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Milleottocento lavoratori ‘condannati a morte’, mentre si chiede un osservatorio regionale sui call center
RENE – A Crotone più di 70 dipendenti senza lavoro, a Rende e Lamezia, invece, ai più fortunati sarà dimezzato lo stipendio.
”Dopo mesi di ansie e preoccupazioni ci siamo: due aziende del settore hanno inviato proposte vincolanti di acquisizione dei rami di Rende e Lamezia Terme della società Infocontact srl, in amministrazione straordinaria da quando l’amministratore delegato, Giuseppe Pane, – spiegano i lavoratori in una lettera aperta – ha dichiarato insolvenza per circa 65 milioni di euro. Una brutta vicenda finita bene, si potrebbe pensare, ma le cose non stanno così. Infocontact srl è un’azienda di 1800 lavoratori dislocati nelle due sedi principali (Lamezia Terme e Rende) ed altri centri periferici. Lavoratori assunti a tempo indeterminato. Giovani ed umili lavoratori calabresi, tantissimi dei quali con una laurea in tasca, che pur di portare uno stipendio a casa, hanno accettato di lavorare in un call center acquisendo competenze e raggiungendo elevati standard professionali. Giovani che vogliono costruirsi un futuro, fidanzati che prospettano presto di arrivare al matrimonio, uomini e donne sposati da poco, futuri papà e mamme in attesa, padri e madri con più figli, e poi anche uomini e donne un pò più avanzati nell’età che con questo lavoro hanno trovato una nuova occasione per continuare a mantenere le proprie famiglie.
Questo è il mondo dei 1800 calabresi dell’Infocontact. Prima che un semplice numero o matricola di un’azienda, persone vive, reali, dignitose e coraggiose nel non voler abbandonare la propria terra. Purtroppo, oggi, l’orizzonte non è più chiaro e limpido. Il piano di chi vuole “salvare” l’Infocontact, è di lasciare a casa circa 100 dipendenti e di passare i restanti dipendenti part time al 50%. Detto in soldoni, da stipendi di 1.200,00 euro e 900,00 euro, si passerebbe tutti a 500 euro mensili. In più, con la clausola che le nuove aziende si impegnano a mantenere i livelli occupazionali per due anni, solo due anni. Un pugno in faccia al futuro di 1800 persone, alle speranze di giovani coppie, alle gioie di centinaia di famiglie calabresi. Sfacciatamente, c’è chi si affretta a dire che i lavoratori Infocontact sono stati salvati. Ma salvati da cosa? Con questa scellerata proposta, 1800 lavoratori calabresi sono stati condannati a morte. Con 500 euro mensili come si fanno a sostenere spese, tasse, mutuo, figli, e tutto quello a cui si può andare incontro come ad esempio malattie? Questa non è una proposta di salvataggio aziendale, ma una vera opera di sciacallaggio economico. Senza alcuno scrupolo, si vuole ledere nel profondo la dignità dei dipendenti Infocontact, mortificarli e lasciarli senza speranza, trattandoli come cani a cui si fa attenzione a non dare nemmeno troppe briciole. Adesso siamo disposti a lottare duramente e senza sconti, non ci lasceremo rubare la speranza”.
Intanto sui già bassi livelli occupazionali in Calabria pesa la vertenza Getek. La segreteria regionale UGL Telecomunicazioni, che ha fatto proprie le esigenze dei 73 lavoratori ex Getek del Contact Center Inps/Inail di Crotone, ringrazia ”la parlamentare calabrese Dalila Nesci, deputato del Movimento 5 Stelle, che nei giorni scorsi ha richiesto al Governo che lo stesso assuma subito un impegno chiaro per l’assorbimento in Transcom Worldwide Spa dei 73 lavoratori della Getek di Crotone, in quanto nonostante l’attenzione annunciata dallo stesso in risposta ad alcune interrogazioni parlamentari, i lavoratori di Crotone sono ancora a casa. Chiediamo inoltre un urgente incontro all’assessore regionale al Lavoro, Carlo Guccione, affinchè si riesca a trovare una soluzione anche per questi lavoratori che erano gli “esperti” del call center Inps/Inail e che rischiano dopo la cassa integrazione e la mobilità di trovarsi senza lavoro in una regione come la nostra che non è certo ai vertici delle graduatorie nazionali per l’occupazione. Ci preme sottolineare, visto che lo facciamo già da tempo, l’assoluta importanza di intervenire, affinchè si possa istituire un Osservatorio Regionale sui Call Center, per evitare pericoli imminenti di implosione del sistema”.



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