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Caso Fallara, entro stasera il verdetto per Scopelliti

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REGGIO CALABRIA – La sentenza e’ attesa per questa sera, non prima delle ore 20.

Si è riunito in camera di consiglio il Tribunale, presieduto da Olga Tarzia, chiamato a giudicare l’ex sindaco di Reggio Calabria e presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, e i tre componenti del collegio dei revisori dei conti, rispettivamente accusati di falso in atto pubblico e abuso d’ufficio l’uno, di falso gli altri tre in relazione alle autoliquidazioni di ingenti somme dell’ex dirigente del settore bilancio del Comune, Orsola Fallara, morta suicida nel 2010. Questa mattina la difesa di Scopelliti ha chiesto l’acquisizione dell’intervista rilasciata qualche giorno fa dal consigliere regionale Demetrio Naccari Carlizzi, principale accusatore del governatore nel processo, il quale annunciava, dicendosi sicuro della condanna dell’ex sindaco, la volonta’ di candidarsi a presidente della Regione Calabria. Questo il “movente”, secondo la difesa dell’attuale governatore, che avrebbe indotto Naccari ad accusare Scopelliti per prendere il suo posto alla guida della regione. Ma il presidente Tarzia ha respinto la richiesta. L’udienza è andata avanti quindi con l’arringa dell’avvocato Nico D’Ascola, assente la scorsa udienza per una frattura al polso, il quale ha chiesto l’assoluzione di Scopelliti. Il pm ha già chiesto di condannare Scopelliti a 5 anni di reclusione con interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, e a 4 anni di reclusione i membri del collegio dei revisori dei conti.

 

La provocazione del vicesindaco di Cosenza e del primo cittadino di Paola

E c’è chi è pronto ad autodenunciarsi se Scopelliti verrà condannato. E’ il vicesindaco di Cosenza, Luciano Vigna, con delega al bilancio che insieme al primo cittadino di Paola, Basilio Ferrari, entrambi vicini al Nuovo Centrodestra, hanno lanciato una provocazione a poche ore di distanza dalla sentenza sul caso “Fallara”: “In caso di condanna tutti gli amministratori dovrebbero autodenunciarsi agli organi competenti”. Vigna, sottolinea come “Affermare la responsabilità per falso in bilancio di un amministratore rappresenti un grave vulnus al principio di separazione tra indirizzo politico e gestione amministrativa”. E poi si sollevano i casi di Roma, Milano e Napoli e degli 11 miliardi di disavanzo. Anche centinaia di comuni calabresi hanno dichiarato il dissesto oppure, hanno aderito al predissesto: “Tali procedure – ricorda Vigna – hanno permesso di far emergere centinaia di milioni di euro di debiti fuori bilancio, che in molti casi erano partiti non contabilizzati per raggiungere solo su carta di effimeri equilibri di bilancio. La soluzione di un contesto così grave – prosegue il vicesindaco di Cosenza – non è la condanna degli amministratori ma un riordino legislativo che preveda procedure di monitoraggio periodico degli andamenti economico-finanziari”. Il sindaco di Paola invece, nel mettere in evidenza che in tantissimi centri della Calabria ci si impegna ogni giorno per risanare i bilanci. “Se si adottasse per tutti i comuni un eguale metro di giudizio – spiega Ferrari – allora c’è chi dovrebbe autodenunciarsi per i dissesti finanziari in corso di approvazione o chi dovrebbe attendere azioni della magistratura per i dissesti che i nuovi sindaco hanno dovuto ereditare all’atto del loro insediamento”.

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