Oltre cento gli operatori che avevano incrociato le braccia chiedendo il pagamento degli stipendi arretrati.
RENDE (CS) – Continua lo stato d’agitazione tra i dipendenti del call center Yope di Rende. A fine dicembre dopo che l’azienda non aveva mantenuto la ‘promessa’ di pagare gli stipendi arretrati, oltre cento dipendenti avevano incrociato le braccia. Lo sciopero ha fatto infuriare la dirigenza che ha provveduto a querelate tutti i lavoratori che avevano aderito alla manifestazione. Un gesto deprecabile a cui segue sul territorio una campagna di solidarietà a favore dei dipendenti che da settembre non percepiscono il salario pur continuando a lavorare. “Sarà importante vincere il referendum sul lavoro perché bisogna arginare la prepotenza e l’impunità della classe imprenditoriale italiana. Quello che è successo alla Yope di Rende – scrive in una nota Francesco Campolongo
Segretario del Partito della Rifondazione Comunista di Cosenza – esemplifica drammaticamente la situazione attuale in cui si mischiano le enormi responsabilità della politica con la criminale avidità dei prenditori locali. Non diciamo nulla di segreto se affermiamo che il mondo dei call-center cosentini è un mondo fatto di precarietà furiosa e di diritti trasformati in privilegi, dove può capitare addirittura che dopo mesi di stipendio non ricevuto e dopo una sacrosanta protesta i lavoratori vengano persino denunciati.
Purtroppo, giornalmente ci dobbiamo confrontare con una normalità che accetta supinamente il lavoro non pagato, basti pensare alle migliaia di giovani calabresi truffati dalla “garanzia giovani”. Se sono le stesse istituzioni ad approfittare della precarietà, a costruire le condizioni normative per l’impunità padronale e il lavoro non retribuito non c’è da stupirsi che chi campa con l’obiettivo esplicito di fare soldi sulla testa dei lavoratori ne approfitti. Ai lavoratori denunciati va la nostra massima solidarietà e pensiamo sia giunto il momento di moltiplicare le lotte come quella della Yope perché in un’area urbana delle luci e dei locali, dalle casse dei supermercati fino ai monitor delle tante postazioni dei call-center il lavoro deve essere pagato, regolato (non si può lavorare senza orari né, tantomeno, nei giorni festivi) e rispettato. Purtroppo, tutto questo non ce lo regalerà nessuno, né certamente questa politica vergognosa che grazie al Partito Democratico sta portando a compimento l’opera di distruzione dello Statuto dei lavoratori. Spetta a tutti noi, con rivendicazioni e lotte dal basso, impedirlo”.
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