L’uomo la minacciava costringendola ad atti di autoerotismo che registrava ed usava come arma di ricatto
COSENZA – Non mangiava più e meditava l’estremo gesto. Una ragazzina di 12 anni è stata allontanata dalla trappola in cui era finita attraverso le chat di Instagram. Ieri personale della sezione Polizia Postale e delle Comunicazioni di Cosenza ha arrestato e tradotto nel carcere di via Popilia un 33enne residente a Mendicino. Si tratta di S.P., accusato di atti sessuali con minore, violenza sessuale aggravata e stalking. L’uomo indagato per aver adescato la dodicenne cosentina attraverso i social network, per poi indurla a posare in video dal contenuto erotico, è stato intercettato grazie alla denuncia sporta dalla famiglia della ragazzina a luglio. Già noto alle forze dell’ordine per aver in passato costretto sotto minaccia minorenni di altre regioni d’Italia a masturbarsi in chat, la sua vicinanza geografica alla vittima risultava estremamente pericolosa e preoccupante.
Dopo un primo approccio su Instagram era riuscito a carpire la fiducia della 12enne che, verosimilmente ammaliata dai suoi modi accattivanti, è stata convinta a fare ciò che lui le chiedeva di fronte alla webcam. Da questo momento la vita della giovane era diventata un incubo. Il 33enne, dopo averla filmata, la minacciava di continuo di divulgare il video sul web se non si fosse prestata nuovamente a masturbarsi in chat. La piccola spaventata e angosciata è stata avvolta da uno stress tale che le impediva di mangiare, ossessionata dalle richieste dell’uomo e dall’idea del suicidio unica strada che in quel momento intravedeva per porre fine al turbinio di intimidazioni a cui era sottoposta. Confidandosi con la madre, ha quindi aperto un varco verso la sua libertà assicurando l’uomo alla giustizia.
L’attività investigativa ha portato gli agenti della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Cosenza ad individuare l’indirizzo dell’uomo che aveva più profili Instagram di cui però nessuno corrispondeva alla sua vera identità. L’analisi tecnica delle tracce informatiche ha consentito di intercettarlo. I software hanno rivelato come fosse proprio il 33enne di Mendicino ad assillare la ragazzina e sottoporla a vessazioni ‘virtuali’ che hanno indotto il Gip Gallo a disporre la custodia cautelare in carcere. Diverso il materiale pedopornografico ritrovato nei dispositivi in uso all’indagato. Immagini, video e conversazioni che sono ora al vaglio degli inquirenti al fine di individuare se vi siano ulteriori vittime che possano essere cadute nella stessa trappola della dodicenne cosentina.
Numerosi i casi simili registrati sui social network, soprattutto sulla piattaforma Instagram che statisticamente è la più usata dagli adolescenti che spesso usano un profilo ‘aperto’. Le immagini divulgate e la poca consapevolezza dei rischi che cela la rete aiutano malintenzionati ad entrare in contatto con le proprie vittime e instaurare con loro rapporti di fiducia. Relazioni dietro le quali vi sono false identità e strategie criminali volte a soggiogare l’amico/amica attraverso minacce ed intimidazioni di vario genere che possono avere come obiettivo quello di estorcere denaro o rapporti sessuali. In quest’ottica si rivelano sempre più preziose le campagne informative che illustrano come navigare in sicurezza sul web per evitare di incorrere in spiacevoli avventure che potrebbero avere esiti drammatici.
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