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L’Annunziata è al collasso, la salute bruzia si gioca sui voti alle urne

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L’Annunziata è al collasso, la salute bruzia si gioca sui voti alle urne

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COSENZA – In vista delle elezioni regionali si rischia che la salute cosentina venga vincolata alla nuova campagna elettorale.

A lanciare l’allarme è il presidente dell’Ordine dei Medici di Cosenza, Eugenio Corcioni. Il bilancio della carenza di personale nel nosocomio dell’Annunziata, ad oggi, è agghiacciante. Su 622 medici necessari per garantire il corretto funzionamento dell’ospedale, ne mancano 243. Su 845 infermieri previsti ne mancano 265. Mentre per gli operatori socio sanitari la situazione è ancora più allarmante: ne servono 318, ma lavorano solo in 110. Costretti a turni massacranti e ferie non godute, che in alcuni casi sforano la soglia dei 300 giorni, i sanitari cosentini sono esausti di lottare per garantire l’incolumità dei cittadini. Avrebbero voluto annunciare uno sciopero, come affermato ieri dalle organizzazioni sindacali alla presenza dei giornalisti, ma non se la sentono di rendere ancora più precaria la situazione dell’ospedale.

 

Vogliono tutelare i loro pazienti. Ma la politica non dà risposte. E si perde in un balletto per assegnare le nuove poltrone in vista della tornata elettorale che bussa alle porte. “Abbiamo la rete ospedaliera più vecchia d’Italia – tuona Corcioni – e c’è una situazione di stasi completa. Abbiamo un direttore generale nell’ospedale, Paolo Maria Gangemi, con un contratto scaduto, non si può procedere alla nomina di un nuovo dirigente e si ignorano le norme di prassi che vedrebbero il ruolo assegnato al più anziano avente i requisiti per ricoprire il ruolo. Manca un commissario di Governo, perchè Scopelliti è decaduto dopo la condanna, e questa figura serve per fare decreti e direttive per sbloccare la grave situazione di carenze e criticità. Un commissario competente, che abbia un curriculum adeguato, non qualche riciclato della politica per fare campagna elettorale a quella parte politica che lo rappresenta”. I nuovi manager della sanità potrebbero infatti, secondo il presidente dell’ordine, risultare funzionali alla raccolta di voti sul territorio. Uno squallido compromesso su cui, da diverso tempo, i calabresi si sono tristemente adagiati sperando in un ‘posto’. Un posto fisso per i prescelti, a cui viene garantita una busta paga dai politici, un posto letto negato ai pazienti, a cui viene rifiutato il diritto alla salute.

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