Calabria
L’economia della Calabria ‘schiacciata’ da corruzione, ‘ndrangheta ed evasione fiscale
La ripresa economica della Calabria procede, secondo la Banca d’Italia, con ”il freno a mano tirato”
CATANZARO – “È impossibile negare ed è impossibile far finta che non ci sia la criminalità organizzata in Calabria”. È quanto ha dichiarato, rispondendo alle domande dei giornalisti nel corso della presentazione a Catanzaro del rapporto sull’Economia della Calabria, Sergio Magarelli, direttore della locale filiale della Banca d’Italia: “Il divario infrastrutturale del Sud e della Calabria che è il Sud del Sud, non è solo dovuto ad una minor dotazione di infrastrutture materiali o una minor capacità di rendere queste strutture immateriali, come la giustizia, la sanità, l’istruzione, più efficienti di quello che sono, ma è dovuto anche ad un limite, ad una catena che imbriglia le potenzialità di sviluppo economico di questa regione che è dovuta alle pratiche corruttive, all’evasione fiscale e alla presenza diffusa della criminalità organizzata che distorce quelle che sono le azioni e le decisioni della politica pubblica ed economica, della creazioni di opere che possono favorire lo sviluppo”.
La presenza diffusa della criminalità organizzata, secondo Magarelli, “deprime il reddito in misura molto consistente. Si parla di percentuali tra il 10% e il 15%, una vera e propria manovra economica. Possiamo parlare in Calabria di vera e propria modifica della capacità dell’azione pubblica con l’impedimento a promuovere le possibilità di sviluppo, creare le condizioni perché questo sviluppo della società civile sia positivo e possa portare ad un incremento diffuso del reddito e soprattutto che possa premiare quello che è il merito nell’ambito della competizione economica”. Che vinca il migliore nella competizione economica “è – per Magarelli – un beneficio per tutto il tessuto economico perché progredisce tutto il tessuto economico e soprattutto porta a quella quarta parola di cui abbiamo parlato, la fiducia. Porta a far sì che la fiducia venga nutrita dalla comunità locale, da tutta la cittadinanza, per la quale lo Stato lavora, che potrà guardare al proprio futuro con una aspettativa positiva per le generazioni future”.
Cresce così in misura modesta l’attività economica della Calabria, in linea con l’anno precedente. Prosegue, dunque, secondo il rapporto sull’economia regionale di Bankitalia, il trend di equilibrio tendente al positivo dello scorso anno e sono, con il 2017, tre gli anni consecutivi in cui si può parlare di una limitata ripresa economica per la regione. Non è proprio ottimismo quello che emerge dai dati contenuti nel rapporto ma “la strada – ha sottolineato Sergio Magarelli, direttore della filiale di Catanzaro della Banca d’Italia – è quella giusta anche se la Calabria sta facendo il percorso con il freno a mano tirato”. C’è, quindi, ancora tantissimo da recuperare dopo la crisi del 2007 dalla quale la Calabria non si è ripresa del tutto anche se sporadici segnali nei singoli settori ci sono. In quello industriale è aumentata la produzione e gli investimenti hanno ripreso a crescere. Anche il recupero dell’occupazione si è intensificato in linea generale seppure si tratta sempre di livelli più bassi e qualitativamente sbilanciati rispetto al resto del Paese.
“Parliamo – ha spiegato Magarelli – di quei settori di particolare attenzione come quello dei giovani e delle donne e della fascia con livelli di istruzione più alta che pur avendo un tasso di disoccupazione più basso nella media regionale, in Calabria raggiungono un livello di disoccupazione che è il doppio rispetto al resto del Paese“. Riprendono anche gli investimenti perché è migliorata la condizione economica e finanziaria delle imprese. La ripresa economica, ha detto Magarelli, “è prevalentemente trainata dalla ripresa dei consumi che però va detto si è caratterizzata per un maggior indebitamento delle famiglie. L’altro comparto è quello dei flussi turistici che quest’anno sono andati abbastanza bene in quasi tutte le province tranne, fanalino di coda, Catanzaro”. Anche in questo settore, però, è stato sottolineato, si parla sempre e comunque di turismo balneare. Ancora molto modesta è la componente di quello culturale che nel resto del Paese ha segnato degli incrementi abbastanza importanti, e del turismo alternativo al balneare. “La Calabria – ha concluso Magarelli – ha una dotazione di parchi per la quale è prima in Italia, però l’utilizzo economico è tra i più bassi del Paese, chiaramente è una delle risorse poco utilizzate da parte del tessuto produttivo regionale”.



Social