Calabria
Ha 12 anni e pesa 180 chili, la malattia rara di Mariano arriva in Parlamento: Irto presenta un’interrogazione
Il senatore, segretario del Pd Calabria, si è rivolto al ministro della Salute affinché il governo tuteli la salute del piccolo Mariano che sta peggiorando drasticamente negli ultimi tempi: “Il caso richiede un intervento”urgente”
ROMA – Mariano ha 12 anni e pensa 180 chili. Il ragazzo di Vena di Maida, nel Catanzarese, è affetto da una malattia rara che lo sta costringendo a vivere chiuso in casa. Segue le lezioni scolastiche e del catechismo online, si muove poco e si affanna appena inizia a muoversi, non dorme bene e respira male. La vita del ragazzo calabrese sta diventanto sempre più difficile anche se i suoi genitori lo sostengono con coraggio.
È per questo che il senatore Nicola Irto, segretario del Pd Calabria, ha portato la sua vicenda direttamente al Parlamento presentando un’interrogazione al ministro della Salute affinché il governo tuteli la salute del piccolo Mariano. “Il caso richiede un intervento urgente”, afferma Irto, il quale ricorda che Mariano ha visto peggiorare drasticamente le sue condizioni fino a raggiungere 180 chilogrammi, con gravi difficoltà motorie, respiratorie e rischi cardiaci, tanto da seguire scuola e catechismo a distanza.
Mariano e la sua malattia rara, Irto: “Garantire diritto alla salute”
Nella sua interrogazione, Irto richiama il lungo percorso sanitario del ragazzo e i viaggi della speranza compiuti con la propria famiglia, nonché alcuni problemi burocratici legati alla residenza del minore in Calabria. Il senatore chiede al ministro se sia a conoscenza dei fatti e quali iniziative intenda assumere “per garantire a Mariano e ai minori nelle stesse condizioni il diritto alla salute, a una diagnosi certa e alle migliori cure“, come sancito dall’articolo 32 della Costituzione.
Il parlamentare dem sollecita inoltre verifiche ministeriali sul coordinamento tra strutture dentro e fuori la regione di residenza e propone di valutare interventi anche legislativi per assicurare continuità diagnostica e terapeutica ai pazienti complessi che ricorrono alla mobilità passiva.
“Un bambino e la sua famiglia – conclide Irto – non possono restare da soli davanti a una prova simile. È dovere delle istituzioni intervenire subito“.



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