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Abusi sessuali su minorenni nel cosentino «la Calabria tra le più esposte ai maltrattamenti»

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Abusi sessuali su minorenni nel cosentino «la Calabria tra le più esposte ai maltrattamenti»

A rilevarlo la Fondazione Cesvi «serve un intervento che stimoli a sviluppare dei percorsi di ascolto tra le priorità dell’agenda politica»

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Abuso sessuale la responsabilita degli adulti verso i minori abusati 1

PAOLA (CS) – «Siamo profondamente addolorati dal drammatico episodio che oggi ha colpito Cosenza e sempre più convinti che l’unico modo per far uscire il maltrattamento all’infanzia dalle drammatiche pagine della cronaca nera sia quello di affrontare in maniera sistematica il problema e inserirlo tra le priorità dell’agenda politica». Lo affermano, in riferimento ai due arresti effettuati a Paola (Cosenza) per abusi sessuali ai danni di due sorelle minorenni, il portavoce di Fondazione Cesvi, che ha scelto negli ultimi anni di portare l’esperienza maturata, in oltre 35 anni di interventi, nei Paesi del sud del mondo anche in Italia con un programma di prevenzione e contrasto al maltrattamento infantile, e allo stesso tempo, di approfondire e studiare  il fenomeno attraverso l’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia, realizzato insieme ad esperti di settore e rappresentanti delle istituzioni. Da oltre quattro anni Fondazione Cesvi, infatti, monitora il fenomeno attraverso l’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia in Italia, un documento che analizza il livello di vulnerabilità delle singole regioni italiane attraverso l’analisi dei fattori di rischio e dei servizi di prevenzione e contrasto del fenomeno presenti sul territorio.

Dall’ultima edizione dell’Indice è emerso che il rischio maltrattamento all’infanzia in Italia resta alto ed è amplificato dalle conseguenze sociali, economiche e, soprattutto, psicologiche dell’emergenza coronavirus.

«Il ‘trauma collettivo da Covid-19′ ha creato un reale impatto sulla salute mentale collettiva: il prolungarsi della pandemia ha reso cronica e strutturale l’emergenza della prima ondata, logorando lentamente la capacità di resilienza e resistenza psicologica e sociale. A pagarne il prezzo più alto sono stati i più fragili, -dichiara la Cesvi – a cominciare da bambini/e e adolescenti che, a causa di un maggiore componente stressogena all’interno del proprio nucleo familiare, sono esposti a maggiore rischio di maltrattamento. Ed è per questo che l’intervento del Cesvi è ancora più urgente e importante».

Calabria, Sicilia e Campania le più esposte al maltrattamento all’infanzia

La Calabria, infatti, insieme a Sicilia e Campania, è tra le regioni italiane più esposta al maltrattamento all’infanzia, sia in relazione ai fattori di rischio presenti sul territorio regionale sia in relazione ai servizi di prevenzione e contrasto al fenomeno. In particolare, rispetto al 2020, si riscontra un peggioramento di tre delle sei capacità prese in esame dall’Indice sul maltrattamento all’Infanzia in Italia: la capacità di acquisire conoscenza e sapere, lavorare e accedere a risorse.

«Il maltrattamento all’infanzia in Italia resta un problema diffuso quanto poco conosciuto (secondo l’OMS per ogni caso di maltrattamento/violenza denunciato, ce ne siano almeno 9 che non vengono alla luce, quindi 9 casi su 10 sono sommersi).– sottolinea la presidente di Fondazione Cesvi Gloria Zavatta – è urgente un rapido cambiamento di passo sia in relazione alla diffusione di dati più puntuali sull’entità del fenomeno sia in relazione alla necessità di sviluppare e adottare strategie di intervento a medio-lungo termine in grado di modificare in modo strutturale i comportamenti e promuovere interventi specifici e mirati».

In Italia secondo i dati disponibili stimiamo che quasi 800mila di bambini è potenzialmente vittima o a rischio maltrattamento.

Abusi «i minori perdono la capacità di sognare»

«La cosa più frequente che capita quando si interagisce con minori vulnerabili è la triste constatazione del fatto che hanno perso la capacità di sognare” dichiara Roberto Vignola, Vicedirettore Generale della Fondazione. “Sono sopraffatti da un presente che vede non soddisfatti i loro bisogni materiali, affettivi, educativi. Perdono la capacità di aspirare a una condizione diversa rispetta a quella in cui si trovano e quindi di immaginare un futuro come cittadini partecipi e produttivi. Spesso questa condizione li trascina in uno stato di apatia, in cui si è soggetti passivi di un sistema che non li vede protagonisti, altre volte li trascina nel circolo vizioso della devianza»

«La strada per interrompere questo circolo è dare a questi bambini e adolescenti la possibilità di essere ascoltati, – conclude l’associazione – di ricevere sostegno concreto, stimolandoli ad avviare un percorso che rafforzi la loro autostima e la capacità di vedersi come protagonisti della propria vita, oggi e nel futuro».

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