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Esondazione Crati: la Procura apre un’inchiesta

parco archeologico

L’incontro era servito per focalizzare tutte le emergenze del Parco archeologico di Sibari, soprattutto i continui allagamenti ai quali è sottoposto il sito

 

CASTROVILLARI – La Procura di Castrovillari ha aperto ufficialmente un’inchiesta per fare luce su una spesa di circa venti milioni di euro stanziati da Governo e Regione dopo l’esondazione del fiume Crati del gennaio 2013 che fece numerosi danni ad un’area di circa diecimila metri quadrati sui quali insiste il Parco archeologico della Sibaritide.

Il Procuratore della Repubblica di Castrovillari, Eugenio Facciolla, ha deciso di procedere all’indomani di un incontro al quale parteciparono la direzione del Museo, il Polo museale della Calabria, la Soprintendenza dei beni culturali di Cosenza, il Procuratore della Repubblica di Castrovillari, e il Prefetto di Cosenza, Paola Galeone.

L’incontro era servito a mettere sul tavolo tutte le emergenze legate al Parco archeologico di Sibari, in particolare quella dei continui allagamenti ai quali è sottoposto il sito. Una situazione strana se si pensa che sul solo Parco del Cavallo, l’area principale del Parco archeologico, dopo alluvione del 2013 erano stati spesi oltre diciotto milioni di euro. Il problema sarebbe sempre il solito, emerso anche dopo l’allargamento registratosi lo scorso ottobre e non a causa del fiume, ma per le forti piogge. Ad essere indicato come colpevole sarebbe il malfunzionamento dell’impianto wellpoint, le trincee drenanti, costato diverso milioni di euro e rivelatosi inadatto a gestire il sistema di Sibari.

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