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Usura ed estorsione a Cosenza, Spagnuolo: “minacce di morte per 50 euro” (Nomi)

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L’operazione dei Carabinieri di Cosenza denominata “Faenerator” è scattata all’alba contro una fitta rete di soggetti dediti all’usura ed alle estorsioni.

 

COSENZA – Blitz alle prime luci dell’alba dei carabinieri del comando provinciale di Cosenza, supportati dai militari del nucleo cinofili e del nucleo elicotteri di Vibo Valentia. Oltre 100 militari nei comuni di Cosenza, Trenta, Rovito, Mendicino, Rende, Rose, Luzzi e Massafra, per l’esecuzione di 14 misure cautelari, emesse dal Gip presso il tribunale di Cosenza, su richiesta della Procura della Repubblica. Tre persone sono finite in carcere, 5 ai domiciliari mentre per altri 6 soggetti è stato emesso un provvedimento di obbligo di firma. In tutto sono 18 gli indagati per 42 episodi tra usura ed estorsione.

Usura con prestiti di denaro che spaziavano dalle 100, 200 euro ai 30 mila euro, con interessi trimestrali al 17%, pari a 5 mila euro. Perquisizioni nelle abitazioni che hanno portato al rinvenimento di pizzini, assegni anche post datati e block notes con appunti dare e avere. Cento gli uomini messi in campo con il supporto delle unità cinofili da parte del comando provinciale diretto dal tenente colonnello Sutera, in particolare la compagnia di Cosenza al comando del capitano Passaquieti. A investigare e chiudere le indagini fatte da pedinamenti e intercettazioni sono stati gli investigatori del Norm di Cosenza diretto dal tenente Petrocchi. Alle cinque del mattino 14 abitazioni hanno sentito suonare il campanello. L’indagato si è trovato davanti ai militari dell’Arma e ai cinofili.

 

Custodia in carcere

Giuseppe De Rose 64 anni Cosenza, gravato da numerose condanne, nel caso specifico è accusato di essere ricorso alle minacce per costringere la vittima alla restituzione del denaro prestato ad usura;

Leonardo Lucia, 64 anni Cosenza, per gli inquirenti sarebbe l’usuraio che ha posto in essere il maggior numero di condotte in danno di soggetti diversi, dimostrando spiccata capacità e particolare dedizione all’attività usuraia;

Salvatore Pati 67 anni, nato ad Amantea e residente a Cosenza,  secondo le accuse ha posto in essere condotte connotate da particolare violenza per costringere la vittima ad eseguire i versamenti imposti

 

Ai domiciliari finiscono

Fernando Patitucci, 68 anni residente a Luzzi, Bartolomeo Bevilacqua 48 anni Cosenza, Pasquale Giudice 52 anni residente a Mendicino, Alessandro Morrone 46 anni originario di Cosenza, residente a Massafra (TA) ma domiciliato a via Popilia, Francesco Di Sanzo 38 anni originario di Castellanza (VA), residente a Massafra (TA), domiciliato a Rose, Francesco Abbruzzese 55 anni residente a Cosenza, con l’accusa di essersi resi responsabili di plurime condotte di usura , protratte nel tempo, che alla luce dei precedenti fanno ritenere necessaria l’applicazione della misura cautelare

 

Obbligo di firma

F.C. 44 anni residente a Cosenza, G.B. 58 anni nativo di Aiello Calabro, residente a Cosenza, M.B. 41 anni residente a Cosenza, S.A.M. 66 anni residente a Rende, A.C. 59 anni residente a Casali del Manco

 

Le indagini partite dalla denuncia di due gioiellieri

Le indagini sono state avviate a seguito della denuncia presentata da due commercianti, titolari di una storica gioielleria del centro città, vittime di usura. Le attivita’ investigative hanno permesso di documentare una capillare rete di soggetti anche con precedenti specifici che, perfettamente aderenti al tessuto sociale cittadino, elargivano a privati e commercianti deboli ed in condizioni di grave disagio economico, prestiti a tassi usurari.

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Gli indagati, inseriti nel locale contesto criminale, non esitavano a fare ricorso a ripetute minacce e ad atti di violenza fisica pur di conseguire i proventi illeciti derivanti dalla restituzione delle somme lievitate in ragione degli interessi, che venivano applicati in percentuale esponenzialmente superiore a quelli soglia fissati dal vigente decreto ministeriale.

Prestavano denaro a tassi dal 10 al 100%

Sarebbero ben 18 gli aguzzini che erano soliti applicare, a fronte delle cessioni di danaro, tassi usurari mensili oscillanti fra 10% ed il 100%, per un giro d’affari superiore ai 50.000,00 €. Tra l’altro, le indagini hanno consentito di acclarare che alcune delle 17 vittime identificate, pressate da una gravissima condizione di precarietà finanziaria e da esigenze di sopravvivenza della propria attivita’ economica, avevano contemporaneamente contratto debiti con più usurai, nel tentativo di fare fronte alle incessanti sollecitazioni di pagamento saldando le posizioni debitorie più impellenti.

Spagnuolo: “l’usura ai danni della povera gente”

Clicca e leggi le dichiarazioni del procuratore di Cosenza

Usurai che minacciavano di morte per 50 euro

“Il profilo delle vittime sta ad indicare che questa è l’usura ai danni della povera gente – ha dichiarato in conferenza stampa il Procuratore della Repubblica di Cosenza, dott. Mario Spagnuolo – e sta ad indicare che questa tutta è, tranne che una società ricca, opulenta che si diverte ed è contenta. Questa indagine evidenzia il dramma di persone normali che hanno bisogno di 50 euro per andare a fare la spesa. Persone che stanno scendendo piano piano i gradini della scala sociale per arrivare a livelli di povertà estrema”.

Uno spaccato inquietante quelle emerso dall’indagine “che va a colpire chi sfrutta queste situazioni – spiega Spagnuolo – chi assembla le usure ai danni di persone che devono dare 50 o 100 euro e che per queste cifre minaccia la morte”.

Le vittime non hanno denunciato

“Noi partiamo da una denuncia, su cui abbiamo sviluppato un’attività estremamente importante da parte della polizia giudiziaria che ci ha portato a tutta una serie di risultati. Le altre vittime di usura non sono denuncianti volontari, ma persone a cui è stata evidenziata una situazione e l’hanno ammessa. Questo è un fenomeno tentacolare in città. Noi invitiamo le persone a denunciare gli usurai, solo se abbiamo una denuncia possiamo colpire nel modo più fermo e rigoroso possibile. Da una denuncia, come in un filo di Arianna, siamo arrivati a scoprire una serie di cose.  E’ chiaro che una vittima di usura messa di fronte all’intercettazione in cui viene minacciato che se non paga subisce chissà cosa, non può far altro che ammettere”.

Spagnuolo: “L’usura corrode e distrugge la società”

“Gli usurai? Sono persone comuni, con o senza precedenti. Si sono creati anche meccanismi di solidarietà tra vittime e usurai che hanno portato le vittime ad ulteriori comportamenti criminosi. E’ un momento di gravissima crisi che va sanzionato dall’intervento repressivo in termini precisi e duri. L’indagine non si fermerà qui soprattutto se qualcuno intenderà dare ulteriori elementi conoscitivi, ma già gli elementi che abbiamo raccolto ci fanno pensare che continueremo su questa strada”.

 

 

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