L’operazione ha portato all’esecuzione di 57 misure cautelari tra arresti in carcere, ai domiciliari, obbligo di dimora e presentazione all’autorità giudiziaria
COSENZA – Primi interrogatori di garanzia per gli indagati detenuti nel carcere di via Popilia davanti al Gip Branda. tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Tra i difensori la presenza degli avvocati Antonio Quintieri, Francesco Boccia, Cristian Cristiani, Matteo Cristiani, Angelo Pugliese, Giuseppe Lanzino, Giampiero Calabrese, Amalia Falcone, Cesare Badolato, Antonio Granieri, Angela D’Elia. Gli indagati (leggi qui i nomi) sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, estorsione continuata, detenzione illegale di armi da fuoco e munizioni, ricettazione, furto in abitazione, spendita ed introduzione nello stato di monete falsificate, detenzione e porto in luogo pubblico di arma clandestina, rapina aggravata e violazione degli obblighi della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno. Le indagini sarebbero partite dalle denunce di alcune ‘mamme coraggio‘ in quanto nel blitz sono coinvolti anche soggetti minorenni. I carabinieri stanno anche eseguendo numerose perquisizioni domiciliari a carico di ulteriori soggetti coinvolti nella stessa attività’ investigativa.
Il blitz dell’Arma ha portato a sgominare una larga fetta di mercato dello spaccio tra cui figurano molti minorenni in doppia veste di assuntori e spacciatori. A scoperchiare “il vaso di Pandora” anche alcune mamme coraggio che hanno deciso di denunciare ai carabinieri i propri figli pur di salvarli.
MIO FIGLIO RUBA PER PAGARE LA DROGA
«Sono la madre di L., che da un anno ha iniziato ad assumere un atteggiamento ambiguo, tipico di chi assume sostanze stupefacenti. Oltre ad avere atteggiamenti irriguardosi, mio figlio spesso si presentava con gli occhi lucidi, agitato e sempre alla ricerca di denaro. Mi sono resa conto che molte volte ha rubato dal mio portafoglio denaro contante, altre volte oggetti di valore come occhiali da sole e un anello in oro che sono riuscita a recuperare prima che lo vendesse. La sua giustificazione fu che lo voleva regalare alla fidanzatina. L. era diventato talmente violento da picchiare selvaggiamente anche la sorella, facendola cadere giù dalle scale. In un’altra occasione mi ha schiaffeggiata. D’accordo con mio marito abbiamo denunciato nostro figlio che è stato allontanato da casa e associato ad una struttura di accoglienza per minori».
La madre coraggio racconta che anche l’ex marito aveva notato ammanchi di denaro in casa quando il figlio andava a dormire da lui. Il ragazzo è stato così sottoposto a degli esami clinici specifici in cui è risultato positivo alla cannabis. La mamma ha rinvenuto anche della marijuana in un pacchetto di sigarette che ha distrutto nell’immediato. La donna continua a raccontare ai carabinieri di fatti relativi all’anno 2017 quando il figlio era ancora minorenne. Insieme ad un’altra madre cercarono di seguire i figli che si resero conto di essere pedinati e sviarono le due donne sul luogo in cui si stavano dirigendo. Il giovane era conoscente di Vincenzo De Rose e dopo l’arresto di quest’ultimo la madre trovò messaggi inviati su messenger in cui chiedeva come stava e altri inviati al suo amico con cui divideva la droga da assumere in cui si davano appuntamento per andare a prendere “le cose”. A febbraio 2017 il figlio era molto agitato perchè doveva saldare un debito che aveva contratto con delle persone per l’acquisto della droga di 100 euro. In quell’occasione pagò il debito grazie al padre che gli consegnò la somma di denaro.
Il giovane assuntore spiega dove acquistava la droga
Il giovane assuntore davanti ai carabinieri dichiarò di avere assunto droga fino all’agosto 2017 di tipo hashish e marijuana acquistata nel centro storico da un ragazzo conosciuto davanti all’istituto alberghiero di Cosenza, nei pressi dell’autostazione, dove andava spesso al termine dell’orario delle lezioni. Mi consegnava la droga per l’equivalente di 10 – 15 euro tre volte alla settimana. Molti altri ragazzi acquistavano droga. Il giovane riferisce che sempre nel 2017 nei mesi di febbraio e marzo insieme al suo amico acquistò la droga presso l’abitazione di Vincenzo De Rose (oggi pentito) in cui spesso erano presenti altre persone incluse la moglie e la figlia. In una occasione De Rose chiese al giovane di dargli il telefono per chiamare il suo amico e intimargli di pagare altrimenti non avrebbe potuto rimettere più piede a Cosenza.
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