Calabria
Operazione “Molo 13”, eseguite 20 misure cautelari per traffico di droga
L’operazione della Guardia di finanza contro il traffico internazionale di stupefacenti. Colpita una storica famiglia della criminalità organizzata
CATANZARO – La Guardia di finanza ha eseguito dalle prime ore di oggi 20 provvedimenti restrittivi nei confronti di importanti esponenti della criminalità organizzata catanzarese. Colpita un’organizzazione transnazionale dedita al traffico di sostanze stupefacenti, riconducibile ad una storica famiglia della criminalità organizzata calabrese radicata nel versante ionico catanzarese e contestualmente sono stato eseguiti sequestri di beni per un valore che ammonta a circa 4 milioni di euro.
I soggetti coinvolti sono ritenuti “importanti esponenti” della storica famiglia della criminalità organizzata calabrese, radicata nel versante ionico catanzarese, i Gallace di Guardavalle. I 20 soggetti sono gravemente indiziati a vario titolo, di associazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, commercio di sostanze stupefacenti e detenzione abusiva di arma da fuoco.
L’operazione è stata ribattezzata “Molo 13”. I 20 soggetti, di cui 19 finiti in carcere e uno agli arresti domiciliari, sono stati raggiunti dalle ordinanze in Calabria, Sicilia, Puglia, Lazio, Toscana, Liguria, Piemonte e Lombardia.
La famiglia Gallace aveva messo in atto una ramificata organizzazione criminale transazionale con lo scopo di agevolare l’associazione di stampo ‘ndranghetistico, caratterizzata da marcati profili operativi internazionali, capace di pianificare ingenti importazioni di cocaina dal Sud America (Colombia, ma anche Brasile) e di “piazzarla” in Europa (Spagna, Olanda, Inghilterra e Slovenia), Nuova Zelanda e Australia.
Nell’ambito dell’operazione è emerso il ruolo di vertice assunto da uno degli esponenti del sodalizio di ‘ndrangheta che, nel corso degli ultimi decenni, si è trasformato in una vera e propria impresa criminale attraverso numerose attività illecite, che hanno consentito di accrescere la potenza militare ed economica e di acquisire un controllo sempre più penetrante del territorio della fascia ionica a cavallo delle province di Catanzaro e Reggio Calabria, con diramazioni nell’hinterland laziale, lombardo ma in particolare in Toscana.
Le indagini, che si sono avvalse del contributo di alcuni collaboratori di giustizia, hanno consentito di inquadrare la rilevanza criminale del sodalizio nel traffico internazionale di stupefacenti, evidenziandone la capacità di interfacciarsi direttamente con i fornitori sudamericani per l’acquisto di notevoli quantitativi di droga. È emerso il sistematico utilizzo, per il traffico illecito, di metodi di comunicazione non convenzionali, con dispositivi elettronici, associati a sim straniere, che si avvalevano di tecniche di messaggistica criptata tra “account” e “domini” associati a un server sito in San José (Costarica).
A tale proposito, a seguito del sequestro da parte delle Autorità olandesi di dati criptati con tecnologia non convenzionale, denominata PGP, estrapolati proprio da tale server, con la preziosa collaborazione del rappresentante Italiano presso Eurojust, è stato possibile utilizzare un numero impressionante di messaggi di posta elettronica, prevalentemente in lingua italiana, trasmessi da dispositivi BlackBerry, con la crittografia PGP.
Con la decriptazione di tale messaggistica è stato possibile trarre significative indicazioni sul modus operandi dell’organizzazione, identificare i sodali e ricostruire numerosi episodi di commercio e importazione di sostanze stupefacenti, tra i quali l’importazione di una fornitura del peso di oltre 150 chilogrammi di cocaina sequestrata nel maggio 2017 presso il porto di Livorno, e per la quale, le chat scambiate tra i soggetti coinvolti, consentiva di rilevare che era stato commissionato l’acquisto di circa 200 kg di cocaina dalla Colombia, trasportato all’interno di un container a bordo di una motonave partita dal porto di Cartaghena (Colombia), il cui recupero, programmato inizialmente a Barcellona (Spagna), veniva tentato, con esito negativo, presso Livorno. La droga complessivamente sequestrata, una volta lavorata ed immessa in commercio, avrebbe fruttato all’organizzazione oltre 3,5 milioni di euro sulle piazze di spaccio.
Le indagini delegate alla Guardia di Finanza hanno consentito di identificare tutti i soggetti coinvolti, ognuno con un ruolo ben preciso, e quindi i relativi approfondimenti hanno accertato come gli esponenti della cosca Gallace gestissero un’articolata struttura associativa dedita al traffico internazionale di cocaina, e a conferma della operatività transazionale dell’organizzazione sono emersi, nel corso dell’attività investigativa, contatti diretti con i narcotrafficanti colombiani per il reperimento di grossi quantitativi di cocaina (dell’ordine di oltre 1200 chili), nonché la capacità della stessa cosca di distribuire la cocaina in Australia, Nuova Zelanda, Turchia, Regno Unito e Slovenia.
I nomi delle persone raggiunte dalla misura cautelare in carcere:
1. ANDREACCHIO Agazio, cl. 1977;
2. BAVA Giuseppe, cl. 1977;
3. CHIEFARI Nicola, cl. 1973;
4. FERRO Leonardo, cl. 1985;
5. FONTI Emanuele, cl. 1960;
6. GAGLIARDI Angelo, cl. 1995;
7. GALATI Francesco, cl. 1977;
8. GALLACE Bruno, cl. 1972;
9. GALLACE Cosimo Damiano, cl. 1961;
10. GUIDO Nicola, cl. 1986;
11. PALAMARA Mario, cl. 1969 ;
12. RIITANO Benito Andrea, cl. 1993;
13. RIITANO Francesco, cl. 1980;
14. RIITANO Paolo, cl. 1976;
15. SAMÀ Agazio Andrea, cl. 1974;
16. TASSONE Gianluca, cl. 1979 (arresti domiciliari);
17. TAVERNITI Francesco, cl. 1974;
18. VITALE Domenico, cl. 1969;
19. VITALE Domenico, cl. 1976;
20. VITALE Giuseppe, cl. 1977.



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