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A spasso sulla spiaggia, in strada e nei centri abitati. In Calabria è emergenza cinghiali

Calabria

A spasso sulla spiaggia, in strada e nei centri abitati. In Calabria è emergenza cinghiali

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Cinghiali in strada

L’assurda morte del 47enne Antonio Rocca ha fatto riesplodere l’emergenza cinghiali che la Regione Calabria sta provando ad arginare con il Piano di selezione approvato dall’Ispra. Fino al prossimo mese di dicembre sarà possibile abbattere fino a 3.400 cinghiali, rispetto al limite di 500 fissato in precedenza. Ma sembra non bastare mai

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COSENZA – Li abbiamo visti rovistare nei rifiuti, andarsene a passeggio sulle spiagge scorrazzare e nei centri abitati, persino in quelli delle grandi città, mettendo in serio rischio l’incolumità degli automobilisti e dei pedoni. L’emergenza cinghiali in Calabria ha raggiunto una punta di criticità elevatissima, come dimostra l’assurda morte di Antonio Rocca, il 47enne di Simeri Crichi deceduto dopo quasi un mese di agonia. Lo scorso 28 luglio, l’uomo travolse un cinghiale mentre stava rientrando a casa. L’impatto fu violentissimo ed a peggiorare le condizioni dell’uomo la furia dell’animale che si avventò su di lui colpendolo ripetutamente mentre si trovava ancora a terra, provocando diverse ferite al volto e all’addome. Un episodio terribile che si aggiunge ai tanti altri incidenti provocati in Calabria dalla presenza di migliaia e migliaia di ungulati. Tanti gli automobilisti feriti sulle strade calabresi già di per sé pericolose. Sempre più spesso i cinghiali lasciano le zone boschive alla ricerca di cibo e acqua, dal momento che il proliferare di esemplari riduce le zone isolate dove questi animali normalmente vivono. Poi c’è la spazzatura, il più grande problema visto che rappresenta una delle principali cause della discesa dei cinghiali che, con pochissimo sforzo, trovano nei cassonetti e per strada tutto il cibo di cui hanno bisogno.

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Per affrontare la situazione, la Regione Calabria ha varato, lo scorso mese di luglio, il nuovo Piano di selezione dei cinghiali sul territorio calabrese approvato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, organo tecnico del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Le nuove disposizioni indicano che in Calabria, fino al prossimo mese di dicembre, sarà possibile abbattere fino a 3.400 cinghiali, rispetto al limite di 500 fissato in precedenza. Una prima risposta, giudicata comunque non esaustiva, anche per difendere le aziende agricole della regione, dove i danni sono all’ordine del giorno. La massiccia presenza dei cinghiali, infatti, continua a creare danni ingenti alle colture e agli animali di allevamento, devastati nelle ore notturne dalle scorribande di veri e propri branchi di ungulati. A limitare le azioni di contrasto del fenomeno, come spiegato nei giorni scorsi dalla Regione Calabria, anche i vincoli imposti dalla legislazione attuale che “non consentono di affrontare compiutamente il problema, non solo dei cinghiali, ma di tutta la fauna selvatica”. Per questo, è stato sollecitato un incontro con il ministero dell’Ambiente. Nel frattempo, gli allarmi lanciati dai sindaci e dalle istituzioni locali si moltiplicano. E si continuano a contare danni, incidenti e, purtroppo, anche vittime.

 

Coldiretti “sono oltre 1 milione e provocano danni per 100 milioni”

L’escalation dei danni, delle aggressioni e degli incidenti che causano purtroppo anche vittime, è il risultato della incontrollata proliferazione degli animali selvatici con il numero dei cinghiali presenti in Italia che ha superato abbondantemente il milione, con una diffusione che ormai si estende dalle campagne alle città. Lo afferma la Coldiretti in relazione alla morte dopo un mese di coma del 47enne Antonio Rocca. ”

“Negli ultimi dieci anni – sottolinea la Coldiretti – il numero dei cinghiali presenti in Italia è praticamente raddoppiato secondo. La sicurezza nelle aree rurali e urbane  è a rischio per il loro proliferare. Gli animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali allevati, causano incidenti stradali per un totale di danni stimato in quasi 100 milioni di euro all’anno, senza contare i casi in cui ci sono state purtroppo anche vittime. Non è quindi più solo una questione di risarcimenti ma è diventato – continua la Coldiretti – un fatto di sicurezza delle persone che va affrontato con decisione. Ora – conclude la Coldiretti – non ci sono più alibi per intervenire in modo concertato tra Ministeri e Regioni ed avviare un piano di abbattimento straordinario senza intralci amministrativi”

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