Calabria
Arrestato il super latitante Santo Vottari, si nascondeva in un bunker
Il latitante Santo Vottari è stato arrestato all’alba dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria.
REGGIO CALABRIA – Vottari era nascosto in un bunker a Benestare, paese in provincia di Reggio, in contrada Ricciolino ed è ritenuto un esponente di spicco del clan Pelle-Vottari, il gruppo criminale che organizzò la strage di Natale in cui perse la vita Maria Strangio. Inoltre prese parte alla strage di Duisburg il 15 agosto del 2007. È stato condannato a 30 anni di reclusione per omicidio e associazione mafiosa.
Vottari era anche inserito nell’elenco dei ricercati dell’Europol, i latitanti più pericolosi d’europa. I carabinieri dopo una lunga attività di indagine hanno scoperto il bunker dentro il quale il latitante si nascondeva e dopo una serie di accertamenti per verificare la sua presenza all’interno, questa mattina sono intervenuti.
Santo Vottari dalla faida di San Luca alla strage di Duisburg
La strage di Duisburg, in Germania, risale alla notte tra il 14 e il 15 agosto del 2007. Nella cittadina tedesca furono uccise sei persone. Un’azione clamorosa che fece conoscere al mondo il rischio rappresentato dalla ‘ndrangheta calabrese. Un massacro inserito in una faida che coinvolge il clan Vottari, il cui reggente, Santo Vottari, è stato arrestato oggi.
Nella strage di Ferragosto morirono Tommaso Venturi, 18 anni; Francesco e Marco Pergola 22 e 20 anni; Francesco Giorgi, 17 anni; Marco Marmo, 25 anni, e Sebastiano Strangio, 39 anni. Furono uccisi a colpi di mitraglietta davanti al ristorante-pizzeria “Da Bruno” di proprietà della famiglia Strangio, originaria di San Luca, il paese della Locride noto per aver dato i natali allo scrittore Corrado Alvaro, ma anche per la lunga faida che ne ha insanguinato le strade. Protagonisti della guerra i clan degli Strangio-Nirta su un fronte e quello dei Pelle-Vottari-Romeo, sull’altro.
Le vittime di Duisburg erano appena uscite dal locale “Da Bruno”. Avevano cenato per festeggiare i diciotto anni di Tommaso Venturi. I sicari entrarono in azione poco dopo le due del mattino.
Le vittime furono sorprese a bordo delle due auto su cui erano salite, una Golf e un furgoncino Opel. Piu’ di settanta i colpi sparati, compreso il colpo di grazia alla testa esploso a ognuna delle vittime. La ‘ndrangheta calabrese, fino ad allora considerata un’organizzazione di secondo livello rispetto a quella siciliana, si manifesto’ drammaticamente nel cuore dell’Europa, sebbene gia’ da anni avesse consolidato i suoi interessi nel settore degli investimenti immobiliari nelle capitali del vecchio continente e gestisse suoi traffici illeciti, come il traffico delle droghe pesanti grazie alle alleanze consolidate con i cartelli colombiani.
Fu subito chiaro agli inquirenti che quella scritta con il sangue in Germania era solo una nuova pagina della faida di San Luca che insanguinava il paese aspromontano gia’ da 16 anni. Non a caso e’ li’ che si terranno i funerali, fra mille dispositivi di sicurezza. Le indagini, avviate dalla Polizia tedesca in collaborazione con quelle italiane, si avvalsero della testimonianza di due persone. Fu possibile ricostruire degli identikit. La missione di morte in terra tedesca fu interpretata come la risposta del clan “Nirta-Strangio” all’omicidio di Maria Strangio, avvenuto la sera di Natale del 2006, passato alle cronache come “strage di Natale”.
Duisburg, reazione all’omicidio di Maria Strangio
Maria Strangio era moglie di Giovanni Luca Nirta. Due uomini con il volto coperto da un passamontagna spararono su un gruppo di persone radunati davanti a una casa nel centro di san Luca. Si trattava di membri delle famiglie Nirta e Strangio. C’erano il boss Giovanni Luca Nirta, probabilmente il vero bersaglio del commando; c’erano la moglie Maria e il fratello del boss, Francesco Nirta, con un nipotino di 5 anni. La donna, di 33 anni, gravemente ferita, mori’ poco dopo all’ospedale di Locri. Francesco Nirta ed il bambino di 5 anni rimasero feriti. Giovanni Luca Nirta era uscito dal carcere da pochi giorni, dopo aver scontato una pena. L’inizio della faida tra le cosche “Vottari-Pelle-Romeo” e “Strangio-Nirta”, viene fatto risalire dagli inquirenti al 10 febbraio 1991 e sarebbe stato originato da un banale scherzo di carnevale. Un gruppo di giovani legati al clan Strangio-Nirta lancio’ delle uova verso un circolo ricreativo gestito da uno dei Pelle, detti “Gambazza, sporcando anche l’auto di un Vottari. Ne scaturi’ una lite in cui che causo’ due morti e due feriti. Morirono Francesco Strangio e Domenico Nirta, 20 e 19 anni, mentre i feriti furono Giovanni Lica Nirta e il fratello Sebastiano. Qualche ora prima qualcuno aveva sparato, ferendolo, a un parente dei Nirta, Francesco Colorisi, 23 anni, usando una Kalashnikov. Fu l’inizio di una lunga scia di sangue, tracciata anche con un attentato a colpi di tritolo.
Minniti: arrestato uno dei più pericolosi ricercati
Un segno importante all’indomani della Giornata dedicata alla Memoria delle vittime delle mafie tant’è che il ministro dell’Interno, Marco Minniti, si è congratulato con il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio del Sette, per l’operazione, eseguita dai Reparti Speciali dello Squadrone dei Cacciatori Carabinieri e dal Comando Provinciale di Reggio Calabria, che ha portato all’arresto di Santo Vottari, ritenuto al vertice dell’omonima cosca, gia’ condannato per omicidio e associazione mafiosa ed inserito nell’elenco dei ricercati piu’ pericolosi di Europol. “Voglio ringraziare – ha sottolineato il ministro Minniti – l’Arma dei Carabinieri che, con l’alta professionalita’ e il sacrificio dei suoi uomini, dopo articolate attivita’ investigative, e’ riuscita ad assicurare alla giustizia uno dei ricercati piu’ pericolosi d’Italia. I carabinieri di Reggio Calabria hanno arrestato all’alba il latitante Santo Vottari e sul suo profilo Twitter il ministro della Difesa Roberta Pinotti sottolinea la “nuova, brillante operazione della nostra Arma”.



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