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Presta soldi a ‘strozzo’ a tassi del 121%, arrestato 49enne

Guardia Finanza arresto

Le indagini sono state portate a termine in circa 2 mesi – spiegano gli investigatori nonostante la complessità e la delicatezza della vicenda e la ritrosia delle vittime nel riferire i fatti di cui erano a conoscenza

 

LAMEZIA TERME – Avrebbe prestato denaro a due commercianti di Lamezia Terme che versavano in difficoltà economiche, pretendendo tassi d’interesse del 121%. La Guardia di Finanza ha arrestato un uomo di 49 anni, Carmelo Furci. All’uomo è stato anche sequestrato un Suv e un’utilitaria nella sua disponibilità, del valore di oltre 45.000 euro, e la somma di 32.000 euro, pari agli interessi corrisposti dalle vittime dal mese di gennaio al mese di agosto del 2009.

Furci ha precedenti specifici ed è ritenuto, tra l’altro, affiliato ad un clan della criminalità organizzata. L’uomo deve rispondere di usura aggravata, in quanto commessa a danno di persone esercenti attività di impresa in grave stato di disseto finanziario, estorsione ed esercizio abusivo del credito.

Le vittime hanno versato il danaro dal gennaio all’agosto scorso e le indagini sono state avviate dalle fiamme gialle ad agosto ed hanno consentito di ricostruire i rapporti finanziari di natura illecita intercorrenti tra l’usuraio e le vittime, riscontrando che il primo ha erogato due distinti prestiti pretendendo interessi quantificati al 121,66%.

Gli interessi, su 10mila euro ‘prestati’ ne pretendeva mille ogni mese

Le vittime avrebbero ricevuto un primo prestito di 10.000 euro nel luglio del 2018, a fronte del quale l’indagato ha preteso il pagamento di 1.000 euro mensili come rate di interessi fino al momento in cui i debitori non fossero stati in grado di restituire la somma capitale per intero.

Un altro prestito, con le medesime modalità, è stato, poi, erogato nel dicembre del 2108 per un ammontare di 90.000 euro; in questo caso l’indagato avrebbe preteso il pagamento di interessi mensili per 9.000 euro, con termine stabilito al momento in cui i debitori non fossero stati in grado di restituire la somma capitale in un’unica soluzione.

Condizioni che hanno portato i due commercianti ad una situazione finanziaria di “non ritorno”, non potendo far fronte a tale esosa pretesa, riuscendo a corrispondere solo una minima parte di interessi quantificati in 32.000 euro. L’indagato, in un crescendo di minacce, avrebbero convinto le sue vittime a effettuare la cessione delle loro attività commerciali al fine di incamerare l’illecito profitto, evento scongiurato grazie all’esecuzione dei provvedimenti giudiziari.

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