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Occhiuto replica alla ‘Grande Cosenza” di Guccione sul centro storico: “demagogia e populismo”

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Occhiuto replica alla ‘Grande Cosenza” di Guccione sul centro storico: “demagogia e populismo”

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Il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, ha voluto replicare alle ‘nuove’ accuse e potenziali proposte del consigliere comunale Carlo Guccione e della sua coalizione Grande Cosenza.

COSENZA – “Le ricette del consigliere Carlo Guccione del gruppo La Grande Cosenza, già espresse in Consiglio comunale e relative al Centro storico, sono enunciazioni di demagogia e di populismo, senza alcun fondamento concreto”.

“Quello che serve al nostro borgo antico – ha spiegato Occhiuto – è riconducibile a ciò che io ho già richiesto ufficialmente al Governo nazionale e su cui sarebbe apprezzabile il sostegno di tutte le forze politiche e sociali. Vale a dire interventi di messa in sicurezza che ne preservino il bello e che affrontino in maniera tangibile le necessità di eliminare i pericoli e il superfluo. D’altronde, stiamo pagando decenni di disattenzione, di spoliazione, di proclami cui non è mai seguita una politica dei fatti”.

Un commento anche su quelli che Occhiuto definisce “grandi simboli culturali”, come ad esempio i fiumi, il Castello svevo, il tesoro di Alarico, il convento domenicano: “abbiamo realizzato un grande lavoro che porterà consensi e che sta incrementando fortemente il turismo della città. Sul resto, occorrono le giuste risorse e le azioni di rivalsa verso i privati inadempienti che stiamo comunque portando avanti. Prospettare invece interventi con finanziamenti pubblici su proprietà private è un’idea poco seria, che vanifica la necessità di un dibattito rigoroso sul tema. Si può, al contrario, intervenire come sta facendo l’Amministrazione comunale, intimando ai privati di mettere in sicurezza i loro immobili, ovvero effettuandola con successiva rivalsa o attraverso bandi specifici che, però, la Regione non ha mai inteso utilizzare”.

Occhiuto infine cita Giorgio La Pira, che disse a chi gli prospettava interventi impossibili nel dopoguerra: “Non è con le parole che ricostruirò Firenze, ma con il tempo probo e il lavoro continuo, ed io approvo e sento mia questa frase meravigliosa”.

 

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