Renzi è più finito di Napoleone a Sant’Elena. Lo sa. Ma fa finta di nulla. E con lui tutti i delegati del Lingotto.
Un’assemblea del tutto staccata dalla realtà. Da dove arrivano perfino proposte per rendere “segreto” l’avviso di garanzia. Così, magari, mai avremmo saputo del ministro Lotti indagato o del babbo di Matteo. E delle sue frequentazioni negate. E di chissà cos’altro. Quell’avviso di garanzia utilizzato molto, e senza ritegno, dalla stampa “amica” (quasi tutta) del PD e del governo, che ha schiaffato per mesi in prima pagina fatterelli inutili, ben utilizzando la notizia dell’avviso di garanzia e coprendo le magagne che intanto si facevano contro il popolo. Quella stampa che ha bisogno delle sovvenzioni di Lotti, che in questi giorni minaccia gare “europee” per le agenzie, che di fatto le porterebbero al fallimento certo. Quelle sovvenzioni di Stato che tengono in piedi inutili giornali che non venderebbero una copia, altrimenti. Per le nefandezze e le bugie che scrivono.
E invece ascoltiamo ancora le solite parole del “pericolo dei populismi”, delle tasse da abbassare, della crisi finita per uno “zero virgola” di occupazione in più (dato drogato da voucher e altre alchimie temporanee). Solo adesso arriva un “noi” al posto di un “io”. Ma, di fatto, in questi anni Renzi ha fatto il reuccio. Da solo. Ma sostenuto da tutti, però. Tutti i “vecchi”. Tutti quelli che lì, nella “zona governo”, ci sono da anni e anni. E hanno visto passare leggi assurde, decreti capestro. E incassato. Sovvenzioni, vitalizi, privilegi. E ora vorrebbero anche questo avviso di garanzia segreto. Possibile che per una proposta simile si alzi solo la voce di Gratteri, che, dalle sue stanza di Catanzaro, dice che ci vuole ben altro per evitare la “gogna” mediatica? E si batte ancora, anche se, mi pare, senza molta convinzione, per una riforma che lui aveva già proposto. Quando era in odore di ministero della Giustizia. Ma, come sappiamo, Re Giorgio Napolitano disse di no. E Matteo non poté che abbassare la testa. O, almeno, questa è la stessa versione di Gratteri.
Intrecci, inciuci, mescolanza di poteri e di conflitti d’interesse: questi sono i veri problemi dell’Italia. Che non saranno eliminati se non cancellando tutto l’apparato che si è creato, giorno dopo giorno, alla guida del Paese. Un groviglio di potere occulto e anche noto, spesso, che non viene toccato. Per paura che il sistema faccia corto circuito. E il PD, che governa, si scinde. Ancora una volta. La sinistra (che non è diversa dalla destra) dimostra che, al governo, si lacera. Si contorce in interessi che nega e condanna, se sta dall’altra parte, ma che poi non sa minimamente gestire, una volta al potere. E intanto ancora sentiamo Berlusconi dire che lui potrebbe fare la differenza. Ma la sua occasione l’ha pure avuta (e che occasione!) per quasi 20 anni. Eppure ci ha lasciato solo le storielline di Ruby. Cosa altro ricordate? Gheddafi che frenava i migranti? Certo, ci sarebbe riuscito. E’ senz’altro vero. In barba a qualunque diritto umano, però. E con questo non voglio giustificare l’attacco franco-americano alla Libia di allora. Ma poi, non sapemmo imporci, neanche in quel caso. L’Italia non conta un tubo. E’ bene che ce lo diciamo onestamente. In Europa siamo sudditi. Per questo la Gran Bretagna, che rischiava di farci compagnia nel nulla, ha scelto la Brexit. Che oggi porta la sterlina a volare. E Londra ad essere la meta preferita dei nostri giovani in fuga. Ma di questo la stampa amica di Lotti non parla. Ci ha solo terrorizzato sugli effetti nefasti dell’addio della Regina alla UE. Effetti? Vantaggi. Per loro. Ma non penso che sia un bene uscire dall’Europa. Forse, da “questa” Europa, a trazione franco-tedesca. E che ha distrutto la Grecia con quello che qualcuno ha definito “un esperimento sociale”. Un crimine conto l’umanità. Ma mi sto perdendo.
Dove eravamo? A Renzi. Che, siatene certi, sarà ancora il segretario del PD. O di quello che ne resta, dopo l’abbandono di chi ha votato tutte le leggi degli ultimi anni. Insieme a Renzi. E che sostiene il governo figlio di quello di Renzi. La rivoluzione “gentile”? No, io direi “dell’acqua tiepida”. Fatta senza idee, neanche quella del nome del nuovo partito. Copiato. E anche Renzi copia. Copia perfino la piattaforma web del Movimento 5 Stelle. La chiama “Bob”. Farebbe bene a chiamarla “Lassie”. E a tornarsene a casa, in quella Toscana che adesso gli si sta rivoltando contro. E direi, anche, finalmente. Visto che lì sanno bene come è nato il suo astro e come ha governato Firenze, città e Provincia. Intanto la tv propone come “antipolitico” un Salvini nato dalle ceneri di quella Lega che, al governo con Silvio, non ha fatto niente di quello che prometteva ai suoi elettori. Mentre Salvini la difendeva a spada tratta dai microfoni di Radio Padania, quella che ha avuto le frequenze gratis, regalo della prima legge finanziaria fatta da Berlusconi. Per poi venderle e fare cassa. Basterebbe questo, in un Paese “normale”, a far tacere per sempre questo personaggio che viene sostenuto da sprovveduti. E non parlo dei leghisti, ma di chi va alle sue uscite pubbliche per protestare, anche violentemente, e crea così, alla fine, l’unico motivo per far stare la Lega (e le sue poche e ipocrite idee) sulla stampa. Ignorandoli, questi incontri sarebbero importanti quanto una riunione di condominio. Ma l’Italia ha bisogno di indignarsi, che diamine, ogni tanto! Lo facciamo per il rigore dato alla Juventus. Mai per il ministro Alfano che usa l’aereo di Stato quasi 70 volte in sei mesi. Tre volte alla settimana. Quasi sempre per tornare a casa, in Sicilia. Una sorta di taxi. Che paghiamo noi. Che però non ci indigniamo per questo. Come non ci indigniamo di tutti i condannati in Parlamento. Da Verdini in giù. E li chiamiamo ancora “onorevoli”. Perchè siamo “garantisti”.
Ma chi garantisce la gente? Questi personaggi certamente no. Loro, che sono i veri inventori del Movimento 5 Stelle. Del “populismo”, termine usato sapientemente come negativo. E’ certo: se non ci fossero state truffe e corruzioni a così ampio raggio, non ci sarebbe stato neanche il Movimento 5 Stelle. Gli “inesperti” arrivati alla politica. Che fanno un sacco di errori. Ma, almeno, onesti, a stragrande maggioranza. Poi, siccome nessuno è santo, anche tra di loro ci saranno le mele marce. Da individuare ed eliminare. Ma, che si voglia ammettere o no, è grazie al Movimento 5 Stelle che è cambiato qualcosa, negli ultimi anni. E questo è dimostrato dal fatto che il suo programma e la sua struttura oggi siano copiati da tutti. Anche da quel PD che, a parole, vorrebbe auto-rivoluzionarsi. Senza però cambiare nulla. Con la stessa gente. Che promette, adesso, di parlare di “noi” e non di “io”. Troppo tardi. Einstein diceva che “follia è fare sempre la stessa cosa e aspettare risultati diversi”. Invece qui mi pare che si crei sempre la stessa creatura di Frankenstein, capace di qualche vagito e anche di far paura. Evocando improbabili cataclismi. Ma, poi, incapace di pensieri autonomi. Una creatura che sarà, ancora una volta, guidata dall’esterno. Ma il telecomando, invece, adesso lo vogliamo tenere noi. La gente comune. E non solo per vedere il replay di un gol. Spero. E spero soprattutto in quei giovani che, prima o poi, capiranno che è la politica che decide della loro vita. Non Facebook.
