Calabria
Tra 48 ore scade il contratto per 4.600 lavoratori precari calabresi
I lavoratori se entro la giornata odierna non riceveranno garanzie per la sottoscrizione dei contratti, bloccheranno tutte le attività amministrative nei comuni
CATANZARO – “La doccia fredda che molti lavoratori precari calabresi – si legge in una nota – stanno vivendo in queste ore, contrasta con la gioia di aver visto nei giorni scorsi l’emanazione del decreto Madia, che prolunga anche al 2018 la contrattualizzazione dei precari e ne prevede la successiva stabilizzazione, risultato ottenuto grazie alle lotte degli Lsu-Lpu, condotte assieme al nostro sindacato, la USB Calabria. Infatti, alcuni sindaci stanno opponendo resistenza alla firma dei nuovi contratti disattendendo quando previsto dal decreto, per questo motivo la USB Calabria ha scritto ai Prefetti, preannunciando ulteriori iniziative di lotta”.
“Egregi Sig.ri Prefetti, – si legge nella missiva – dopo la battaglia parlamentare finalizzata alla stabilizzazione e contrattualizzazione dei lavoratori in oggetto (portata a buon fine soprattutto grazie alle lotte portate avanti da questa O.S.), si sta aprendo un conflitto sindacale tra lavoratori e alcuni sindaci calabresi in merito alla contrattualizzazione degli stessi per l’anno 2018. Eravamo certi che quest’anno non ci sarebbero stati problemi per la proroga dei contratti dei suddetti lavoratori, alla luce del Decreto Madia che prevede il superamento del precariato negli enti locali anche a seguito delle tante iniziative portate avanti in questi anni, con le quali si è riusciti a garantire la prosecuzione dei rapporti di lavoro in attesa delle stabilizzazioni. Nonostante la chiarezza del Decreto Madia, molti Comuni ad oggi si mostrano restii nel provvedere all’emanazione delle delibere e della conseguente stipula dei contratti per paura di dover stabilizzare i lavoratori in oggetto con fondi propri.
In realtà, la confusione e i timori generati nelle ultime ore non hanno alcun fondamento, considerato che sia il Governo che la Regione Calabria (rispettivamente con 50.000.000 € e 38.000.000 €), garantiscono le risorse necessarie per la proroga. Stante la mancanza di dialogo tra istituzioni (nazionali, regionali e comunali) e l’incapacità di alcune amministrazioni a recepire nei termini dovuti quanto stabilito dalle normative nazionali. Vi comunichiamo che i lavoratori se entro la giornata odierna non riceveranno garanzie per la sottoscrizione dei contratti, bloccheranno tutte le attività ammnistrative nei comuni e la USB si farà promotrice di assemblee permanenti nelle sedi comunali riservandosi di attivare altre forme di protesta qualora ciò fosse necessario. Si chiede, pertanto, il Vostro autorevole intervento, per porre fine a questa assurda situazione.”
Cisl: “Basta con gli indugi ed i tentennamenti, si proceda con la prosecuzione dei contratti”
“Si proceda con la prosecuzione dei contratti di lavoro dei dipendenti provenienti dall’ex bacino LSU/LPU, assunti a tempo determinato presso la Regione Calabria, gli enti strumentali della Regione e tutti i Comuni della Calabria: basta con gli indugi ed i tentennamenti“. Lo si legge in una nota diffusa oggi dalla Cisl Calabria. “Mancano ormai solo due giorni – scrivono il segretario della Cisl Calabria Paolo Tramonti e la segretaria generale della Fp-Cisl Luciana Giordano, allo scadere dei contratti di lavoro di oltre 4.600 lavoratori che da più di 12 anni prestano la loro attività lavorativa presso gli Enti Locali di tutta la Calabria ed ancora si arzigogola sull’interpretazione delle inequivocabili possibilità offerte dall’intero impianto normativo vigente di prorogare i contratti di lavoro dei precari, già LSU/LPU e di avviare le procedure di stabilizzazione in quegli Enti che si trovano nelle condizioni delineate dal D. Lgs. n. 75/2017, attuativo della Legge Madia, dalla Circolare interpretativa n. 3/17 del Ministero per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione e, prima ancora, dalla legge n. 147/2013.
Stabilizzazioni che potranno essere realizzate – continuano – nel triennio 2018-2020 mettendo a frutto tutte le novità legislative introdotte in materia ma che, al contrario, sembrano frenare il vertice politico e amministrativo di alcune Amministrazioni che continuano ad “azzeccagarbugliare” sulla portata normativa di alcune disposizioni legislative piuttosto che impegnarsi fin da subito per garantire la prosecuzione del rapporto di lavoro a quelle professionalità che da tempo contribuiscono ad assicurare alle Comunità locali l’erogazione di servizi fondamentali ed il funzionamento della macchina amministrativa”.
Secondo la Cisl “non sono state sufficienti le disposizioni contenute nella legge di bilancio 2018 ed i relativi stanziamenti, ne quelli previsti nel Bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni 2018 -2020 e nella Legge di stabilita’ regionale 2018, per convincere che il rapporto di lavoro dei precari della Pubblica Amministrazione calabrese, in scadenza al 31 dicembre 2017, può (dal punto di vista normativo) e deve (dal punto di vista sociale) essere prorogato fino al 31 dicembre 2018. Sono state necessarie due ulteriori circolari esplicative del Dipartimento Sviluppo Economico, Lavoro, Formazione e Politiche Sociali della Regione Calabria per scandire, ulteriormente, la proroga dei termini fino a tutto il 2018. Ed ancora si riscontra qualche sacca di resistenza”.
La Cisl e la Cisl FP Calabria ritengono “incomprensibile tale atteggiamento ed esortano, come già fatto in più occasioni, i Sindaci, l’ANCI Calabria, il Presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, il Presidente del Consiglio regionale, Nicola Irto, i vertici degli Enti strumentali della Regione Calabria ad unirsi, semmai, in un’azione sinergica e costruttiva, assieme alla parti sociali, finalizzata ad ottenere dal Governo nazionale la storicizzazione delle risorse necessarie alla stabilizzazione di questi lavoratori, che hanno diritto di vedersi riconosciuto un percorso professionale caratterizzato da tanto impegno ma anche da tante incertezze e mortificazioni.
Lavoratori, fino ad oggi, senza tutele e senza futuro, che hanno finalmente la possibilità di uscire da questa condizione di “lavoro nero ufficializzato”. Tutte le parti in gioco – affermano – hanno precise responsabilità e devono interagire per liberare la Calabria da questa grave e consistente espressione di precariato. Si inizi con la stabilizzazione, come già annunciato dallo stesso Governatore, dei precari in servizio presso la Giunta regionale e si prosegua, poi, con la stabilizzazione dei precari di Azienda Calabria Verde, dell’Arpacal e di tutti quegli Enti che si trovano nelle condizioni previste dalla legge”.
La Cisl chiede che “si attivi subito presso il Dipartimento Lavoro della Regione Calabria un tavolo con l’ANCI Calabria e le Parti Sociali per verificare la situazione finanziaria e quella relativa al fabbisogno triennale di personale dei Comuni calabresi e si mettano in campo tutte le iniziative per ottenere le deroghe necessarie a superare la stringente normativa che impone vincoli di ogni sorta al reclutamento di personale nella Pubblica Amministrazione, laddove ci sono ostacoli alla stabilizzazione.
Si inizi, soprattutto con la stabilizzazione dei 72 lavoratori a tempo determinato in servizio presso i Centri per l’impiego di Reggio Calabria e Crotone, assunti con contratto di lavoro part-time al 50%, che vantano tutti i requisiti e le condizioni prescritte dalla legge Madia per la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, rispetto ai quali non ci sono più attenuanti sia per la mancata stabilizzazione che per la contestuale integrazione oraria. La CISLè’ pronta al confronto per offrire il proprio contributo nella direzione di portare finalmente a termine un percorso virtuoso per i lavoratori e per la stessa Regione Calabria”.



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