Il consigliere pentastellato al Comune di Rende: “Abbiamo votato no al Piano Casa, ci sono altre priorità, come la bonifica dell’ex Legnochimica”.
RENDE (CS) – “Pochi giorni fa, sul Blog delle Stelle, Beppe Grillo ha spiegato come nella visione del futuro delle città e del paesaggio debba esserci anche la qualità architettonica, la bellezza, l’integrazione, la presenza di verde utilizzabile, di terra coltivabile, di occasioni per creare lavoro, cultura, servizi pubblici che siano a misura d’uomo. Il futuro, per il Movimento 5 Stelle, non è il consumo ma è il recupero di spazi dismessi e magari già perfettamente serviti, il riuso di cose ed edifici, l’economia circolare, la condivisione, l’autosufficienza energetica, l’ecologia e la cultura della partecipazione, la rigenerazione urbana, sociale e culturale dei quartieri.” E’ quanto si legge in una nota del pentastellato Domenico Miceli, consigliere comunale di Rende.
Ed è proprio l’area urbana cosentina la più aggredita in Calabria dalla cementificazione selvaggia. Eppure ormai da diversi anni Rende come Cosenza vedono diminuire sistematicamente il numero dei propri abitanti. La spiegazione di tutto ciò è semplice: da tempo non si costruisce più per la domanda sociale e la rendita fondiaria, poi immobiliare, si è trasformata sempre più in finanziaria. Ed ecco che dalla programmazione di questa giunta, invece, sembra essere sparito il nuovo PSC e con esso la possibilità di determinare la qualità della trasformazione urbana e consentire una valutazione trasparente dei processi in corso e dei futuri. Questa maggioranza preferisce l’approvazione di misure come il Piano Casa, dimostrando l’assoluta incapacità di governare i mutamenti, di convertirli in occasioni di progresso urbano, anziché subirne le conseguenze.
Per noi del Movimento 5 Stelle sarebbe stato importante integrare fin da subito discipline e competenze diverse nella chiara individuazione di ciò che costituisce l’interesse comune, riconoscere il ruolo insostituibile delle decisioni condivise con i cittadini, nel quadro del corretto riconoscimento del ruolo del privato economico e del privato collettivo, innescare azione diffuse di rigenerazione urbana che possano creare il contesto più adatto per migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini di Rende. Abbiamo votato contro il Piano Casa, quindi, ritenendo che siano altre le azioni necessarie a questa città. Ad iniziare, ad esempio, da un piano di messa in sicurezza, ripristino ambientale e adattamento dell’intera area industriale, al fine di bonificare i suoli e le falde acquifere, far fronte ai cambiamenti climatici e rendere il territorio resiliente.
