Site icon quicosenza

Juve e ‘ndrangheta, le intercettazioni che intrappolano Agnelli

33c9e9c9 0f23 432a 8509 ff3dd79484f5

“Il problema è che questo ha ucciso gente”, ecco le parole che secondo la Commissione parlamentare antimafia inchiodano il presidente della Juventus Andrea Agnelli.

 

TORINO –  Alessandro D’Angelo, responsabile sicurezza della Juventus sapeva benissimo chi fossero i ‘compari’ calabresi che gestivano il bagarinaggio. Pare sia stato lui stesso, in prima persona, a controllare su Google chi fossero i fratelli Dominello quando i capi ultras glielo presentarono per avviare il business della vendita dei biglietti per assistere ai match. A rivelarlo sarebbero delle conversazioni contenute nelle intercettazioni secretate, di cui è stata chiesta (ma non ancora contenuta) dai legali della difesa la desecretazione. Sarebbe stato infatti proprio D’Angelo ad informare l’allora direttore commerciale Francesco Calvo che “i due fratelli sono stati arrestati, hanno il 416 bis (accusa di associazione mafiosa, ndr). Rocco è incensurato, parliamo con lui”. Il che confermerebbe che gli esponenti della Juventus fossero a conoscenza dei rapporti dei Dominello con la criminalità organizzata. Intanto l’avvocato di Rocco Dominello ha confermato che il suo assistito ha incontrato più volte, alla luce del sole, il presidente della Juventus Andrea Agnelli. A ripeterlo è stato anche Dominello in carcere durante l’interrogatorio di garanzia. Intanto Agnelli ha minacciato di querela il procuratore della FGIC Giuseppe Pecoraro per avere associato il suo nome alla ‘ndrangheta. Altre intimidazioni sono state indirizzate ad alcuni membri della commissione Antimafia, tra cui Marco Di Lello e Angelo Attaguile, che hanno denunciato di aver ricevuto messaggi minatori di morte sui propri account mail e social in relazione all’inchiesta tra Juve e clan calabresi.

 

INTERCETTAZIONI ANDREA AGNELLI

 

Agosto 2016 Andrea Agnelli parla con il responsabile della sicurezza Alessandro D’Angelo di un incontro avuto con Dominello presso la Lamee Spa holding riconducibile al presidente della Juventus.

 

AGNELLI: “So che erano lì…io ogni volta che li vedevo, quando li vedevo a gruppi facevo scrivere sempre le cose sui fogli, perché nella mia testa era per dargli importanza che scrivevo quello che dicevano. Quello che tin ha presentato è quello che faceva gli ordini. E io li vedevo ogni sei mesi, almeno una volta l’anno, non è che... Loro comprano quello che devono comprare, a noi ci pagan subito e poi gestiscono loro tutto! Aver visto il Dominello solo non credo proprio. Anche quando hanno provato ad incontrarmi. I due viaggiavano sempre in coppia ci può stare che uno sia salito una volta dieci minuti prima dell’altro. Ale pensaci anche tu”.

D’ANGELO: Sì

AGNELLI: Perché quell’altro era una persona comunque con la quale dialogavi, aveva un ragionamento, aveva una capacità analitica e aveva una capacità propositiva mentre gli altri tutto questo, tranne i milanesi, non ce l’hanno. Quindi che uno abbia fatto delle riflessioni con lui e poi sia stato seguito dall’altro ci può stare. Ci può stare.

 

In un’altra conversazione del Marzo 2014 tra Agnelli e D’Angelo si parla dell’incontro per la vendita stock di biglietti ai capi ultrà.

AGNELLI: Il problema che questo ha ucciso gente

D’ANGELO; Sì. Ha mandato a uccidere

AGNELLI: Questo è il problema

D’ANGELO: Il concetto è questo. Questa è la gente. Ho parlato con Rocco (Dominello) al telefono che mi ha detto che si sta messaggiando alla grande con il mister. (Ha detto) “Ah poi te li faccio leggere è una di quelle volte in cui il mister si apre con me”. Però non li ho sentiti

AGNELLI: Cioé zero?

D’ANGELO: Zero, non li ho sentiti solitamente poi sai qualche battuta quando tornano in macchina da Milano me la mandano. Niente.

DOMINELLO IN CARCERE DICE DI CONOSCERE AGNELLI

 

“Io conobbi D’Angelo – riferisce Rocco Dominello al pm – ad Asti ad una cena in cui c’era Andrea Agnelli e Claudio Albanese. Divenni suo amico nel 2011 quando fu aperto il nuovo stadio. Frequentai la sede della Juve a partire se non sbaglio dal 2012. Ricordo portai con Fabio Germani e D’Angelo un cesto di Natale ad Andrea Agnelli. Un’altra volta D’Angelo mi portò da Agnelli in piazza CNL, forze anzi era la prima volta che lo vedevo. In quell’occasione mi parlò di abbonamentialla Juve perché aveva l’idea di azzerare i biglietti di ingressoper i gruppi di tifosi dando invece che biglietti abbonamenti. Dissi che io non me ne intendevo ancora tanto infatti gli dissi di parlare con Ciccio e Dino. Andrea Agnelli nell’incontro che ho detto faceva su un foglio degli schemi che non capivo”.

 

Exit mobile version