Calabria
Chiesti oltre due secoli di carcere per i presunti sodali della ‘ndrina più ‘potente’ della Calabria
Venti le condanne richieste dal pubblico ministero Marisa Manzini, assoluzione solo per uno degli imputati.
VIBO VALENTIA – Alla sbarra i presunti sodali di uno dei clan più potenti della Calabria. Il pm Marisa Manzini ha chiesto oggi al Tribunale di Vibo Valentia 20 condanne nel processo “Black money” contro il clan Mancuso per un totale di 219 anni di carcere. In particolare le condanne piu’ alte sono state chieste per i fratelli Giovanni Mancuso (29 anni di reclusione) ed Antonio Mancuso (27 anni), per Agostino Papaianni (28 anni e 6 mesi), per Pantaleone Mancuso, alias “Scarpuni” (26 anni e 6 mesi) e per Giuseppe Mancuso (19 anni). Le altre richieste di pena interessano: Gaetano Muscia (14 anni), l’imprenditore Antonino Castagna (12 anni), Damian Fialek (12 anni e 8 mesi), Leonardo Cuppari (12 anni e 6 mesi), l’imprenditore Antonio Prestia (7 anni), l’immobiliarista Antonio Velardo (5 anni). Tre anni di carcere a testa la richiesta di pena per Carmela Lopreste, Giuseppe Papaianni, l’imprenditore Raffaele Corigliano, Ottorino Ciccarelli, l’imprenditore Alberto Caputo, Nicola Castagna, Filippo Mondella. Due anni e 6 mesi, infine per Pantaleone Zoccali e Carmina Mizzitelli. Richiesta di assoluzione per Federico Buccafusca. Associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, usura, estorsione e danneggiamento i reati a vario titolo contestati. Il 7 gennaio l’inizio delle arringhe dei difensori degli imputati. La requisitoria del pm Manzini si è protratta per tre giorni ed ha evidenziato che la cosca Mancuso é rimasta attiva anche dopo la sentenza definitiva del processo “Dinasty-Affari di famiglia” del 2008 che certificò per la prima volta in via giudiziaria l’esistenza del clan i cui vertici furono decapitati nell’ottobre del 2003 con un blitz della Squadra mobile di Vibo e della stessa Dda nell’ambito di un’inchiesta coordinata proprio dal pm Manzini.



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