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Usura ed estorsione a Cosenza, Spagnuolo: “minacce di morte per 50 euro” (Nomi)

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Usura ed estorsione a Cosenza, Spagnuolo: “minacce di morte per 50 euro” (Nomi)

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Usurai che minacciavano di morte per 50 euro

“Il profilo delle vittime sta ad indicare che questa è l’usura ai danni della povera gente – ha dichiarato in conferenza stampa il Procuratore della Repubblica di Cosenza, dott. Mario Spagnuolo – e sta ad indicare che questa tutta è, tranne che una società ricca, opulenta che si diverte ed è contenta. Questa indagine evidenzia il dramma di persone normali che hanno bisogno di 50 euro per andare a fare la spesa. Persone che stanno scendendo piano piano i gradini della scala sociale per arrivare a livelli di povertà estrema”.

Uno spaccato inquietante quelle emerso dall’indagine “che va a colpire chi sfrutta queste situazioni – spiega Spagnuolo – chi assembla le usure ai danni di persone che devono dare 50 o 100 euro e che per queste cifre minaccia la morte”.

Le vittime non hanno denunciato

spagnuolo usura estorsione 02“Noi partiamo da una denuncia, su cui abbiamo sviluppato un’attività estremamente importante da parte della polizia giudiziaria che ci ha portato a tutta una serie di risultati. Le altre vittime di usura non sono denuncianti volontari, ma persone a cui è stata evidenziata una situazione e l’hanno ammessa. Questo è un fenomeno tentacolare in città. Noi invitiamo le persone a denunciare gli usurai, solo se abbiamo una denuncia possiamo colpire nel modo più fermo e rigoroso possibile. Da una denuncia, come in un filo di Arianna, siamo arrivati a scoprire una serie di cose.  E’ chiaro che una vittima di usura messa di fronte all’intercettazione in cui viene minacciato che se non paga subisce chissà cosa, non può far altro che ammettere”.

Spagnuolo: “L’usura corrode e distrugge la società”

“Gli usurai? Sono persone comuni, con o senza precedenti. Si sono creati anche meccanismi di solidarietà tra vittime e usurai che hanno portato le vittime ad ulteriori comportamenti criminosi. E’ un momento di gravissima crisi che va sanzionato dall’intervento repressivo in termini precisi e duri. L’indagine non si fermerà qui soprattutto se qualcuno intenderà dare ulteriori elementi conoscitivi, ma già gli elementi che abbiamo raccolto ci fanno pensare che continueremo su questa strada”.

 

 

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