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“The Jackal”: sei arresti per furti, armi, ricettazione ed estorsione – NOMI, FOTO, VIDEO

The Jackal 03

Furto aggravato, porto e detenzione di armi, ricettazione, riciclaggio ed estorsione sono i reati per i quali sei persone sono state arrestate nell’ambito dell’operazione ‘The Jackal’.

 

CATANZARO – La polizia del capoluogo con l’ausilio del reparto prevenzione crimine Calabria Centrale di Vibo Valentia hanno accertato l’esistenza di un gruppo di soggetti che si sono resi responsabili di reati in materia di armi, nonchè di furti, in particolare autovetture, destinate ad essere oggetto e strumento di pretese estorsive. Dalle indagini è emerso  che gli indagati avrebbero costretto i proprietari delle autovetture rubate a sborsare un “riscatto” per tornare in possesso del veicolo di cui erano stati spogliati, cosiddetto “cavallo di ritorno“, e che avrebbero gestito un fiorente commercio di quanto rubato che via via provvedevano a “piazzare” presso incauti o poco scrupolosi acquirenti.

L’indagine è scattata a seguito di un episodio che risale al dicembre del 2014, quando un gruppo di malviventi si era introdotto in un’abitazione a Catanzaro e aveva rubato 6 fucili, 3 pistole e 10 cartucce, in perfetto stato d’uso, detenuti legalmente e custoditi dal proprietario in una cassaforte.

Furto che era stato commesso scassinando l’auto del proprietario delle armi mentre si trovava dal barbiere e dall’auto avevano asportato le chiavi dell’abitazione dell’uomo e dell’armadietto blindato dove erano custodite le armi. Da lì sono partite le indagini che grazie all’utilizzo di immagini delle telecamere e di intercettazioni hanno permesso di ricostruire l’accaduto e fornire un quadro chiaro e delineato sulle diverse fasi del furto delle armi e anche sulle responsabilità dei destinatari della misura cautelare.

GUARDA IL VIDEO DELL’OPERAZIONE

Le auto invece, venivano rubate grazie a numerosi complici così come altri reati predatori che avrebbero consentito alla banda di impadronirsi di ogni tipo di merce che potesse garantire un immediato guadagno. Tra i furti più appetibili c’erano però le armi e le autovetture. L’abitudine degli indagati inoltre, era quella di  circolare armati ed è stata dimostrata da ulteriori indagini che consentivano di registrare, attraverso intercettazioni di vario tipo, conversazioni dalle quali emerge chiaramente il possesso da parte di Alessandro Bevilacqua, di una pistola cal. 38 che l’uomo esibisce al fratello Stefano dicendogli “guarda che bella la 38″.

In un’altra circostanza è stato chiaramente accertato che Alessandro Bevilacqua avrebbe ceduto ad un soggetto un’arma da sparo, ma l’acquirente si era lamentato del cattivo funzionamento, sostenendo che si era inceppata ed ottenendo la disponibilità del Bevilacqua a sostituire il pezzo difettoso. E’ emerso inoltre che gli indagati spesso costringevano i proprietari delle autovetture rubate a pagare per riavere indietro il mezzo, cosiddetto cavallo di ritorno e gestivano un fiorente commercio di quanto rubato che via via provvedevano a “piazzare” ad incauti e poco scrupolosi acquirenti.

Da numerose conversazioni telefoniche intercettate infine, è emerso come l’indagato Elio Pirroncello, fosse coinvolto nelle operazioni di recupero di autovetture rubate dietro l’indebito pagamento di somme di denaro in media quantificabili in 500 euro circa. Un vero e proprio sistema di vita ed una attività quotidiana per i sei arrestati che avrebbero coinvolto negli affari illeciti anche dei minorenni, abilissimi e scaltri complici, o addirittura di giovanissimi come nel caso di due bambini esortati e istruiti a rubare, presso un esercizio commerciale, beni di scarsissimo valore commerciale con una serie di raccomandazioni operative quali quella di fare attenzione alle telecamere di videosorveglianza.

I NOMI

Alessandro Bevilacqua, 32 anni
Stefano Bevilacqua, 30 anni
Elio Pirroncello, 25 anni
Francesco Martino, 47 anni
Antonio Passalacqua, 44 anni
Annunziata Passalacqua, 51 anni

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