Da lunedì non avranno più diritto alle cure perché l’Asp di Cosenza non ha i soldi per rinnovare il contratto alle terapiste. Accesa protesta su via Alimena.
COSENZA – Il diritto alle cure garantito solo per chi ha fior di quattrini da spendere in centri specialistici privati. Tra due giorni si consumerà l’ennesima vergogna della sanità calabrese. Due delle poche terapiste del Centro di Neuropsichiatria Infantile e Riabilitazione dell’età Evolutivadi Rende, che ha un bacino d’utenza che va da Rende alla Presila passando dalla Valle del Crati, da lunedì non si presenteranno più al lavoro. Il loro contratto non è stato rinnovato e non ci sono i soldi per integrarle nell’organico. Saranno sostituite da una sola dottoressa che lavorerà part time. Una situazione paradossale per un centro d’eccellenza che ha permesso a diversi bambini di avere una vita più autonoma riducendo i propri handicap. Grottesca se si pensa che dal 2014 sono in lista d’attesa ben duecento bambini, che crescendo
Questa mattina infatti un gruppo di oltre cinquanta persone ha protestato davanti la sede dell’Asp di Cosenza in via Alimena chiedendo chiarimenti. Come risposta hanno ricevuto un semplice rimbalzo di responsabilità
Il tutto a fronte di una lista d’attesa che ha una durata media di due anni. Inaccettabile se si pensa che si tratta di terapie urgenti che se effettuate in ritardo, dopo che il bimbo cresce, non permettono la riabilitazione dato che alcune patologie necessitano di un intervento tempestivo. Il direttore amministrativo dell’Asp di Cosenza Pietro Filippo ci ha spiegato che alla Regione preferiscono utilizzare i fondi per l’ospedale. Tentano di lanciarci in una guerra tra poveri che non ha senso d’esistere. I nostri bambini oggi, se non saranno aiutati, saranno gli invalidi al 100% di domani. Questo non significa risparmiare, ma ignorare le esigenze di un’intera comunità”. Le famiglie dopo aver discusso con il dirigente dell’Asp di Cosenza hanno dichiarato di non essere disposte ad accettare che i bimbi restino senza cura annunciando una vera e propria battaglia contro i burocrati. “Siamo stanche di lottare per far valere i nostri diritti, – affermano – per avere un aerosol si impiega un anno e mezzo. Abbiamo il dovere di fare tutto il possibile per ridurre l’handicap dei nostri bimbi, affetti da patologie che vanno dall’autismo alla sindrome di down. Dobbiamo farlo per la loro autonomia e autostima. I risultati – continua a ribadire una delle mamme che ha partecipato alla protesta – con le terapie ci sono. Abbiamo casi in cui chi non riusciva neanche a tenere un cucchiaio in mano dopo alcuni mesi di terapie al centro di Rende ha iniziato a mangiare da solo. Non possiamo accettare di essere ignorate”.
