Salvarsi dalla morsa del sovraindebitamento è possibile. Esiste una legge che molti ancora non conoscono, ed è la 3/2012, cosiddetta “legge salva-suicidi”. Ce ne parla il dott. Paolo Binetti, fondatore insieme al dott. Dario Vairo di OANC – Obiettivo Associazione Nazionale Consumatori
CASERTA – L’associazione nasce in provincia di Caserta dai due fondatori il dott. Paolo Binetti (calabrese) e il dott. Dario Vairo, commercialista e consulente specializzati in materia bancaria e finanziaria, trattative stragiudiziali e Legge 3/2012 sul sovraindebitamento. Tra le priorità dell’associazione, quella di informare e aiutare chi si trova in difficoltà economiche sulle possibilità che offre la legge 3/2012. La cosiddetta “legge salva-suicidi” infatti, permette a chi è in gravi difficoltà economiche (famiglie e piccole aziende) di rinegoziare i propri debiti contratti con banche, fornitori e persino con Equitalia, permettendo ai privati cittadini di non subire espropri. La legge 3/2012 è stata varata per contrastare i devastanti effetti che la crisi economica ha avuto su molti privati cittadini, stretti in una morsa fatta di disoccupazione, riduzione dell’attività lavorativa e scadenze da onorare, alle quali non si riesce più a far fronte anche a causa di eventi eccezionali. Sì perchè anche le famiglie possono fallire solo che, a differenza delle grande aziende non hanno il “privilegio” di portare i libri in tribunale. In altre parole, quando il livello di indebitamento ormai insostenibile le conduce dritte al default, le loro sorti saranno nelle mani dei creditori (se non degli strozzini) senza nessuna protezione.
Con il dott. Binetti, intervenuto ai microfoni di Rlb spieghiamo l’attività che svolge l’associazione e soprattutto quali sono le possibilità della cosiddetta “Legge salva-suicidi”
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Se una famiglia non ce la fa più a pagare rate e bollette, viene trascinata in tribunale dai suoi creditori e rischia di perdere tutto incluso la casa.
A chi si applicano le procedure di composizione della crisi? I soggetti che possono accedere alla procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento sono i debitori a cui non si applica la legge fallimentare per cui:
- Consumatori, se estranei all’attività imprenditoriale o professionale;
- Imprenditori commerciali sotto soglia o che hanno cessato l’attività da più di 1 anno;
Cosa succede esattamente? Il debitore che non può più fare fronte alle obbligazioni assunte in precedenza, decide di liquidare tutto quello che è il suo patrimonio, non avendo quindi la possibilità di riuscire a formulare una proposta di rientro per tutti i creditori. La sua unica scelta è quella di dover far fronte alla vendita del suo patrimonio, come ad esempio quello immobiliare, per riuscire a fare fronte a tutti quei debiti pregressi attraverso la vendita.
La liquidazione del patrimonio è estremamente semplice: l’organismo di composizione della crisi (O.C.C.) stipula insieme e di intesa con il consumatore debitore una valorizzazione dei propri beni, sia mobili che immobili, e conclude un contratto per venderli e riuscire a ripianare, in tutto o in parte, i debiti contratti. Una volta che la liquidazione del patrimonio del consumatore è stata omologata, ci dovrà essere il consenso delle banche che hanno iscritto ipoteche, nel caso ne esistano. Questo vincola la libera vendita del bene immobile e l’inizio delle procedure esecutive volte alla vendita coattiva, ossia alla vendita all’asta dei beni immobili.
A vendita avvenuta è quindi possibile, tramite l’omologazione ottenuta in precedenza e grazie al tribunale, ridistribuire le somme ricavate. In questa maniera il consumatore debitore, avendo sanato la situazione dei contratti non rispettati nei confronti di tutti creditori, è riuscito a raggiungere l’esdebitazione, cioè quella particolare forma prevista dalla legge che permette di avere nuovamente accesso al credito dopo che queste procedure concorsuali si sono concluse.
Per info: http://obiettivo-associazione-consumatori.pages.libero.it/
