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Giornalisti infuriati davanti ai cancelli RAI contro la privatizzazione
CATANZARO – Presidio di protesta domani davanti la sede calabrese di ‘mamma Rai’.
Ad annunciare l’adesione allo sciopero รจ la Slc Cgil Calabria. “Il decreto 66 – spiega il sindacato in una nota – rischia di avere effetti devastanti sulla Rai, intesa sia come azienda sia come servizio pubblico. Il taglio di 150 milioni non รจ sugli sprechi, ma il governo intende attuarlo con la svendita di Raiway, che รจ un patrimonio della Rai. Per questo motivo abbiamo confermato lo sciopero, per domani mercoledรฌ 11 giugno. Vendere Raiway significa mettere sul mercato un bene pubblico che non va assolutamente toccato. Occorre anche ricordare che qualche anno fa fu fatta una stima del valore di Raiway: allora fu quotata intorno agli 800-900 milioni, adesso si vuole vendere (forse รจ il caso di dire ‘svendere’) ad appena 160-170 milioni. Condividiamo la necessitร di risanare l’azienda, ma occorre farlo salvaguardando il patrimonio Rai. Non si puรฒ prevedere un risanamento di una azienda creando effetti devastanti sull’occupazione di migliaia di lavoratori e colpendo al cuore la piรน grande azienda culturale del paese.
Lo scioperรฒ si articolerร attraverso presidi in tutta Italia davanti alle sedi regionali, cercando di collegare tutte queste piazze, creando un’unica piazza virtuale in streaming che darร voce e immagini alla nostra protesta. In Calabria l’iniziativa di protesta prevede un presidio innanzi la sede Rai di Cosenza di via Marconi a partire dalle 10, in cui oltre alle lavoratrici ed ai lavoratori Rai e Rai Way, le segreterie territoriali confederali e di settore, ci si aspetta una forte partecipazione di partiti, movimenti, istituzioni. L’invito รจ rivolto a tutte le forze politiche della nostra regione, a parlamentari, consiglieri regionali, sindaci, ma anche e soprattutto semplici cittadini fruitori del servizio pubblico garantito dalla Rai. Il sostegno per una battaglia in difesa della piรน importante impresa italiana nel settore della produzione culturale e per la salvaguardia dei livelli occupazionali che, nella sola Calabria, conta centinaia di lavoratori tra diretti ed indotto, deve ricercare e trovare il piรน ampio sostegno. Per non spegnere il servizio pubblico, accendiamo le piazze”.



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