Il principio è storia ormai arcinota: la mattina del 6 dicembre scorso, all’interno della Galleria Santomarco, deragliava a notevole velocità il Regionale 3742 Cosenza – Paola, che avrebbe dovuto proseguire verso Reggio Calabria Centrale come Regionale 3747.
COSENZA – Roberto Galati dell’Associazione Ferrovie in Calabria, torna sulla tragedia sfiorata, conclusasi solo con pochi danni materiali al convoglio (composto da vetture UIC-X con semipilota e spinto da una E464), una decina di feriti lievi e tantissimo spavento, specie per il macchinista che successivamente allo svio ha accusato un malore. “Le cause dell’incidente, all’interno di quella galleria che comunque, da sempre, fa parlare di sè non certo positivamente, sembra siano chiare: le importanti infiltrazioni d’acqua, unite alle cosiddette correnti “parassite” generate dalla presenza della catenaria elettrificata a 3000 V cc, portano a gravi fenomeni di corrosione delle rotaie, nei punti in cui sono a costante contatto con l’acqua. E, proprio a causa della corrosione, è molto probabile che sia avvenuto lo spezzamento della rotaia al passaggio del Regionale 3742. Il 6 dicembre, quindi, si concluse con un (si fa per dire) sospiro di sollievo, il blocco immediato della circolazione ferroviaria per poter garantire l’esecuzione delle indagini da parte della magistratura, e quindi l’autosostituzione dei treni tra Paola e Cosenza”.
Che novità ci sono dopo un mese e mezzo? Assolutamente nessuna!
“Un silenzio a dir poco inquietante ed inspiegabile scrive Galati – prima di tutto da parte di chi sta eseguendo le indagini. Non mettiamo in dubbio l’attento operato della magistratura, ma con un minimo di buon senso ci chiediamo: non sarebbe forse il caso che, l’esecutore delle indagini, tenga informati i cittadini, ovvero i diretti interessati e danneggiati sia dal deragliamento che dalla successiva interruzione della linea, relativamente ai tempi necessari alla conclusione di tutti i rilievi? Oppure è “normale” mantenere un assoluto silenzio su una questione che riguarda un diritto inalienabile dei cittadini, ovvero quello alla mobilità? Quotidianamente i pendolari, e non solo, vivono un paradossale calvario a bordo di bus sostitutivi (vissuto tra l’altro di persona dal nostro associato Vincenzo Ventimiglia) che corrono a perdifiato per cercare di mantenere l’orario, sballottando come in una giostra chi è a bordo, senza contare la maggiore inaffidabilità e poca efficienza del vettore gommato su una tratta che, in treno, viene percorsa in meno della metà del tempo. Senza nulla togliere, chiaramente, all’impegno degli autisti dei bus sostitutivi, che cercano di svolgere il loro importante compito al meglio”.
Vaglio Lise, stazione da film western
“Qualcuno ha o no, sulla coscienza, le centinaia di studenti universitari e lavoratori costretti a vivere una vera e propria odissea – scrive il rappresentante di Ferrovie in Calabria – per raggiungere il proprio luogo di studio o lavoro? Senza contare che, in tanti, sono costretti a servirsi dell’auto privata, incrementando quindi il rischio di incidentalità sulle strade? Quello che noi di Associazione Ferrovie in Calabria chiediamo con forza e urgenza, è quindi un confronto tra la Regione Calabria, Trenitalia, RFI ed ovviamente la Magistratura, affinchè vengano resi pubblici i tempi necessari alla riapertura: tempi che, inutile ribadirlo, devono essere i più ristretti possibile. E’ già trascorso un mese e mezzo, e per i pendolari calabresi che viaggiano quotidianamente su questa linea ferroviaria, è stato già abbastanza: il limite per farlo diventare “troppo”, in questa vicenda che manca assolutamente di rispetto alla cittadinanza, è ormai dietro l’angolo”.
