Calabria
Produzione e traffico di droga, 10 persone in manette
L’operazione รจ stata chiamata in codice “pollice verde”. Altre tre persone sono indagate a piede libero
REGGIO CALABRIA – Dieci persone sono state arrestate dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla locale procura della Repubblica. Le accuse a vario titolo sono di associazione per delinquere finalizzata alla produzione e al traffico di droga oltre che di illecita detenzione, spaccio e produzione di sostanze stupefacenti. Alcune delle persone coinvolte sono state trasferite in carcere, per le altre sono stati disposti gli arresti domiciliari. Altre 3 persone risultano indagate a piede libero. Disposto anche il sequestro di beni.
I 10 soggetti, tutti reggini, gestivano in house la coltivazione e il confezionamento di marijuana che poi provvedevano anche a spacciare al consumo.ย Nel corso dell’operazione รจ stato fatto anche il sequestro preventivo di beni. Complessivamente sono 13 le persone coinvolte. Gli arrestati, secondo l’accusa, appartenevano a unโorganizzazione operante nella zona centro-sud della cittร , prevalentemente nei quartieri di Pellaro, San Cristoforo e nel centro cittร .
A capo c’erano Domenico Di Grande, 60 anni, e Valentino Buzzan, di 59 e l’associazione aveva nella sua disponibilitร 3 siti nei quali era coltivata marijuana. Si tratta di unโabitazione con annesso giardino nel quartiere di San Cristoforo, nonchรฉ altri due terreni nella zona sud della cittร . La droga era prodotta con metodologie tecnologicamente avanzate, tese a garantire unโeccellente qualitร dello stupefacente coltivato.
Un business a “Km 0”
Durante le indagini sono state scoperte oltre 200 piante di cannabis, dalle quali lโorganizzazione avrebbe potuto ricavare diverse migliaia di dosi di marijuana da distribuire direttamente alla vendita sulle piazze di spaccio cittadino. Da qui il nome attribuito all’operazione, โPollice Verdeโ, assegnato con particolare riferimento, spiegano gli inquirenti, alla maniacale dedizione posta in essere dai criminali arrestati alla produzione dello stupefacente, con tecniche che sbaragliavano la concorrenza e garantivano elevati profitti. Nei siti di coltivazione, รจ stato, infatti, rilevato che la sostanza stupefacente era curata, annaffiata, raccolta, fatta essiccare e confezionata, per poi essere distribuita direttamente al consumo tramite una rete di pusher, tutti stabilmente partecipi allโassociazione. In buona sostanza – dicono gli inquirenti – si trattava di un vero e proprio business โa km 0โ.
Le indagini si sono svolte tramite attivitร di appostamento, pedinamento e osservazione, controlli e perquisizioni, sequestri e riscontri investigativi. In termini prettamente piรน economici, possedendo e gestendo attraverso la coltivazione dello stupefacente ed evitando cosรฌ di limitarsi a spacciare sostanza stupefacente acquistata da altri, l’organizzazione otteneva profitti piรน elevati rispetto ad altre omologhe organizzazioni, riuscendo, al contempo, a essere di gran lunga piรน concorrenziale, sia in termini di qualitร , sia in termini di prezzo.
Lโassociazione scardinata aveva una tipica struttura โpiramidaleโ, con ruoli interni ben definiti: Di Grande e Buzzan, oltre a sovrintendere ai lavori di coltivazione delle numerose piante di cannabis, si adoperavano per la ricerca dei terreni e degli altri spazi su cui avviare i lavori di produzione dello stupefacente in house; tenevano i contatti tra tutti i membri dellโorganizzazione; cedevano, personalmente, la marijuana prodotta a una selezionata clientela o ai vari pusher appartenenti gruppo criminale e incaricati della vendita al minuto della droga.
Gli altri membri dellโorganizzazione si occupavano prevalentemente di cedere la marijuana al dettaglio; procurare allโassociazione nuovi clienti; fare da intermediari tra i capi dellโassociazione e altri soggetti nelle cessioni di stupefacente caratterizzate da un valore particolarmente elevato; coadiuvare i propri โsuperioriโ nella materiale attivitร di coltivazione e cura delle piante di cannabis. Il gip ha emesso un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale in carcere per 9 persone e degli arresti domiciliari per una. Disposto anche il sequestro preventivo di beni mobili nella disponibilitร dei capi del sodalizio criminale, utilizzati per i fini illeciti dellโassociazione.ย



Social