COSENZA – L’Istat ha presentato la nona edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) 2022. Il volume fornisce un quadro complessivo dei 12 “domini” in cui è articolato il benessere analizzato nella loro evoluzione nel corso dei due anni di pandemia: il 2020, anno dello shock dell’emergenza sanitaria e il 2021, anno della ripresa economica e dell’occupazione, esaminando le differenze tra i vari gruppi di popolazione e tra i territori.
L’impatto del covid sulla vita quotidiana
La pandemia da COVID-19 ha profondamente cambiato molti aspetti della vita quotidiana degli individui, delle famiglie, dell’organizzazione della società e del mondo del lavoro determinando nuovi assetti e continui cambiamenti che, di volta in volta, hanno avuto effetti sul piano della salute, dell’istruzione, del lavoro, dell’ambiente e dei servizi e, in conseguenza, sul benessere degli individui. “Il quadro di insieme è composito, ed è ancora adombrato dalla pandemia“, afferma il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, nella presentazione del rapporto. “Molti divari si sono mantenuti o addirittura allargati: dalla speranza di vita alla nascita, che recupera in buona parte al Nord nel 2021 ma diminuisce ancora nel Mezzogiorno, alla mortalità evitabile, che resta più elevata in molte regioni del Sud; dalla spesa dei comuni per la cultura, per la quale il divario è nettamente a vantaggio del Centro-nord, all’impatto degli incendi boschivi e dell’abusivismo”.
L’analisi dei 12 domini, la Calabria arretra
L’analisi dei 12 domini (Salute, Istruzione e formazione, Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, Benessere economico, Relazioni sociali; Politica e istituzioni; Sicurezza, Benessere soggettivo, Paesaggio e patrimonio culturale, Ambiente, Innovazione, ricerca e creatività, Qualità dei servizi) è incentrata sull’andamento più recente, confrontando i due anni di pandemia con il 2019. Dati estremante negativi per quanto riguarda la Calabria, fanalino di coda nell’istruzione e formazione, in particolare nella competenza numerica e nelle abilità di calcolo, nella partecipazione civica e politica, nel benessere economico inteso come povertà assoluta e nell’Ambiente. In particolare i cittadini calabrese sono estremamente preoccupati per i cambiamenti climatici.
1 – Salute (speranza di vita alla nascita)
Migliore regione – Provincia Autonoma: Trento (83,7% anni)
Peggiore: Campania (80,6%)
2 – Istruzione e formazione (competenza numerica non adeguata per 100 studenti classi III scuola secondaria)
Migliore regione – Provincia Autonoma: Trento (27,7%)
Peggiore: Calabria (63.6%)
3 – Lavoro e conciliazione dei tempi di vita (tasso di occupazione per 100 persone da 20 a 64 anni)
Migliore regione – Provincia Autonoma: Bolzano (75,8%)
Peggiore: Sicilia (44,5%)
4 – Benessere economico (povertà assoluta, incidenza per 100 persone)
Migliore valore nella ripartizione territoriale: Centro Italia (7,3%)
Peggiore valore: Mezzogiorno (12,1%)
5 – Relazioni Sociali (partecipazione alla vita civica e politica per 100 persone dai 14 anni in su)
Migliore regione – Provincia Autonoma: Trento (72,2%)
Peggiore: Calabria (49.1%)
6- Politica e Istituzioni (donne e rappresentanza politica a livello locale per 100 componenti)
Migliore regione – Provincia Autonoma: Umbria (38,1%)
Peggiore: Basilicata (4,8%)
7 – Sicurezza (vittime di furti nelle abitazioni per 1.000 famiglie)
Migliore regione – Provincia Autonoma: Valle D’Aosta (2%)
Peggiore: Veneto (11,2%)
8 – Benessere soggettivo (persone molto soddisfatte della vita, voto 8-10 per 100 persone dai 14 anni in su)
Migliore regione – Provincia Autonoma: Bolzano (63%)
Peggiore: Puglia (39,5%)
9 – Paesaggio e patrimonio culturale (abusivismo edilizio per 100 costruzioni autorizzate)
Migliore regione – Provincia Autonoma: Trenino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia (3,2%)
Peggiore: Campania (48,8%)
10 – Ambiente (preoccupazione per i cambiamenti climatici. Dati per 100 persone dai 14 anni in su)
Migliore regione – Provincia Autonoma: Molise (70,3%)
Peggiore: Calabria (60,4%)
11 – Innovazione, ricerca e creatività (uso di Internet almeno una volta a settimana ultimi 3 mesi, 11 anni in su)
Migliore regione – Provincia Autonoma: Trento (77,4%)
Peggiore: Molise (65%)
12 – Qualità dei Servizi (irregolarità nella distribuzione dell’acqua, analisi su 100 famiglie)
Migliore regione – Provincia Autonoma: Valle D’Aosta (1,1%)
Peggiore: Sicilia (29%)
“L’occupazione culturale e creativa è stata colpita dalla crisi da COVID-19 già nel 2020, e non mostra segni di ripresa nel 2021“, secondo il rapporto Bes dell’Istat. Alla fine del secondo anno di crisi pandemica gli occupati del settore sono 55mila in meno, con una perdita relativa del -6,7% tra il 2019 e il 2021, più che doppia rispetto alla contrazione del complesso degli occupati (-2,4%). Con le restrizioni ai luoghi della cultura per contrastare la pandemia, la partecipazione culturale fuori casa nei 12 mesi precedenti l’intervista, tra il 2019 e il 2020, passa dal 35,1% al 29,8%, e tra il 2020 e il 2021 crolla all’8,3%.
Il malessere degli adolescenti
È raddoppiata la percentuale di adolescenti insoddisfatti e con un basso punteggio di salute mentale: erano nel 2019 il 3,2% del totale, 6,2% nel 2021. “Si tratta di circa 220 mila ragazzi tra i 14 e i 19 anni che si dichiarano insoddisfatti della propria vita e si trovano, allo stesso tempo, in una condizione di scarso benessere psicologico. D’altra parte, gli stessi fenomeni di bullismo, violenza e vandalismo a opera di giovanissimi, che negli ultimi mesi hanno occupato le cronache, sono manifestazioni estreme di una sofferenza e di una irrequietezza diffuse e forse non transitorie”, dichiara il presidente dell’Istat, nella presentazione del rapporto. In questo stesso gruppo di età, la sedentarietà è passata dal 18,6 al 20,9%. E tra i ragazzi di 14-17 anni, sono state osservate quote elevate di consumatori di alcol a rischio (23,6%). È diminuita “in modo tangibile” anche la soddisfazione per le relazioni con gli amici.
Arretra il benessere delle donne
“La pandemia si è tradotta per lo più in arretramenti nel benessere della popolazione femminile: ad esempio, nei livelli di benessere mentale e di occupazione, soprattutto per le madri con figli piccoli. Ma sono stati anche i bambini, gli adolescenti e i giovanissimi a pagare un altissimo tributo alla pandemia e alle restrizioni imposte dalle misure di contrasto ai contagi”, afferma Blangiardo, nella presentazione del rapporto. “Sono loro a richiedere, oggi e negli anni a venire, la massima attenzione da parte delle politiche, e in tal senso i dati e i corrispondenti indicatori non lasciano dubbi”. Le condizioni di benessere psicologico dei ragazzi di 14-19 anni, nel 2021, sono infatti peggiorate. Il punteggio di questa fascia di età è sceso a 66,6 su 100 per le ragazze (-4,6 punti rispetto al 2020) e 74,1 per i ragazzi (-2,4 punti rispetto al 2020). Negli anni di pandemia sono proprio i giovani tra 14 e 19 anni gli unici ad aver conosciuto un “deterioramento significativo della soddisfazione per la vita, con la percentuale di molto soddisfatti che è passata dal 56,9% del 2019 al 52,3% del 2021”.
