Achille Marmo era agli arresti domiciliari dal 2012 per aver fatto parte della ‘ndrangheta di San Luca. Oggi l’ordine di carcerazione di quattro anni, sei mesi e otto giorni
BENESTARE (RC) – Quattro anni, sei mesi e otto giorni di reclusione: questa la condanna emessa, dalla Corte di Assise di Appello di Reggio Calabria, nei confronti del 42enne Achille Marmo, ritenuto affiliato al clan Vottari, alias “Frunzu”, per il reato di associazione mafiosa (commesso in Italia e all’estero)
All’alba di questa mattina, a Benestare, i Carabinieri della Stazione di Careri e Locri, hanno eseguito l’ordine di carcerazione. Achille Marmo era agli arresti domiciliari dal 2012 per aver fatto parte della ‘ndrangheta di San Luca, il centro aspromontano dove le cosche rivali Nirta-Strangio e Pelle-Vottari, da anni in lotta tra di loro per il controllo del territorio, diedero vita ad una sanguinosa faida, culminata con la strage di Duisburg in Germania.
Gli inquirenti, per spiegare lo spessore criminale mafioso di Marmo, coinvolto nel processo Fehida, si soffermano proprio sulla “Faida di San Luca”, il cui segnale d’inizio è stato determinato da una banale lite scaturita a seguito di un lancio di uova durante una festa di Carnevale, nel 1991 (passato alle cronache giudiziarie come il cosiddetto Scherzo di Carnevale).
Il 30 agosto del 2007, i pm Boemi, Gratteri, Fimiani e Perrone Capano, della Procura Distrettuale antimafia di Reggio Calabria, avevano emesso un’ordinanza di fermo di indiziato di delitto e contestualmente una richiesta di custodia cautelare in carcere (l’Operazione Fehida) a carico di circa 30 indagati ritenuti responsabili di associazione per delinquere di stampo mafioso.
Proprio all’interno di questo complesso contesto criminoso si collocherebbe per gli investigatori la figura di Achille Marmo che, nella mattinata di ieri, dopo le formalità di rito, è stato rinchiuso nella casa circondariale di Reggio Calabria.
