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Ex Lsu – Lpu: blocco nei Comuni, Toninelli annunzia emendamento alla manovra (Foto e video)

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La Calabria sprofonda nelle “sabbie mobili” mentre il ministro Toninelli assicura che qualcosa si sta muovendo. Blocco totale nei Comuni dopo l’occupazione di autostrade e ferrovie, sindaci solidali con i lavoratori, incontri in prefettura, ma rimane incenrto il destino di 4500 precari calabresi

 

COSENZA «Le mie parole sono dettate assolutamente dalla rabbia per il fatto che questa vicenda non riesce a valicare i confini regionali. Questa vertenza è riconosciuto da tutti: ha dimensioni europee. Non vorrei esagerare ma non conosco vertenze da 4500 lavoratori. Ce la stiamo gestendo a casa nostra ed è come se nessuno volesse fare nulla; come se la gente necessariamente ed obbligatoriamente dobbiamo continuare ad essere abbandonati a noi stessi. Non lo so , c’è una sorta di sentimento, rabbia e impotenza da parte di tutti noi. La gente non capisce e non comprende perché i lavoratori oggi non possono avere audizione su qualsiasi tavolo, come se per farsi ascoltare a Roma dobbiamo chiedere a qualcuno per andare a parlare con un ministro, con un deputato per prendere in considerazione le ragioni di 4500 persone». Queste le parole del’ sindaco dimissionario Antonio Ciminelli per rimanere a fianco dei lavoratori, ieri sull’A2 Mediterraneo

«In questo momento io potrei essere parte interessata ma voglio spenderle. Nessuno può mettere in discussione il ruolo di questi lavoratori nei Comuni; la favoletta che girava dell’inutilità di questi lavoratori è superata da tempo e sarebbe sciocco e pretestuoso oggi tirarla fuori. Il mio Comune non eroga nessun servizio. Solo qualcuno “responsabilissimo” è rimasto per la differenziata, mensa scolastica, trasporto, uffici, manutenzione, tutto quello che normalmente funziona, senza questi lavoratori non funziona più. Ma al di là di questo, perché io credo sia assolutamente sbagliato entrare nel merito, perché ognuno potrebbe cominciare a discutere di utilità o non utilità, funziona o non funziona.

Ormai credo sia il dato temporale: gente di 50 – 55 – 60 anni non può essere mandata a casa perché ha un progetto familiare di vita che non può essere assolutamente interrotto, deve proseguire. E’ inimmaginabile per qualcuno che vuole combattere precariato e disoccupazione dire ad uno di 62 anni, come ci sono ad Amendolara, vai a casa: cosa dovrebbe fare, delinquere? Fare il disoccupato o rivolgersi all’antistato per come sempre poi finiamo per fare noi calabresi. Allora la domanda è una sola: ce la danno una mano o dobbiamo per forza essere sempre “i soliti”. Io credo che sia una questione non solo di 4500 persone ma di 2 milioni di abitanti perché la dobbiamo smettere che per tutte le cose che succedono assolutamente la colpa è di noi calabresi. Dobbiamo alzare la testa ci dobbiamo ribellare per ottenere qualcosa.

 

 

Con questo non vorrei essere accusato di istigazione a commettere reati ma alla fine questa gente non abbia nessuna altra soluzione perché è indotta a farlo, perché se si conoscesse la disperazione di questa gente che non può più lavorare e quindi avere uno stipendio io non credo che non potrebbe comprendere qualsiasi gesto. Per essere qui rischiando di commettere un reato di blocco stradale da due a dodici anni, questa è la pena passata nell’ultimo decreto sicurezza, un reato punito più della violenza sessuale, più delle estorsioni , dell’associazione a delinquere, furto aggravato, concussione, abuso d’ufficio. Ma stiamo scherzando? E se uno vuole manifestare cosa deve fare? Scrivere le letterine al ministro “scusate, per favore pigliateci”? Deve per forza occupare una strada altrimenti chi ci sente? Chi vuoi che ci ascolti? »

 

TONINELLI ANNUNCIA L’EMENDAMENTO ALLA MANOVRA

Il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli ha incontrato a Gioia Tauro i segretari provinciali e regionali di Cgil, Cisl, Uil e Usb che gli hanno sottoposto i termini della vertenza che riguarda 4.500 ex Lsu ed Lpu calabresi in attesa di stabilizzazione. Il ministro, da quanto è emerso nel corso dell’incontro, ha annunciato un emendamento alla manovra che darà la copertura economica fino ad ottobre 2019 consentendo così la proroga di tutti i contratti. Toninelli, inoltre, si è impegnato successivamente a convocare un tavolo ad hoc per studiare tutta la partita relativa ai precari calabresi e trovare una soluzione legislativa adeguata per garantire il futuro a tutti questi lavoratori. All’incontro hanno partecipato il prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari e il questore Raffaele Grassi.

PRONTA LA RISPOSTA DEL SINDACO DI AMENDOLARA

«Senza denari non se ne cantano messe». E’ quello che pensa il sindaco di Amendolara, Antonello Ciminelli, in merito alle più o meno fondate dichiarazioni di qualche sottosegretario o rappresentante di Governo che prova a tranquillizzare l’ambiente, cosi da stemperare la tensione sulla questione ex Lsu/Lpu. «Ormai siamo a Natale – dice Ciminelli – e ancora non sappiamo se i Comuni potranno continuare a contare sul lavoro di queste persone oppure no. Quello che a tutt’oggi continua a circolare sono fantomatici emendamenti presentati in Commissione Bilancio del Senato, laddove, tutt’al più ed in maniera generica si fa riferimento alla stabilizzazione di dipendenti pubblici, non già dei nostri Lsu/Lpu». Ma il primo cittadino di Amendolara non ci sta: «Basta dichiarazioni che annunciano stabilizzazioni senza prevedere risorse adeguate. Perché non ci dicono da dove prenderemo i soldi per pagare gli stipendi? Non ci resta che andare a Roma a chiederglielo di persona». Confermata dunque la protesta sotto il Senato della Repubblica prevista per giovedì 20 dicembre, «al netto di eventuale revoca, già consumata nei giorni scorsi, che è assolutamente da scongiurare».

«Questa volta tutti a Roma – ribadisce Ciminelli, piaccia o non piaccia a tutti gli attori di questa infinita vicenda, ormai al limite del tragicomico. I comuni insieme ai lavoratori e alle loro famiglie ed i sindacati non possono fallire questo appuntamento finale, dunque, di buona lena, ognuno faccia la propria parte, fino in fondo, senza indugi o tentennamenti, c’è in gioco la dignità di tutti i calabresi ». E poi Ciminelli che, ricordiamo, ha rassegnato le sue dimissioni al presidente del Consiglio Comunale venerdì scorso per solidarietà nei confronti degli Lsu/Lpu, si rivolge ai colleghi sindaci, tra i quali qualcuno avrebbe annunciato le proprie dimissioni. «Basta annunci. Le dimissioni bisogna rassegnarle adesso, andiamo a Roma con le fasce in mano e la passione e la determinazione nel cuore».

IL BLOCCO DELL’A2 MEDITERRANEO, DISPERAZIONE NEGLI OCCHI DEI LAVORATORI

4500 lavoratori del bacino Lsu Lpu ieri mattina hanno deciso di far sentire la propria voce in un momento storico per l’Italia: mentre il Governo cerca di rimettere ordine “tra le carte”, a pagarne le conseguenze questa volta sono i precari calabresi a cui i vari Governi hanno sempre promesso, ma già da anni, la stabilizzazione. Presenti al sit in tutte le sigle sindacali che poco hanno potuto fare per questi lavoratori che da ben 25 anni hanno affidato la vita, la famiglia ed un futuro a delle promesse con contratti che si sono rinnovati di anno in anno. Questa volta però sembra che il Governo faccia “orecchie ma mercante”, lasciando da solo il Governo regionale ad affrontare un problema troppo grande.

Tanti i sindaci che si sono schierati dalla parte dei lavoratori e che oggi erano presenti alla manifestazione. Prima delle otto di ieri mattina, sotto la pioggia in tanti hanno piantato nel terriccio della rotonda di Cosenza Nord la bandiera della sigla sindacale che li rappresenta, pronti a fare battaglia. Altrettanto pronti erano le forze dell’ordine schierati per rispondere ai manifestanti. Ma i lavoratori decisi a bloccare l’autostrada hanno atteso la distrazione della “divisa” per procedere all’occupazione della sede stradale dell’A2 Mediterraneo risalendo ai lati dell’autostrada e bloccando un centinaio tra autovetture e camion. Nel frattempo l’autostrada è stata chiusa dalla polstrada a Montalto deviando il traffico in entrata ed uscita su strade alternative. Al lavoro anche operatori Anas che hanno cercato di evitare più disagi possibili agli automobilisti.

A Reggio Calabria è stato bloccato il traffico ferroviario sulla linea tirrenica nel tratto tra Reggio Calabria e Rosarno; una conseguenza indiretta della manifestazione in corso dei lavoratori precari ex Lsu-Lpu che hanno occupato due binari della stazione di Villa San Giovanni. Il traffico ferroviario avrebbe potuto svolgersi, dal momento che i convogli transitano su un altro binario, ma per ragioni di sicurezza, è stato disposto il blocco della circolazione. Il treno Frecciargento Roma-Reggio Calabria è stato bloccato nella stazione di Rosarno e Trenitalia ha allestito un servizio sostitutivo di bus tra Rosarno e Reggio.

INVESTITO UN SINDACALISTA

La prima mezz’ora di blocco ha visto altri manifestanti cercare di raggiungere i colleghi in A2. Molti sono stati bloccati dalle forze di polizia, mentre altri sono riusciti nell’intento. Un sindacalista della Cgil, Giovambattista Nicoletti è rimasto lievemente ferito mentre si effettuava il blocco in autostrada. Racconta chi era presente all’incidente che i manifestanti avevano fatto largo per far transitare un’autovettura: i passeggeri avevano in corso una particolare urgenza. Sembra che un’altra autovettura si sia accodata nel tentativo di transitare e alla nuova chiusura della strada l’automobilista avrebbe reagito in malo modo cercando di oltrepassare il blocco e investendo il sindacalista per poi prendere velocità e lasciare l’autostrada. Nicoletti, soccorso dai sanitari del 118 ha abbandonato la manifestazione riportando una piccola frattura al piede, ma sta bene.

La manifestazione è continuata tra i sindacalisti che si alternavano nel parlare con i manifestanti informandoli sull’andamento della situazione. La Triplice insieme alle altre sigle sindacali Confial e Usb presenti alla manifestazione con i lavoratori, avevano chiesto un incontro al prefetto di Cosenza Galeone che in un primo momento sembrava non fosse stato accordato (poi svoltosi nelle prime ore del pomeriggio), nello stesso tempo si è appreso, sempre tramite i sindacalisti della Cgil Cisl e Uil, rispettivamente Umberto Calabrone, Giuseppe Lavia e Gianvincenzo Petrassi, che il prefetto di Reggio Calabria aveva ricevuto una delegazione. In A2, la polizia chiedeva lo sblocco dell’autostrada e i sindacalisti chiedevano l’incontro in prefettura. Poi la notizia della Commissione parlamentare, che avrebbe dovuto incidere sulla sorte dei 4500 lavoratori calabresi, che per “motivi interne e beghe tra loro”, così è stato riferito dai sindacalisti, non aveva proceduto ad aprire i lavori.

Commissione rimandata e lavoratori appesi ad un filo. Per i sindacalisti non è rimasto che abbandonare il blocco autostradale insieme ai lavoratori per continuare il sit in davanti l’ingresso dello svincolo autostradale A2. Erano le 13.30 quando i lavoratori hanno lasciato l’autostrada dopo essere stati immortalati dalle videocamere della polizia di Stato che dietro parole del funzionario, sono stati avvisati che sarebbe seguito il riconoscimento tramite tutte le caserme dei carabinieri per procedere ad una multa salata. Infatti in un primo momento, al diniego dei lavoratori di liberare la sede stradale, la polizia ha iniziato a chiedere i documenti ed i nominativi. Poi l’intervento dei sindacati per cercare di smorzare i momenti di tensione chiedendo ai lavoratori di far transitare i veicoli rimasti bloccati, i così detti ostaggi.

LE AUTO “OSTAGGIO” DIROTTATE VERSO L’USCITA A2 MONTALTO UFFUGO

 

In realtà a rimanere in autostrada, nel tratto bloccato dai manifestanti sarebbero rimasti solo una decina di auto articolarti. quindi non ci sarebbero stati poi così tanti ostaggi all’insaputa dei precari che invece, alla vista degli autoarticolati erano convinti di avere bloccato macchina ed autostrada. Il lavoro eccellente svolto dalla polizia stradale diretta dal vice questore aggiunto Giovanni Spina, presente sul posto a coordinare il reparto speciale su strada. Le auto che per una buona mezz’ora hanno sostato nel tratto chiuso tra le uscite di Montalto Uffugo e Rende sono state deviate verso l’uscita di Montanto procedendo in contromano considerato che essendo chiusa la strada si poteva effetuare una manovra d’eccezione in tutta tranquillità. Più difficile per gli autoarticolati che sono rimasti fermi fino allo sblocco avvenuto dopo un’ora o poco più.

 

 

LA DISPERAZIONE DEI PRECARI, IL PIANTO E L’UMILIAZIONE DI ESSERE TRATTATI COME OGGETTI

C’è il video che pubblicheremo nelle prossime ore dopo avere oscurato i volti dei lavoratori per una questione di rispetto e dignità in cui si ascoltano la disperazione, la frustazione, l’umiliazione di essere tarttati come “oggetti” senza il minimo rispetto. Uno dei lavoratori disperati si rivolge ad uno dei poliziotti della scientifica che per tutto il tempo ha effettuato video riprese chiedendo esausto di smetterla perchè di certo non era un criminale. Di avere rispetto per chi lottava per il lavoro “vorrei vedere te a fine mese senza stipendio, finiscila di ridere, ridevi anche a Catanzaro. A 60 anni essere sbattuto sulla strada con una famiglia…e tu ridi?” Momenti di tensione mentre si procedeva al riconosicmento dei manifestanti avvertendoli che avrebbero presto ricevuto la “visita” di una multa salata e la denuncia.

LA MALATTIA E LA MANCANZA DI SOLDI PER CURARSI

E il pianto disperato di molte lavoratrici: la tensione delle ultime ore, di 25 anni di precariato sulle spalle, di una vita messa alla porta dall’oggi al domani dopo promesse di stabilizzazione, ha ceduto il passo alla disperazione. Lacrime, pianti inarrestabili. Una donna in particolare, sorretta da altre lavoratrici tra le lacrime dice: “Chi mi aiuterà senza soldi? come farò a currarmi? la gamba non mi sorregge più!” E alzando il pantalone mostra “quale dolore” celasse sotto molti strati di garza”, al freddo e sotto l’acqua, occupando l’autostrada come in tanti ieri mattina per ricordare allo Stato che 4500 precari esistono e hanno lavorato per 25 anni prendendo uno stipendio non equo al lavoro svolto, ma accontentandosi per mantenere una famiglia e i sogni dei figli.

Poi lo sblocco totale dell’autostrada intorno alle 16 del pomeriggio, la decisione di bloccare i servizi nei vari Comuni e il viaggio della speranza verso Roma. 

L’INCONTRO IN PREFETTURA PARLA BENEDETTO DI IACOVO CONFIAL

Tra le sigle sindacali, sempre presente con i lavoratori anche la Confial con il presente nazionale Bendetto Di Iacovo. «Incontro in Prefettura con CONFIAL, CGIL, CISL, UIL, USB.
Si sta contattando il Governo per rassicurazioni sul maxiemendamento per la stabilizzazione degli ex LSU LPU della CALABRIA. Abbiamo deciso di sospendere il blocco autostradale. Da domani i lavoratori incroceranno le braccia e bloccheranno tutti i servizi, anche quelli essenziali, in tutti i Comuni.
Mercoledì notte partenza dei lavoratori e dei sindacati per Roma per una manifestazione presso le sedi competenti.
Si richiede che nel maxiemendamento del Governo si tenga conto di questa vertenza, assicurando: 1) la copertura finanziaria e storicizzazione dei 50 milioni; 2) le deroghe ai vincoli assuntivi; 3) previsione sovrannumeraria di assunzione di questi lavoratori in posizione extra ruolo.
Si tratta di sacrosante rivendicazioni a risarcimento di oltre 25 anni di sfruttamento come lavoro nero nei diversi comuni calabresi».

Aggiunge ancora Di Iacovo «E’ in discussione il processo di stabilizzazione avviato nel 2013 che ha poi portato alla contrattualizzazione di circa 4.700 lavoratori utilizzati in quasi tutti i Comuni della nostra regione. Sembrava cosa fatta. Oggi quei lavoratori dopo circa vent’anni e oltre di sfruttamento presso i nostri Comuni (quindi presso la Pubblica Amministrazione) rischiano di vedersi bloccato questo virtuoso processo che in circa quattro anni aveva quanto meno resi i lavoratori titolari di diritti e dignità, attraverso la sottoscrizione di un contratto a tempo determinato a 26 ore settimanali. Il tutto con risorse del Ministero pari a 5o milioni annui per ormai quattro anni consecutivi e 38 milioni annui di competenza regionale in modo da coprire anche gli ex LPU che, appunto, sono rimasti solo in Calabria e quindi a carico della Regione. Ora il processo sembra bloccato. Molti, soprattutto delle forze di maggioranza del Governo, sembrano non comprendere le ragioni di questi lavoratori e il dramma che vivono 4.700 famiglie in questo momento. Molti pensano che il favore lo si farebbe solo ai lavoratori. E invece il vero favore lo farebbero ai Comuni, soprattutto a quelli in dissesto e che sono tantissimi, i quali senza questa forza lavoro, sarebbero costretti a portare le chiavi dei Comuni ai signori prefetti di riferimento».

 

 

Lavoro:ex Lsu-Lpu;sindacati,preoccupati dimenticanza Governo

 

CATANZARO – “La mobilitazione degli ex Lpu ed Lsu calabresi continua. La protesta non si ferma perché il Governo si è dimenticato della Calabria. La mancanza di risposte sulla delicata vertenza dei lavoratori precari calabresi ci preoccupa”. E’ quanto affermano, in una nota congiunta, i segretari generali calabresi Angelo Sposato (Cgil), Tonino Russo (Cisl) e Santo Biondo (Uil).

“L’interlocuzione istituzionale, già esigua sin dalla prima ora – proseguono Sposato, Russo e Biondo – adesso si è completamente paralizzata. La Calabria chiama e Roma non risponde. Seguendo un solco tracciato dagli amministratori precedenti anche il ‘Governo del cambiamento’ sacrifica, ancora una volta, la voglia di riscatto della Calabria. Dalle notizie capitoline rimbalzate in Calabria ci pare di capire che la discussione in Commissione bilancio al Senato sull’emendamento ‘salva precari’ non abbia fatto passi avanti. La possibilità che potrebbe essere offerta agli enti locali calabresi di derogare alle norme statali e procedere ad un prolungamento del rapporto lavorativo con i precari presenti in pianta organica non può bastare. Senza la copertura economica e finanziaria del provvedimento, senza la storicizzazione di questo finanziamento, la vertenza non si risolve. Chi è precario oggi, chi lo è da oltre venti anni, continuerà ad esserlo anche in futuro. Questo è inaccettabile”.

“Questi 4500 lavoratori – sostengono ancora i leader calabresi di Cgil, Cisl e UIl – che hanno investito per oltre venti anni la loro vita in un’esperienza lavorativa al servizio dei cittadini calabresi, che hanno fatto muovere la macchina burocratica di centinaia di comuni, che sono stati costretti ad accettare una forma prolungata di ‘caporalato di Stato’, adesso, si troverebbero in stato di povertà assoluta. Per loro, che chiedono dignità e lavoro, non può bastare la paradossale e nemmeno scontata ricaduta nel bacino dei percettori del reddito di cittadinanza”.

 

 

Allo stato attuale, poi, non si comprende – sostengono Sposato, Russo e Biondo – quale sia il contributo offerto da questo Governo al cambiamento di rotta di una regione che è stata martoriata, tradita ed abbandonata da chi, sino ad oggi, ha amministrato la cosa pubblica nazionale. Ai rappresentanti della maggioranza di Governo vorremmo ricordare i rischi concreti che questa disattenzione si porta dietro. Intanto, quello di provocare l’esplosione di una bomba sociale. Poi, di trasformare in povertà assoluta venti anni di esperienza professionale al servizio dello Stato. Infine, di provocare un blocco dei servizi resi ai cittadini, con un conseguente aggravio di spesa per la nazione intera, e la paralisi completa per tutti quei Comuni che, in questi anni, sono stati martoriati da una politica di austerità che ha bloccato la spesa corrente e reso asfittiche le loro casse. Crediamo che questa regione sia stata derubricata dall’agenda politica del Governo”.
“Niente di più devastante – è detto per l’economia di un territorio già messo in ginocchio da una crisi prolungata, dall’assenza di investimenti pubblici e privati e dalla miopia di una classe politica distratta dai giochi di potere.

Ci auguriamo che la mobilitazione dei lavoratori possa sensibilizzare il Governo, i cui rappresentanti di maggioranza non hanno ancora espresso una posizione istituzionale, su questa vertenza e stimolare l’avvio di un tavolo di confronto nazionale permanente. Allo stesso tempo, infine, chiediamo un sussulto d’orgoglio alla deputazione parlamentare calabrese che su questa vicenda, a parte qualche sparuta presa di posizione, pare aver pavidamente abdicato al proprio ruolo politico ed istituzionale”.

Vescovi Calabria, preoccupati per destino ex Lsu-Lpu

“La Conferenza episcopale calabra esprime la propria profonda preoccupazione per le vicende legate al destino degli oltre 4.500 ex lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità”. E’ quanto si legge in un documento della Cec firmato dal presidente mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace. “In una terra in cui grande e antica è la fame di lavoro, dove i fenomeni corruttivi e la criminalità organizzata sfibrano il tessuto sociale – prosegue il documento dei vescovi calabresi – non possono lasciare indifferenti le tensioni originate dal rischio di veder sfumare altri posti di lavoro, sia pure sin qui precari. Soprattutto, procura amarezza il dover constatare come, indipendentemente dalle questioni di merito, sia venuto meno il dialogo e sembra essere sul punto di lacerarsi irrimediabilmente anche il rapporto tra i lavoratori e le istituzioni, specie quelle di livello superiore.

La Calabria, ove già alto è il tasso di disoccupazione, non può permettersi di perdere così tanti posti di lavoro e un reddito per altrettante famiglie. Sarebbe una catastrofe. Nel mentre rivolgiamo il nostro pensiero ai tanti senza lavoro, o che il lavoro l’hanno perso, ai tanti fratelli e sorelle e tanti immigrati che trascorreranno il Natale senza casa né affetti familiari, chiediamo ai parlamentari ed alle forze di governo un supplemento di impegno e di responsabilità, per trovare una giusta soluzione, che dia dignità a quanti per più di venti anni hanno sofferto un grave stato di precarietà lavorativa”. “Le Chiese particolari di Calabria – conclude il documento della Cec – auspicano un’immediata ripresa del confronto, per la costruzione di prospettive capaci di restituire serenità e prospettive a famiglie e comunità oggi duramente segnate dai timori di nuove, inattese sventure occupazionali. È forte il desiderio che il tempo presente e quello che verrà possa essere opportunità di dialogo, di chiarezza e, per quanto possibile, di soluzioni, evitando forme di indifferenza e di silenzio ostinato che potrebbero portare a esacerbare gli animi”.

 

Usb, basta prendere in giro i lavoratori

“Basta prese in giro per gli Lsu, dal ‘governo del cambiamento’ pretendiamo risposte concrete”. E’ quanto si legge in una nota dell’Usb. “In questi giorni – prosegue il sindacato – si sta discutendo nell’ambito della legge di Bilancio l’emendamento finalizzato alla stabilizzazione degli Lsu-Lpu e degli ex-Lsu ed ex-Lpu, frutto delle lotte che questi lavoratori hanno condotto da anni insieme all’Unione Sindacale di Base. L’emendamento presentato sicuramente affronta alcuni nodi rimasti inevasi dalla norma inserita, sempre in seguito alle iniziative di Usb, dal ministro Madia. Restano però questioni cruciali che, qualora non fossero risolte, renderebbero l’iniziativa del governo priva di effetti concreti, se non dannosa.

 

 

È il caso degli ex Lsu-Lpu della Calabria che stanno rischiando di essere licenziati a causa del taglio delle risorse. I lavoratori sono in mobilitazione in Calabria dove ieri a Villa San Giovanni hanno bloccato i traghetti e hanno poi occupato i binari, e in Campania dove dopo le manifestazioni delle settimane scorse, mercoledì saranno in presidio durante il tavolo convocato dalla Prefettura per esperire il tentativo di conciliazione richiesto da Usb. Le richieste sono chiare: risorse finanziarie aggiuntive e strutturali a garanzia della sostenibilità a regime per gli Enti utilizzatori e adeguate a ricoprire l’intero bacino dei lavoratori interessati; garanzia del percorso assunzionale per gli Lsu in possesso dei requisiti richiesti per le qualifiche medio-alte; recupero dei 50 milioni dell’annualità 2018esclusa nel DD234 del 7 agosto 2018. “Questi – conclude la Usb – i nodi che vanno affrontati nell’emendamento alla legge di Bilancio per far sì che si realizzi una vera stabilizzazione e non un’operazione di immagine che prende in giro i lavoratori. Non siamo disposti a ulteriori prese in giro, la questione degli LSU va affrontata in modo serio e definitivo”.

 

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