Area Urbana
Tagli alle retribuzioni, ‘informatici’ cosentini incrociano le braccia
Ogni mese da dieci anni i lavoratori Almaviva Spa subiscono la detrazione dallo stipendio di oltre trecento euro. L’azienda non è più in crisi, ma minaccia ulteriori tagli
COSENZA – Il gruppo Almaviva ha creato, negli anni, debiti per milioni di euro. L’azienda Almaviva Spa che si occupa di produrre software per la pubblica amministrazione, banche e privati conta 3300 dipendenti in tutta Italia. Centocinquanta lavorano dal 1985 in contrada Malavicina a Zumpano. La maggior parte di loro ha più di cinquanta anni e famiglie monoreddito. Sono i ‘cugini’ degli operatori del call center Almaviva Contact di Rende. Il ramo informatico di un gruppo aziendale che nelle scorse settimane ha fatto discutere per le minacce di trasferimento di massa di lavoratori dalla Lombardia alla Calabria. Da Milano a Rende, prendere o lasciare. Un provvedimento ritirato grazie all’intermediazione del Ministero dello Sviluppo Economico. Poi i ‘ricatti romani’ dalla vicenda delle 43 neomamme, chiamate a lavorare a 600 chilometri di distanza da casa, ai 153 lavoratori licenziati e reintegrati dopo la pronuncia del Tribunale di Roma richiamati a prendere servizio però a Catania.
Ora la multinazionale ci riprova, attaccando gli ‘informatici’, che oggi hanno risposto con una mobilitazione nazionale scioperando in massa. Solo in tre, nella sede di Cosenza, si sono presentati sul posto di lavoro. Gli altri sono rimasti fuori ai cancelli per essere ascoltati dal Prefetto. Da dieci anni, subiscono tagli agli stipendi che inizialmente si aggiravano sui 2.500 euro. Non hanno più diritto a premi di produzione, roll, buoni pasto e contratti integrativi (500 euro in meno al mese). Ma non è questo il problema. Si tratta di una situazione a cui sono ormai rassegnati. Temono che il loro salario sia dimezzato e sono disposti a continuare a lavorare con il contratto di solidarietà che, più o meno dal 2006, li porta a ulteriori detrazioni in busta paga di circa trecento euro al mese.
Almaviva chiede di più. Nonostante l’azienda oggi vanti un utile da otto milioni di euro, con appalti da 850 milioni di euro (solo per Consip e Spc, senza contare Ferrovie dello Stato, Sistri, ecc..) chiede ai suoi dipendenti ulteriori sacrifici. I novanta milioni di euro che negli ultimi cinque anni sono stati prelevati in ‘solidarietà’ dalle buste paga dei lavoratori non bastano. Si intende rendere strutturali le detrazioni, senza utilizzare alcun ammortizzatore sociale. Abbassare ulteriormente gli stipendi a parità di ore lavorate: 40 settimanali come da contratto nazionale. E’ questa la pretesa del gruppo. Il prefetto di Cosenza Gianfranco Tomao dopo aver ricevuto una delegazione di informatici si è impegnato a sollecitare Almaviva affinché condivida con i lavoratori e i sindacati le prossime scelte.



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