La coppia sulla scena e nella vita, dopo il successo riscosso in occasione della XXV Edizione del Festival delle Serre di Cerisano, il 22 Settembre presso il Teatro dell’Acquario replicherà con uno Spettacolo teatrale musicale.
COSENZA – “Nun c’e’ masculu ndo munnu chi resci ad amare a so fimmineddra comu ama u piscispada”. E’ questo l’abbrivio dello spettacolo, della storia d’amore e di morte, di passione e tenerezza che porteranno sulle scene nazionali. Un’idea che nasce come omaggio a Domenico Modugno e sulle vie della causalità incrocia la richiesta di un lavoro che abbia come tema la Sicilia. Energie sincroniche e passione per il teatro si miscelano, allora, per dare vita ad un suggestivo spettacolo che finisce quasi come inizia, un cerchio magico composto di preziosi frammenti dove la canzone e le tradizioni popolari (Modugno, Balistreri, Profazio) abbracciano la letteratura e la storia siciliane, e non solo (Verga, Pirandello, Tomasi di Lampedusa) e dove la nota ballata del Mimmo nazionale, U Piscispada appunto, parlando dell’amore e dell’estremo sacrificio di cui sono capaci queste splendide creature del mare, diventa pretesto, paradigma, simbolo per parlare dell’amore in tutte le sue forme: la passione carnale della Lupa per il giovane genero Nanni, e l’amore umile e casto della Longa per Bastianazzu, di verghiana memoria; il sentimento contrastato e tragico della baronessa Lanza di Carini per Ludovico Vernagallo; le pulsioni discordi che è in grado di generare una terra splendida e generosa, selvaggia e malvagia come la Sicilia, il cui destino si regge sulle spalle del generoso Colapesce della tradizione palermitana.
Uno spettacolo intenso, che la paziente ricerca letteraria di Barbara Bruni e la sapiente regia di Antonio Conti, unite alla sconfinata passione per il Teatro, rendono avvolgente, coinvolgente, pur nella minimalità delle scene e delle coreografie. Anzi è proprio il nudo palco e una rete da pesca che vi campeggia a simulare quinte, arredi scenici, dimore dei personaggi, che diventano complemento essenziale delle storie narrate con la “solita” incredibile maestria di due attori, autori e registi che incarnando l’assioma eduardiano (“Teatro significa vivere sul serio quello che gli altri, nella vita, recitano male”) non fanno teatro: lo vivono.
