L’Associazione “Gli Altri Siamo Noi” permette di lavorare e fare tirocini ai giovani con sindrome di Down/disabilità intellettiva, per realizzare prodotti “buonibuoni”. Il progetto “Vuoi venire a cena da noi?” è rivolto ai ragazzi dell’Associazione Italiana Persone Down sezione di Cosenza.
COSENZA – È una importante occasione di riscatto per il Sud, per dimostrare che anche qui è possibile costruire qualcosa di nuovo: un’impresa per l’inserimento sociale e professionale di ragazzi con disabilità. Questo allo scopo di rompere lo stereotipo dei “disabili” come eterni bambini. Il progetto nasce per realizzare il nostro sogno, costituire una cooperativa sociale di tipo b nella quale possano lavorare e fare tirocini i giovani con sindrome di Down/disabilità intellettiva, che hanno partecipato al progetto dal titolo “Prove di volo” finanziato dal Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri, finalizzato all’inserimento lavorativo di giovani con e senza disabilità. Il progetto, durato due anni, ha visto coinvolti tra beneficiari diretti e indiretti 41 persone con disabilità di diverse fasce d’età e li ha preparati alla creazione di “prodotti ad alto contenuto di felicità”. Si questa è la definizione che abbiamo scelto, vista la gioia e la soddisfazione che ha accompagnato e accompagna il loro lavoro.
Anche chi li osserva dall’esterno ha la stessa piacevole sensazione, e poi, tocca dirlo, sono diventati veramente bravi nel realizzare prodotti da forno dolci e salati, deliziose conserve e gustosa pasta fresca. I nostri prodotti dal marchio “buonibuoni” sono stati promossi da gruppi di acquisto sia per verificare il gradimento che la possibilità di trovare mercato. I segnali che abbiamo ricevuto sono stati più che positivi, per cui ci stiamo occupando di tutti gli adempimenti necessari per la costituzione di una cooperativa che avrà il nome di “Volando oltre”. Tuttavia, perché il sogno diventi realtà, dobbiamo acquistare, perché tutto possa avvenire secondo i canoni previsti dalla normativa, delle attrezzature come ad esempio il cuocitore e lo sterilizzatore per confetture, che hanno costi consistenti, almeno per le nostre possibilità. Senza di esse non possiamo commercializzare i nostri prodotti. Poter creare un’opportunità di lavoro vero per i nostri giovani significa evitare che vivano da “pensionati” a 20 anni e per tutto il resto della vita, condizione questa, veramente mortificante per chiunque, ma estremamente pericolosa per la loro salute mentale.
La presidentessa dell’associazione Gli altri siamo noi, Adriana De Luca, ha illustrato gli obiettivi del progetto ai microfoni di Rlb nel corso della trasmissione Informattiva
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Le persone con disabilità intellettiva strutturano una fragile identità per le difficoltà che incontrano, per lo lo stigma che le accompagna e la ridotta o assente possibilità di realizzare la soddisfazione dei diritti umani fondamentali che è stato necessario scrivere nella Convenzione ONU del 2006 (legge 18/2009), per cui il rischio di acquisire patologia psichiatrica, grave non autosufficienza con conseguente istituzionalizzazione alla morte dei genitori è elevato. Questo è per noi francamente insopportabile. Nel corso degli anni coi nostri progetti e in modo particolare con “Prove di volo” abbiamo dimostrato che questo destino può essere cambiato. Ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo ideato percorsi di empowerment verso la vita adulta rivolta a genitori e giovani, ad essi abbiamo associato dei laboratori teorico-pratici ed esperienze in azienda per costruire conoscenze, abilità e competenze tipiche di addetti alla manipolazione trasformazione di alimenti nel rispetto della normativa sulla sicurezza alimentare.
Questi percorsi originali e facilitati che hanno prodotto risultati verificabili e tangibili, sono stati riconosciuti “buone prassi” dal comitato scientifico del 1°Convegno Internazionale organizzato dal Centro Studi Erickson dal titolo “Sono adulto” tenutosi a marzo dello scorso anno nel quale abbiamo presentato le nostre esperienze. Oramai manca poco, i nostri ragazzi sono pronti e non vedono l’ora di poter diventare lavoratori, dopo una lunga preparazione, costata loro impegno e dedizione. Non vogliamo in nessun modo tradire le loro aspettative, per questo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per realizzare anche in una città del sud ciò che in altre città d’Italia rende felici e fieri di loro stessi tanti ragazzi con disabilità intellettiva. Abbiamo fatto le nostre “prove di volo” adesso è il momento di “volare oltre”. Non vediamo l’ora di mettere sul mercato, anche on line, gli straordinari “buonibuoni” PRODOTTI AD ALTO CONTENUTO DI FELICITA’. Vi assicuriamo è contagiosa.
Di seguito il link per partecipare e votare: https://community-fund-italia.aviva.com/voting/progetto/schedaprogetto/16-1088
Impariamo a mangiare sano
La sindrome di Down è una malattia genetica tra le più diffuse al mondo; determina un ritardo cognitivo (variabile), con un quoziente intellettivo medio. Nella sD si evidenzia un metabolismo basale più basso rispetto alla popolazione in generale, ciò contribuisce a una maggiore incidenza di sovrappeso e obesità. Le cause sono da ricercare nella genetica, difatti alcuni studi hanno evidenziato livelli più elevati di leptina nelle persone con sD rispetto ai relativi fratelli. Ciò potrebbe causare una mancata inibizione dell’appetito perciò facilitare l’aumento di peso. Dati sperimentali suggeriscono anche che le persone affette da sD hanno una forte tendenza al consumo di pane, pasta, salumi e dolci, trascurando il consumo di frutta e verdura. Il progetto “Vuoi venire a cena da noi?” è rivolto ai ragazzi dell’Associazione Italiana Persone Down sezione di Cosenza.
