Calabria
Treno deragliato, cinque indagati. Familiari di Cicciù: «dolore dilaniante»
Lo ‘scambio’ non si trovava nella giusta posizione e il sistema centrale non lo ha rilevato indicando invece il “giusto tracciato” al personale del Frecciarossa 9595 Milano-Salerno
LODI – Proseguono le indagini per far luce sulle responsabilità relative al disastro ferroviario che ha portato alla morte di due macchinisti, Giuseppe Cicciù e Mario Di Cuonzo, e al ferimento di 31 persone. Il Nucleo operativo incidenti ferroviari della Polfer, sta svolgendo per la Procura di Lodi le opportune indagini che hanno al centro anche la mancata segnalazione al sistema elettronico di sicurezza dello scambio in ‘svio’. I sindacati ieri hanno indetto due ore di sciopero, rifiutando l’ipotesi di un errore umano commesso dalla squadra di cinque operai che erano intervenuti sullo scambio poco prima come unica causa dell’incidente.
Sentiti come testi, gli operai avrebbero detto di non aver terminato il lavoro completamente, ma di aver rimesso lo scambio in ordine e che il binario dagli agenti di manutenzione era stato restituito regolarmente a quelli di movimentazione. Per il momento proprio i cinque dipendenti di Rfi, che lavorarono allo scambio ferroviario che ha causato il deragliamento di un Frecciarossa a Ospedaletto Lodigiano la notte prima dell’incidente sono indagati. Non sono stati sospesi, a quanto si apprende, ma destinati ad un incarico in ufficio. Una normale procedura in attesa dell’inchiesta interna delle Ferrovie e di quella della Procura di Lodi.
Eseguita l’autopsia, oggi gli interrogatori dei 5 operai
La Procura di Lodi ha comunicato che oggi è stata effettuata l’autopsia sui corpi dei macchinisti deceduti “di modo da liberare al più presto, le salme per lo svolgimento delle esequie”. Sul piano delle indagini assicura “continuano con grande impegno da parte di tutte le forze di polizia coinvolte nelle complesse attività investigative coordinate da questa Procura e si auspica che esse portino in tempi ragionevolmente brevi all’accertamento delle eventuali responsabilità”. L’iscrizione nel registro degli indagati dei 5 operai è “un atto necessario per lo svolgimento, in forma garantita, degli accertamenti tecnici irripetibili”.
Intanto i consulenti della Procura di Lodi, che riceveranno il formale incarico lunedì, dovranno svolgere, “al più presto, le attività irripetibili volte a accertare la funzionalità dello scambio e di tutti i dispositivi a esso collegati”. Nel pomeriggio negli uffici Polfer di Piacenza sono previsti gli interrogatori a cura della Procura di Lodi ai 5 dipendenti indagati di disastro colposo che hanno tra i 30 e i 40 anni e l’azienda fornirà loro difensori di fiducia.
I familiari di Cicciù: “A chiedere giustizia è l’Italia intera”
“Stiamo ricevendo messaggi di cordoglio. La famiglia ha subito un grande colpo: è dilaniata”: così ai microfoni del TgR Lombardia uno dei familiari di Giuseppe Cicciù, uno dei due macchinisti morti nel deragliamento del Frecciarossa.
“Non è la famiglia a chiedere giustizia – ha aggiunto – ma l’Italia intera”. I parenti di Giuseppe, che viveva a Cologno Monzese, così come quelli di Mario Dicuonzo, che risiedeva a Pioltello, si sono stretti nel loro dolore, ancora sotto choc per quanto accaduto. Come sotto choc erano i passeggeri che dal treno deragliato hanno chiamato i soccorsi: “Cosa sia successo non so ma c’è stata una frenata micidiale”. “Correte, venite subito, è successo un incidente grossissimo”.



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