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Cavallerizzo, il ‘paese fantasma’ abusivo dovrà essere legalizzato

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Cavallerizzo, il ‘paese fantasma’ abusivo dovrà essere legalizzato

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CERZETO (CS) – Ricostruiamo la storia del business cosentino di Bertolaso: un appalto da 72 milioni di euro per una new town abusiva. 

Il 7 marzo 2005 Cavallerizzo di Cerzeto venne colpito da una frana sul versante sud. I danni gravi, da questa provocati, secondo quanto censito dalla stessa Protezione Civile Nazionale, furono dell’11,5%. Si dispose già dopo pochi giorni, l’abbandono e la delocalizzazione dell’intero abitato in modo obbligatorio per tutti i proprietari, anche di coloro che non avevano autorizzato la ricostruzione della propria casa. Nel 2008 l’associazione Cavallerizzo Vive deposita il primo ricorso contro la ricostruzione delle case nel nuovo agglomerato urbano di Pianette chiedendo il recupero di tutto l’antico borgo di Cavallerizzo. La lunga fase giudiziaria sulla vicenda di Cavallerizzo ha visto il suo termine con la sentenza definitiva dello scorso 11 dicembre, pronunciata dal Consiglio di Stato. Quest’ultimo ha accertato la mancanza della fondamentale procedura di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale). Ragione per cui i giudici amministrativi hanno ritenuto di dover annullare il verbale della conferenza dei servizi del luglio 2007 che approvava il progetto definitivo, acclarando di fatto l’abusività del nuovo quartiere urbano di Cerzeto.

 

Il Comune di Cerzeto, nonostante tutto, non ha tenuto conto di una sentenza emanata dall’organo più alto della giustizia amministrativa in Italia. Lo scorso aprile, lo stesso Ente comunale, ha anche presentato un ricorso per annullare la sentenza del Consiglio di Stato, che quest’ultimo non solo ha rigettato, ma ha anche condannato il Municipio di Cerzeto a pagare all’associazione Cavallerizzo Vive le spese processuali. Ovviamente tutto a carico della popolazione di Cerzeto quando, a livello legale, non c’erano i presupposti a ricorrere in giudizio. Pochi giorni fa, il 2 luglio, il T.A.R. del Lazio ha condannato le Amministrazioni a riavviare il procedimento abilitativo del nuovo abitato entro trenta giorni, previa acquisizione della valutazione di impatto ambientale con tutti i limiti del caso. Insomma si proverà a legalizzare la new town abusiva a posteriori. Come e con quali interventi non è dato sapere. Il tribunale ha inoltre già statuito che qualora l’amministrazione preposta non ottemperi “entro il termine indicato”, se ne occuperà un commissario ad acta già individuato nella persona del Ministro dell’Ambiente o “un dirigente da lui delegato”, con termine perentorio di altri trenta giorni.

 

È doveroso evidenziare che gli amministratori del Comune di Cerzeto continuano a non prendere iniziative volte alla tutela e alla salvaguardia dell’antico paese che a distanza di 9 anni e mezzo rimane del tutto intatto. Il centro storico ha bisogno di un urgente recupero, ma come si è ben capito, questa soluzione da fastidio a chi localmente e anche a livello nazionale (Comune di Cerzeto e Protezione Civile Nazionale) sta continuando a difendere solo gli interessi di una parte di popolazione, disconoscendo i diritti degli altri. È quasi inutile dire che, come di consueto, alla sentenza sono seguite alcune trionfalistiche dichiarazioni di vittoria, non si sa bene in base a cosa. A tal proposito si sottolinea che non è corretto raccontare (specie alla popolazione) di Cavallerizzo bugie sulle vicenda della delocalizzazione ancora in atto. L’associazione Cavallerizzo Vive si dice quindi fiduciosa delle indagini tuttora in corso da parte della Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Cosenza. 

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