Franata prima ancora di essere terminata la Medio Savuto avrebbe dovuto dimezzare i tempi di percorrenza tra gli entroterra di Cosenza e Catanzaro, ma è solo un ecomostro mai completato.
COSENZA – La super strada Medio Savuto, una risorsa trasformata in ecomostro con spese milionarie. Gli ultimi finanziamenti stanziati per il suo completamento ammontano a 90 milioni di euro, ma non è ancora chiaro come siano stati spesi. La strada ribattazzata ‘mangiasoldi’ avrebbe dovuto collegare la valle del Savuto al Reventino dimezzando i tempi di percorrenza tra i paesi dell’entroterra di Cosenza e Catanzaro unendo la Salerno – Reggio Calabria alla statale dei Due Mari. In realtà è solo un fantasma che terrorizza pendolari e residenti. Dopo anni di parole e promesse non mantenute gli attivisti del comitato “La Strada Che Non C’è” attendono concretezza. Nel corso dell’ultimo incontro è stato fatto il resoconto della situazione in cui verte l’iter per la messa in sicurezza e l’inaugurazione della Medio Savuto. Numerose le iniziative che il comitato ha intrapreso nel corso dei quasi sei anni di attività per sollecitare le istituzioni preposte alla realizzazione in tempi brevi di questa importante opera.
Ad aprile scorso, nel corso delle dirette di Rai tre nel programma Buongiorno Regione e nel Tg regionale, andate in onda dal cantiere (dell’unico di tre lotti in costruzione) il Presidente della Provincia di Catanzaro Enzo Bruno, aveva preso l’impegno che entro tre mesi avrebbero aperto il tratto che va da Decollatura a Soveria Mannelli ed entro otto l’intero lotto dallo svincolo della s.s. 616 in provincia di Cosenza a Decollatura. E si sarebbe potuto poi pensare al secondo e terzo lotto. “Nonostante sia passato più tempo, cosi non è stato. Sarà l’ennesima promessa del politico di turno – si chiedono gli attivisti del comitato La Strada Che Non C’è – che ripete “entro sei mesi termineranno i lavori”? Certo la situazione è molto grave anche nella rete stradale esistente dall’epoca dei Borboni nello stesso territorio. Si noti che tra Marcellinara e San Pietro Apostolo, nell’unico tratto di strada provinciale degno di nota, che collega un comprensorio di più di venti mila abitanti con la strada dei due mari, esiste un divieto di transito ai mezzi pesanti ormai da anni. E nessuno si preoccupa di risolvere il problema.
A Tiriolo – ricorda il comitato – circa sei anni fa è crollato un pezzo di strada (fondamentale per la viabilità) nei pressi del bivio Pedadace, da dove si passa temporaneamente ad una corsia, sono stati stanziati centinaia di milioni di euro e dopo tutto questo tempo non si muove foglia. L’ex strada statale 19, che passa per Pratora e va a Catanzaro, è chiusa da più di 20 anni. Anche qua ci sono dei lavori in corso e sono stati spesi tantissimi soldi. Oggi manca veramente poco per aprirla, forse meno di un chilometro e un po’ di buona volontà. Si pensi che esiste già la nuovissima segnaletica orizzontale oltre l’asfalto (a parte per le poche centinaia di metri da completare). A questo punto con tutti questi lavori incompleti ci viene spontaneo fare una domanda, saranno solo i politici di turno a non puntare sul territorio o anche i tecnici dell’Ente Provincia (o che lavorano per esso) che non hanno nessuna voglia di completare i lavori sia di realizzazione della “strada che non c’è” che di sistemazione delle vecchie strade?
Grave anche la situazione della Regione Calabria il cui Presidente ha promesso mari e monti per il territorio del Reventino- Savuto, invece nei fatti, ad oggi, non si vede nulla. Aspettiamo da anni che la regione restituisca i 94 milioni di euro che il CIPE ha inviato per il secondo lotto e la progettazione del terzo ed ultimo lotto della “strada che non c’è” e che invece (per la maggior parte la giunta Scopelliti e poi per i restanti 8 milioni circa la giunta attuale) sono stati spesi per altro. L’ attuale Presidente ha anche promesso la velocizzazione e la messa in sicurezza della importantissima tratta ferroviaria delle Ferrovie della Calabria che collega Catanzaro a Cosenza e che, in parte, è interrotta da molti anni, ma anche qua ancora non si muove foglia. Quindi gli attivisti del Comitato essendo stanchi (come tutti i Cittadini del comprensorio) della situazione attuale ed in attesa dei fatti (perché di parole ne hanno sentite veramente tante) per l’anno venturo si sono prefissati di cercare di sollecitare nel modo più forte ed efficace possibile gli enti preposti alla risoluzione in tempi brevi dei problemi indicati”.
