Provincia
Fuscaldo: scarico reflui industriali in un torrente, impianto sotto sequestro
I carabinieri di Paola, hanno eseguito all’alba, un decreto di sequestro preventivo di un impianto industriale situato nell’area urbana del Comune di Fuscaldo
FUSCALDO (CS) – Un impianto che effettua trattamenti superficiali di ossidazione anodica, elettrocolorazione e verniciatura su profili in alluminio, e nel quale si producono accessori per serramenti. Inoltre si occupa di trasformazione e commercializzazione di sistemi in alluminio per architettura. I carabinieri di Paola però hanno scoperto gli illeciti e messo i sigilli all’impianto su decreto, emesso dal Gip del Tribunale di Paola, Maria Grazia Elia, a seguito di richiesta formulata dalla locale Procura della Repubblica, guidata dal Procuratore Pierpaolo Bruni. Nei confronti dell’Amministratore unico e legale rappresentante della società preposta alla gestione dell’impianto industriale è stata emessa una denuncia e l’uomo è indagato per “scarico di acque reflue industriali contenenti sostanze pericoloseâ€.
Verso la fine del mese di dicembre 2018, i militari di Paola, Aliquota Radiomobile, impegnati in mirate attività di prevenzione e repressione dei reati in materia ambientale, avevano notato un tubo posticcio, in materiale plastico e di colore giallo, che, fuoriuscendo da uno dei capannoni del suddetto complesso industriale, correva lungo l’area parcheggio prospiciente. Tubo che entrava nella vegetazione posta sull’argine di un vicino torrente.
Insospettiti che potessero essere in atto illecite operazioni di scarico di acque reflue industriali, i carbainieri hanno proceduto all’individuazione dell’estremità della tubazione accertando come, tramite il tubo, del diametro di circa 8 centimetri e della lunghezza complessiva di ben 55 metri, grazie all’azione di un’elettropompa industriale ad aspirazione, era in atto, in assenza delle previste autorizzazioni amministrative, lo sversamento nell’alveo del vicino torrente – a circa 200 metri dal punto di sbocco nel mare – di sostanza liquida incolore e dall’odore acre.
La sostanza veniva attinta da una vasca del ciclo di lavorazione dell’impianto industriale oggi posto in sequestro, della capacità di circa 10.000 litri complessivi, che al momento dell’accertamento risultava piena per circa la metà della propria capacità complessiva. Nell’immediatezza, i militari hanno posto fine all’illecito scarico della sostanza disattivando l’alimentazione elettrica della pompa ad aspirazione collegata al tubo di scarico ed al contestuale sequestro d’urgenza del dispositivo.
Selenio e alluminio in quantità 6 volte oltre i parametri
L’esito delle successive analisi di laboratorio condotte sui prelievi e campionamenti eseguiti dell’Arpacal di Cosenza sul sito di interesse (area a valle in prossimità del tubo di scarico – punto di scarico dell’impianto di depurazione – la vasca del ciclo produttivo dello stabilimento) ha consentito di evidenziare il superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione – CSC – previste dal D. L.vo 152/2006 – tra le 4 e le 6 volte, dei parametri Selenio ed Alluminio.
Le analisi condotte sui campionamenti effettuati all’interno della vasca del ciclo produttivo dello stabilimento, hanno cristallizzato un pH molto acido, inferiore al minimo previsto dal D. L.vo 152/2006, delle acque reflue oggetto di scarico. Con riferimento al campione di prova prelevato a monte (a 35 metri circa) del tubo di scarico, non è emerso il superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione – CSC – previste dal D. L.vo 152/2006.




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