In una nota a firma di Antonio Piserà Coordinatore Provinciale della Lega di Vibo Valentia si sottolinea come il conferimento del premio a Lucano sia “alquanto inopportuno”
VIBO VALENTIA – Il coordinamento provinciale vibonese della Lega di Salvini interviene sul conferimento del premio “L’Operatore d’Oro” che, scrive Antonio Piserà “non ha solo valenza di meritato riconoscimento, ma ha insita la responsabilità civica e morale di fornire modelli da imitare, di esempi ai quali orientare il proprio stile di vita. Risulta, dunque, quanto meno inopportuna, oltre che ampiamente diseducativa la scelta degli IIS “Morelli” e “Colao” di Vibo Valentia di destinare tale onorificenza al Signor Mimmo Lucano, ex Sindaco di Riace, data la questione giudiziaria di cui è indiscusso protagonista. Secondo le indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Siderno, compare una sorta di autodefinizione di extralegalità, nell’ordinanza del GIP, confermata dal Tribunale del riesame, a seguito di operazioni, per così dire, opache relative a somme destinate ad operatori privati, per la gestione di soggetti accolti”.
«Nel corso dell’attività d’indagine emergeva la particolare spregiudicatezza del Lucano – nonostante il ruolo istituzionale rivestito – nell’organizzare veri e propri “matrimoni di convenienza” tra cittadini riacesi e donne straniere al fine di favorire illecitamente la permanenza di queste ultime nel territorio italiano», si legge nell’ordinanza, con palese denuncia del fatto che lo stesso Lucano vivesse «oltre le regole» impunemente violate, assumendo, a motivare il proprio stile in adesione ad indiscussa illegalità, la massima di machiavelliana memoria secondo la quale il fine giustifichi i mezzi, a prescindere dall’assenza o meno di spessore morale delle scelte che ad esso mirino: la gravità centuplica il proprio effetto quando i «mezzi» sono persone e il «fine» tradisce paradossalmente ed inevitabilmente quegli stessi scopi umanitari eletti a sostegno della discutibilità delle azioni.
“In merito, Gratteri – prosegue la nota – aveva invitato ad un’analisi attenta e scrupolosa delle carte dell’indagine: qualunque azione sarebbe stata opportuna per prudenza a conclusione della situazione giudiziaria a carico del Lucano. Il dna della nostra Repubblica ha in sé l’osservanza della legge: nessuno può esserne al di sopra, per nessuna ragione, sia essa discutibile o meno dall’intelligenza etica individuale”.
“E, dirò di più – sottolinea Piserà – l’esecuzione di «Bella ciao» al termine della manifestazione di conferimento, non solo denota la debolezza di una guida super partes, ma persino una certa fragilità culturale. Mi chiedo se ai ragazzi sia stato spiegato che, molto prima di diventare inno partigiano, non era che uno splendido canto popolare: in una condizione storica che devastava ogni forma d’umanità, anche il coraggio di canticchiare indicava non solo la voglia di vivere, ma di recuperare quell’anima lacerata che doveva necessariamente trovare la forza per tornare a credere nella propria dignità. E ne dubito fortemente”.
