affrontare per tutelare l’incolumità dei residenti.

 

COSENZA – L’intero centro storico traballa. “Recuperate tutto costerebbe tanto quanto costruire una città ex novo. E’ impensabile”. Ad affermarlo stamattina è stato il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto che ha incontrato la cittadinanza alla Casa delle Culture per chiarire come il Comune intende affrontare l’emergenza crolli. Una situazione che mina l’incolumità dei residenti. Circa seimila persone che vivono la propria quotidianità costantemente minacciate dagli edifici pericolanti. Nel corso dell’incontro il primo cittadino della città dei bruzi ha più volte sottolineato che a portare a tale risultato sono stati decenni di abbandono a cui è stato relegato il centro storico. L’espansione della città verso nord ha, secondo Mario Occhiuto, ignorato le priorità di Cosenza Vecchia causandone lo spopolamento. “Durante il mio precedente mandato – ha ricordato Occhiuto – abbiamo recuperato e messo in sicurezza quasi tutti i ponti storici e gli edifici pubblici, mancano all’appello solo la Casa del Fanciullo e l’ex ricovero Umberto I. Ora stiamo lavorando su Santa Lucia. Abbiamo potenziato tutti i servizi nel centro storico dalla raccolta differenziata attivando degli incentivi agli sgravi fiscali per i commercianti passando per la bonifica dei fiumi e la ristrutturazione del Castello Svevo. Ora iniziamo una fase nuova.

 

Ho già emesso le delibere per la demolizione degli stabili pericolanti. Se non riusciremo a trovare accordi con i proprietari interverremo anticipando i costi che saranno poi recuperati con Equitalia (o altri enti di recupero crediti) in maniera coatta. E’ l’unica soluzione che abbiamo. Per salvare il centro storico serve soprattutto il contributo dei cittadini, se non collaboreranno non risolveremo mai nulla. Purtroppo o per fortuna Cosenza Vecchia è stata costruita su una collina. Ciò costituisce una caratteristica che rende il centro storico cosentino unico nel suo genere, ma che comporta diversi problemi dalla staticità all’accessibilità. In più bisogna ricordare che l’edificazione dei palazzi nella maggior parte dei casi fu fatta con materiali poveri perlopiù ghiaia, sassi e sabbia prelevati da fiumi. Cosenza Vecchia è dagli anni ’50 che crolla, ricordo che durante l’amministrazione Mancini piazza Toscano si sbriciolò su se stessa. Ho emesso centinaia di ordinanze di messa in sicurezza, però non è facile intervenire sul patrimonio dei privati. Cosenza ha tutto il potenziale per diventare una città turistica. Quella di Alarico è una ‘leggenda’ conosciuta in tutta Europa, un attrattore su cui dobbiamo puntare. Solo così potremo incrementare il valore immobiliare delle case del centro storico, altrimenti nessuno investirà 500mila euro per ristrutturare un’abitazione che non potrà rivendere a non più di 50mila euro“.

 

Intanto si procede con le demolizioni. Si parte da via Bombini, dove nei giorni scorsi è crollato il costone di un palazzo già pericolante. Successivamente sembrerebbe che l’amministrazione comunale intenda operare su piazza Toscano e Santa Lucia. Si punta ad intervenire sui casi più gravi. E per l’occasione il sindaco di Cosenza rilancia una nuova ‘rivoluzione’ per la città: l’ovovia. Una funivia che  dovrebbe collegare il lungo fiume al Castello Svevo. Un’iniziativa anche questa che mira ad attirare i turisti. Idee che, in teoria, piacciono ai residenti i quali però chiedono concretezza. “Il centro storico – afferma uno dei militanti del comitato Piazza Piccola – non può essere visto solo dal punto di vista turistico. Qui è a rischio la vita delle persone che lo abitano. Persone che vivono con delle vere e proprie bombe sulla testa. Certo vogliamo che Cosenza Vecchia si riempia di turisti, ma pensiamo anche alle centinaia di famiglie che abitano in case fatiscenti. Anche loro sono cittadini ed il sindaco deve garantirne l’incolumità. Chiediamo un tavolo tecnico tra istituzioni a cui poter partecipare perchè noi che viviamo il centro storico ne conosciamo bene le problematiche. Ci sono emergenze che potrebbero essere risolte nell’immediatezza. Un esempio: i ‘palazzi cassonetti’, stabili abbandonati riempiti di immondizia. Già procedendo alla bonifica, con la rimozione dei rifiuti e murandone gli accessi, avremmo un minimo di ossigeno e una situazione igienica accettabile. Siamo d’accordo con le demolizioni, ma crediamo che per far decollare il turismo servirebbe recuperare il recuperabile, non abbattere tutto a tappeto”.

 

 

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