Calabria
Randagismo, associazioni sul piede di guerra. Cipparrone: “il problema va affrontato e risolto” (AUDIO)
Ancora nessuna risposta dalla Regione, dal commissario Scura e dalle prefetture alla lettera inviata da 24 associazioni calabresi che si occupano della salvaguardia dei diritti degli animali e scaduti i 30 giorni, il prossimo step รจ la Procura.
COSENZA – E’ arrivato il momento di affrontare il problema e soprattutto di far ‘lavorare’ chi di competenza e che per troppi anni ha delegato il proprio ruolo alle associazioni animaliste. Il randagismo รจ un problema che riguarda tutta la Calabria e, lo dice la legge, a risolverlo devono essere la Regione, che prende i soldi dal Ministero e li distribuisce ai Comuni che operano con le Asp. Una macchina che perรฒ non funziona, รจ totalmente inceppata. L’avvocato Mariella Cipparrone, responsabile provinciale del Movimento Animalista, sottolinea che la missiva inviata pochi giorni fa alla Regione รจ solo il primo passo di una battaglia che vuole arrivare ad una soluzione per il bene degli amici animali: “la Regione Calabria risponda, noi comunque andremo fino in fondo”
“Quello della gestione del fenomeno del randagismo รจ un argomento molto piรน serio di quanto si pensi e se Regione, Comuni e Asp non ci vogliono ascoltare, noi ci faremo sentire – spiega l’avvocato Cipparrone – e sia chiaro che non vogliamo lasciare dubbi sul fatto che questa iniziativa andrร fino in fondo”. Iniziativa che parte ufficialmente dalla corposa ed esaustiva lettera redatta 24 associazioni, e indirizzata al governatore Oliverio, a Massimo Scura e ai prefetti delle cinque province calabresi. “Abbiamo riunito le forze buone della Calabria per provare a risolvere una volta per tutte questo fenomeno. Su Facebook รจ anche nato un gruppo per aggregare queste realtร associative che si chiama Onda Calabra animalista, e che intende far capire e soprattutto agire su un fenomeno, il randagismo, che รจ un allarme sociale. Se in altre regioni il problema รจ stato risolto, anche qui non vediamo perchรจ non si possa affrontarlo e trovare una soluzione. Le associazioni – sottolinea – da troppo tempo si sostituiscono alle istituzioni e questa storia deve finire perchรจ ci sono delle leggi e vogliamo che venga affermata la legalitร ”.
ASCOLTA L’INTERVISTA
Avv. Mariella Cipparrone, responsabile per Cosenza e Provincia del Movimento Animalista
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La domanda, alla quale รจ facile per tutti rispondere, รจ la seguente: “Se si esce per strada si trovano cani randagi? Evidentemente si, e allora vuol dire che questo fenomeno non รจ preso in considerazione per come dovrebbe”. Alla Regione, chiedono le associazioni nella lettera inviata qualche giorno fa, si chiede un tavolo operativo con gli attori preposti a questo settore: la Regione Calabria, i Comuni, le Asp. Obiettivo primario รจ quello di lavorare affinchรจ si proceda in quest’ordine alle catture dei cani vaganti sul territorio (i comuni sono proprietari dei randagi che gravitano nelle loro rispettive cittร ); poi si procede alla cura, sterilizzazione e reimmissione sul territorio. Questo meccanismo non funziona. “Il tavolo serve per far prendere la dovuta responsabilitร a chi ha il dovere di farlo, e a far lavorare gli enti ognuno per la propria competenza”. “Come Movimento Animalista Calabria – spiega la responsabile provinciale – abbiamo inviato il 24 luglio una Pec alla Regione (si ricorda che la Pubblica Amministrazione รจ tenuta a rispondere entro 30 giorni) per conoscere l’elenco dei canili sanitari della Calabria. In provincia di Cosenza ci sono solo due canili e poi il vuoto. Le istituzioni, รจ piรน che evidente, latitano sui loro doveri e non fanno nulla per incentivare a compiere un salto di qualitร nella direzione della civiltร .
Per non parlare della carenza di gattili: “In provincia di Cosenza solo il canile di Donnici ha una stanza adibita a gattile e qui non esiste altro. E’ compito dell’Asp procedere anche alla sterilizzazione dei gatti e sbaglia chi pensa che la vita di un gatto randagio sia piรน facile che per un cane”. Inoltre, e questo non รจ un punto di poco conto “ricordiamo che i Comuni pagano fior di quattrini ai canili rifugio per ‘mantenere’ i loro cani, e questi sono costi che potrebbero essere facilmente abbattuti. Infine esiste un DCA del 2015, che ha stabilito i requisiti che devono avere i canili sanitario, le strutture rifugio e le oasi. A maggio scadeva il termine per tutte queste strutture che avrebbero dovuto mettersi a norma ed invece cosรฌ non รจ stato. Il risultato? Da maggio nessun cane viene piรน ingressato nei canili nonostante questo sia un provvedimento emanato dal commissario ad acta Scura”.
La politica, le istituzioni da quella regionale agli enti locali, da troppi anni ‘snobbano’ il problema delegando i loro doveri alle associazioni che fanno molta difficoltร . E’ ora di ‘iniziare’ a lavorare e a dirlo non รจ chi si occupa di salvaguardia degli animali, ma la Legge!



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